Inondazioni e disastri in tutta la Cina, milioni di persone a rischio

Di Eva Fu

In una Cina ancora alle prese con la pandemia di coronavirus, si sono susseguite di recente una lunga serie disastri naturali, dalle inondazioni alle invasioni di locuste.

Settimane di piogge torrenziali hanno scatenato inondazioni che non si vedevano da decenni, causando il caos in 26 province della Cina centrale e meridionale e sconvolgendo la vita di oltre 19 milioni di persone, almeno secondo quanto dichiarato dalle autorità.

Inoltre, nelle ultime settimane la Cina è stata scossa da tempeste di grandine e terremoti; come se non bastasse è in corso anche un’invasione di locuste e stanno prendendo piede diverse epidemie di origine animale.

L’inondazione ha sommerso quasi completamente un padiglione situato vicino al fiume Yangtze, il 6 luglio 2020 a Wuhan, provincia dello Hubei, Cina. (Getty Images)

Secondo le autorità cinesi addette alla gestione delle emergenze, quasi 50 milioni di cinesi sono stati colpiti da una qualche forma di catastrofe naturale nella prima metà dell’anno. Stando ai dati ufficiali, i disastri avrebbero causato 271 tra morti e dispersi, come anche lo sfollamento di 914 mila persone, ma è molto probabile che i numeri reali siano molto più alti, data la tendenza dei funzionari del regime comunista a nascondere le informazioni.

«Venite a vedere l’oceano»

Le precipitazioni quasi quotidiane su ampie zone della Cina iniziate a giugno hanno fatto sì che circa 300 fiumi superassero i livelli di allerta e hanno spinto decine di città a dichiarare l’emergenza. Nel frattempo, i cittadini hanno raccontato che le automobili e persino alcune case sono state spazzate via dalle acque alluvionali.

Tra le aree più colpite dalle alluvioni c’è la provincia dello Hubei che ha per capitale la città di Wuhan, il focolaio globale dell’epidemia di coronavirus.

Secondo le autorità locali, le precipitazioni senza precedenti hanno paralizzato centinaia di strade, sovraccaricato cinque dei principali laghi della regione e causato la tracimazione di quasi mille e 100 bacini idrici.

In un video diffuso su internet che mostra l’acqua al livello delle ginocchia nelle strade di Wuhan, c’è una persona che afferma: «Venite a vedere l’oceano a Wuhan».

A Shanghai, un terzetto di piogge torrenziali, vento battente e tuoni ruggenti si è abbattuto sui residenti nella prime ore del 6 luglio. Le precipitazioni accumulatesi sui tetti hanno cominciato a tracimare, mentre l’acqua usciva anche dai tombini, come si apprende dai racconti della gente del posto e dai video condivisi online. In un video ripreso nella megalopoli di Chongqing, nella Cina sud-occidentale, si può osservare una cascata di acqua melmosa fuoriuscire con forza da una finestra al terzo piano di un edificio residenziale.

Se le piogge non si fermano, la gente del posto e gli esperti temono che la diga delle Tre Gole, una delle più grandi al mondo, possa cedere a causa dell’eccessiva pressione dell’acqua, mettendo a rischio le vite delle centinaia di milioni di persone che vivono lungo il fiume Yangtze.

Ad oggi, una grave inondazione in una contea della provincia orientale di Anhui ha fatto sì che l’esame nazionale di ammissione all’università – già rimandato di un mese a causa del virus – sia stato ulteriormente posticipato, dato che solo un quarto dei 2 mila studenti iscritti è riuscito a presentarsi, e alcuni di loro sono arrivati addirittura in barca.

Le strade e gli edifici sommersi dopo che le forti piogge hanno causato inondazioni a Yangshuo, nella regione meridionale del Guangxi, in Cina, il 7 giugno 2020. (STR / AFP via Getty Images)

«La nostra casa potrebbe essere in pericolo in qualsiasi momento», ha detto all’edizione cinese di Epoch Times la signora Deng, una residente della città di Huangshan, attrazione turistica montana della provincia di Anhui. La donna teme che le acque alluvionali entrino nella sua casa e perciò negli ultimi giorni non è riuscita a chiudere occhio. Di fatto, in quella località le inondazioni hanno spazzato via una parte della strada che conduce al sito turistico e hanno distrutto un tunnel sotterraneo, creando una voragine di oltre sette metri.

La signora Deng sta monitorando la situazione con molta attenzione: «La pioggia è troppo forte. Se non si sta attenti anche solo per 10 minuti, la casa verrà sommersa». Inoltre, ha sottolineato che si prevedono ulteriori piogge nei prossimi giorni.

Altre crisi

Sciami di locuste hanno devastato le piantagioni in diverse province rurali a partire dal mese di giugno, e alcune di queste zone erano appena state travolte dalle inondazioni.

Nella contea meridionale di Quanzhou, in una piccola cittadina già colpita dalle inondazioni di nome Guilin, si sono verificate per 10 giorni invasioni di locuste che hanno distrutto campi di grano e mais, così come gli aranci e i salici che erano stati piantati lungo le rive del fiume per mitigare le inondazioni, secondo quanto affermato dagli abitanti del villaggio.

«Nemmeno le foglie sono state risparmiate», ha detto a Epoch Times il signor Zhao, un agricoltore della zona. All’inizio di giugno un’invasione di locuste nella provincia di Hunan ha costretto gli abitanti a rintanarsi in casa e serrare le proprie finestre.

I critici e la gente del posto temono anche una possibile crisi alimentare dovuta ai recenti disastri, ma il più importante esperto cinese di agricoltura, Yuan Longping, ha negato questa possibilità. Intanto però i funzionari della città di Chengdu, nel Sichuan hanno pubblicato un comunicato che incoraggia gli abitanti del villaggio a convertire i frutteti in risaie, il che indica una carenza di cibo.

A questo si aggiunge anche la peste suina africana, scoppiata per la prima volta negli allevamenti di maiali cinesi nell’agosto del 2018, e ora ricomparsa in nove province cinesi, tra cui Hubei, Yunnan e Jiangsu. Secondo uno studio pubblicato il 29 giugno sulla rivista statunitense Proceedings of the National Academy of Sciences, i ricercatori cinesi avrebbero anche identificato un virus dell’influenza suina chiamato G4, capace di trasmettersi tra gli esseri umani.

Il virus si sarebbe evoluto dal ceppo H1N1, lo stesso che ha causato la pandemia influenzale nel 2009, ed è stato rilevato in oltre 30 mila maiali in 10 province negli ultimi anni.

Come se non bastasse, le autorità della Mongolia Interna hanno comunicato di temere che una persona ricoverata in ospedale possa aver contratto la peste bubbonica, la stessa malattia che oltre 670 anni fa scatenò la pandemia globale di peste nera.

Una città della provincia sud-occidentale di Guizhou, che ha anche registrato forti precipitazioni, è stata l’epicentro di due terremoti di lieve entità il 2 luglio, mentre le città del nord, tra cui Pechino e Baoding, hanno visto la grandine ricoprire il terreno sia il 1° che il 5 luglio. Pochi giorni prima, il 25 giugno, una grandinata a Pechino è durata per ben sette ore, con chicchi di grandine delle dimensioni di uova che in alcuni casi, a detta di molti, somigliavano alla forma di un virus.

Foto della grandine caduta a Pechino il 25 giugno. (Screenshot di Weibo/ sintesi di Epoch Times)

Articolo in inglese: Disasters Rage Across China, Affecting Tens of Millions

 
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