Indagine Senato Usa: il figlio di Biden in affari con russi e cinesi mentre il padre era vicepresidente

Di Zachary Stieber

«Controverse transazioni finanziarie» per milioni di dollari: questa l’accusa mossa al figlio dell’ex vicepresidente Joe Biden, secondo quanto emerge da un nuovo resoconto del Congresso statunitense. I movimenti in denaro sarebbero stati effettuati con soci e persone straniere, tra cui la moglie dell’ex sindaco di Mosca e con persone legate al Partito Comunista Cinese.

I rapporti e gli scambi di Hunter Biden includono conflitti d’interessi e possibili reati di controspionaggio ed estorsione, secondo la relazione congiunta del Comitato del Senato degli Stati Uniti per la Sicurezza nazionale e gli affari governativi e delle Commissioni per le Finanze.

«I documenti acquisiti dai Comitati mostrano consistenti, significativi ed estesi legami finanziari tra Hunter Biden, James Biden, Sara Biden, Devon Archer, e dei cittadini cinesi legati al regime comunista e al Pla [l’Esercito Popolare di Liberazione], così come altri cittadini stranieri con un background controverso», si legge nel rapporto, che è stato rilasciato mercoledì.

James Biden è il fratello di Joe Biden, mentre Sara Biden è la moglie di James e Devon Archer è uno dei partner commerciali di Hunter Biden.

Biden è stato vicepresidente fino al 2016. E ora è il candidato democratico alla presidenza.

Joe Biden e Hunter Biden
Il vicepresidente Joe Biden con suo figlio Hunter Biden e la nipote Finnegan Biden, durante una visita ufficiale a Pechino, il 5 dicembre 2013. (Andy Wong-Pool/Getty Images)

Il presidente delle Finanze Chuck Grassley e il presidente della Sicurezza nazionale Ron Johnson hanno diretto l’indagine.

Tra i risultati principali, è emerso che George Kent, un ex vice capo missione dell’ambasciata statunitense a Kiev (Ucraina), all’inizio del 2015 ha espresso ai funzionari dell’ufficio di Joe Biden la sua preoccupazione per un conflitto d’interessi scaturito dalla partecipazione di Hunter Biden nel consiglio di amministrazione di Burisma, società ucraina leader nel settore del gas e del petrolio.

«La presenza di Hunter Biden nel consiglio di amministrazione di Burisma era motivo di grande imbarazzo per tutti i funzionari statunitensi che stavano spingendo per un programma anti-corruzione in Ucraina», ha scritto Kent in una e-mail inviata l’anno successivo ai suoi colleghi.

Ma secondo il rapporto le preoccupazioni di Kent non sono state prese in grande considerazione.

Nell’ottobre 2015, anche il funzionario del Dipartimento di Stato Amos Hochstein aveva espresso le sue preoccupazioni al vicepresidente Biden e ad Hunter Biden, in merito al fatto che la posizione di Burisma favoriva la disinformazione russa e rischiava di minare la politica statunitense in Ucraina.

Hunter Biden era nel consiglio di amministrazione di Burisma quando il proprietario della società avrebbe pagato 7 milioni di dollari ad alcuni funzionari sotto il procuratore generale dell’Ucraina, affinché archiviassero un caso contro di lui. Kent ha dichiarato che la tangente sarebbe stata pagata nel dicembre 2014 e una volta appreso il fatto lo ha comunicato all’Fbi.

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Il sen. Chuck Grassley (Repubblicano-Iowa) a Capitol Hill a Washington l’11 giugno 2019. (Anna Moneymaker/Getty Images)

Hunter Biden e Devon Archer hanno ricevuto 4 milioni di dollari per la loro presenza nel consiglio di amministrazione di Burisma. La relazione sottolinea comunque che oltre a loro due, anche altri membri della famiglia Biden hanno ricevuto milioni di dollari da cittadini stranieri con trascorsi controversi.

Archer, per esempio, ha ricevuto 142 mila 300 dollari da un cittadino kazako, presumibilmente per un’automobile, lo stesso giorno in cui il vicepresidente Biden si è rivolto ai parlamentari ucraini a Kiev.

Hunter Biden ha ricevuto 3,5 milioni di dollari da Elena Baturina, la vedova dell’ex sindaco di Mosca, e diverse milioni di dollari in transazioni commerciali con individui legati al Partito Comunista Cinese e all’Esercito Popolare di Liberazione.

La relazione rende noto inoltre che Hunter Biden ha «pagato donne non residenti risultanti essere cittadine russe o di altri Paesi dell’Europa orientale, che sembrano essere legate a un giro di prostituzione o di traffico di esseri umani in Europa dell’est».

Dal canto suo, il portavoce della campagna di Biden, Andrew Bates, ha affermato mercoledì che l’indagine ha sottratto tempo prezioso alla risposta del governo federale alla pandemia di Covid-19: «Perché? Per dare adito a un attacco straniero contro la sovranità delle nostre elezioni, con i dollari dei contribuenti, un attacco fondato su una teoria di cospirazione di destra, smentita da molto tempo, che si basa sulla corruzione dello stesso senatore Johnson, il quale ha dichiarato che la sfrutterà per salvare la campagna di rielezione di Donald Trump».

I presidenti hanno difeso l’inchiesta nelle ultime settimane. E mercoledì hanno scritto che la Commissione per la Sicurezza nazionale e gli affari governativi è autorizzata a studiare o investigare «l’efficienza e l’economia delle operazioni di tutti i rami del governo, compresa la possibile esistenza di… corruzione o pratiche non etiche… [e] conflitti di interesse». Il Comitato delle Finanze del Senato ha giurisdizione sul governo degli Stati Uniti e sul Dipartimento del Tesoro, che include la giurisdizione di supervisione su potenziali reati finanziari, hanno aggiunto.

Nell’ottobre 2019 Hunter Biden aveva difeso su Abc News il suo operato in Burisma e in Cina: «Penso che sia stato scarso giudizio per quanto mi riguarda […] perché non credo che ora, se mi guardo indietro, so che non c’è stato nulla di sbagliato. Tuttavia, è stato uno scarso giudizio trovarsi nel bel mezzo di qualcosa che è… una palude per molti versi? Sì».

«Ho offerto un gancio ad alcune persone molto immorali per agire in modo illegale e per cercare di fare del male a mio padre. È qui che ho commesso l’errore. Quindi me ne assumo la piena responsabilità. Ho fatto io qualcosa di scorretto? No, in nessun modo. In nessun modo».

Durante l’intervista, ha sviato la sua risposta in merito al se avesse discusso con suo padre dei suoi affari.

 

Articolo in inglese: Joe Biden’s Son Connected With Russian, Chinese Nationals While Father Was Vice President: Congressional Report

 
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