Maduro blocca gli aiuti umanitari, Guaido: «Considerare ogni opzione»

Il presidente ad interim invoca l'aiuto della comunità internazionale

Il 23 febbraio alcuni reparti dell’esercito fedeli al dittatore socialista Nicolas Maduro hanno allontanato con la violenza un convoglio di aiuti umanitari dal confine venezuelano, scatenando la condanna degli Stati Uniti e spingendo il presidente ad interim Juan Guaido a chiedere di considerare «ogni opzione», per garantire la liberazione della nazione ormai al collasso.

I soldati di Maduro hanno dato fuoco a due camion carichi di cibo e medicine e forzato gli altri a tornare ai depositi in Colombia, poiché i cittadini di Guaido non sono riusciti a forzare il blocco. I militari hanno disperso le folle radunate in diversi valichi di frontiera usando proiettili veri, gas lacrimogeni e proiettili di gomma: due manifestanti sono morti e a centinaia sono stati feriti.

Il gruppo per i diritti umani Foro Penal ha dichiarato di aver registrato 29 feriti da arma da fuoco e due morti a seguito degli scontri lungo il confine venezuelano del 23 febbraio. Le autorità colombiane hanno invece registrato 285 feriti, inclusi quelli colpiti dai gas lacrimogeni.

A fine giornata, Guaido ha scritto su Twitter: «Gli eventi di oggi mi costringono a prendere una decisione: proporre formalmente alla comunità internazionale di considerare ogni opzione per assicurare la libertà del nostro Paese, che sta combattendo e continuerà a combattere. La speranza è nata per non morire, Venezuela!».

Gli Stati Uniti sono stati i primi a riconoscere la legittimità di Guaido (presidente dell’Assemblea Nazionale) quando lo scorso mese, basandosi su principi della Costituzione venezuelana, ha assunto la carica di presidente ad interim. Oltre il 50 percento delle nazioni democratiche ha riconosciuto Guaido, mentre vari regimi o ex regimi comunisti e socialisti si sono schierati dalla parte di Maduro.

Il presidente americano Donald Trump ha avvisato i militari venezuelani che perderanno ogni cosa se faranno del male ai propri connazionali e continueranno a seguire Maduro. Trump ha anche dichiarato che l’intervento militare è una delle opzioni sul tavolo.
Il segretario di Stato Mike Pompeo ha condannato la violenza e il blocco dei soccorsi umanitari del 23 febbraio, affermando che gli Stati Uniti prenderanno provvedimenti contro coloro «che si oppongono alla restaurazione della democrazia in Venezuela».

«Denunciamo il fatto che Maduro non abbia permesso agli aiuti umanitari di entrare in Venezuela. Che genere di tiranno impedisce che il cibo giunga alle persone affamate? Le immagini dei camion carichi di provviste in fiamme è sconcertante» ha scritto Pompeo su Twitter. «Mentre Guaido si è impegnato perché gli aiuti arrivassero alla popolazione, Maduro ha inviato bande armate ad attaccare i civili innocenti».

Secondo le autorità colombiane, il 23 febbraio circa 60 membri dell’esercito di Maduro hanno disertato, ma gli schieramenti dei soldati della Guardia Nazionale lungo i valichi di frontiera sono rimasti intatti.

Le immagini televisive registrate lungo il confine hanno immortalato anche un’unità femminile dell’esercito di Maduro intenta a bloccare i convogli umanitari. Sembra tuttavia che alcune delle donne siano scoppiate in lacrime quando i volontari le hanno pregate di far passare gli aiuti.

Le forze di Maduro hanno dato fuoco a due camion carichi di rifornimenti presso il valico di frontiera di Urena, riempiendo il cielo di dense fumate nere, mentre le folle sono accorse per tentare di salvare gli scatoloni pieni di provviste.

Guaido ha dichiarato che il 25 febbraio parteciperà a un meeting del Lima Group presso Bogota assieme al vicepresidente americano Mike Pence, dove decideranno come aumentare la pressione su Maduro.

«Oggi il mondo ha visto il volto peggiore della dittatura venezuelana» ha dichiarato Guaido durante una conferenza stampa tenuta in Colombia assieme al presidente colombiano Ivan Duque.

Irritato dal sostegno che Duque sta dando a Guaido, Maduro ha dichiarato che avrebbe interrotto i rapporti diplomatici con Bogota e ha concesso 24 ore al personale diplomatico colombiano per abbandonare il Venezuela.

Maduro, le cui politiche socialiste hanno paralizzato una nazione estremamente ricca di petrolio, nega categoricamente che la nazione abbia bisogno di aiuti dall’estero.

I testimoni hanno inoltre affermato che degli individui con il volto coperto, vestite con abiti civili, hanno sparato sui manifestanti con proiettili veri. Il segretario di Stato degli Usa, Mike Pompeo, ha dichiarato che gli attacchi sono stati perpetrati da agenti cubani per conto di Maduro.

Gli Stati Uniti considerano Maduro un burattino del regime comunista cubano, in quanto, tra le varie cose, più di 90 mila delegati cubani sono stati inseriti nel suo governo. I comunisti dell’Havana hanno inoltre inviato oltre 20 mila militari in Venezuela per sostenere ‘l’erede’ designato da Hugo Chavez.

 

Articolo in inglese: Venezuela’s Guaido Calls for International Help After Maduro Blocks Aid

 
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