Il Tax Day incombe sugli italiani, Cgia: fisco «troppo oppressivo»

Per la Cgia sarà un lunedì nero per i contribuenti italiani

Il fisco preme sui contribuenti e la Cgia (l’associazione di rappresentanza di piccole e medie imprese) annuncia un lunedì nero: per il primo Tax day del 2019, il 17 giugno, famiglie e imprese saranno chiamate a versare 32,6 miliardi di euro.
E per l’associazione di Mestre non c’è dubbio: quella in arrivo è una vera e propria stangata per gli italiani. Il sistema di imposte infatti, spiega la Cgia, «è ancora troppo oppressivo e ingiustificatamente pretenzioso».

La pressione fiscale più elevata d’Europa

Duro il commento di Paolo Zabeo, coordinatore dell’Ufficio studi dell’organizzazione: «Oltre ad avere una pressione fiscale tra le più elevate d’Europa, in Italia è estremamente difficile anche pagare le tasse. La complessità e la farraginosità del nostro sistema tributario spesso mette in seria difficoltà perfino gli addetti ai lavori, come i commercialisti, le associazioni di categoria o i Caf. Figuriamoci gli imprenditori, in particolar modo quelli di piccola dimensione, che, all’interno della propria attività, in moltissimi casi non dispongono nemmeno di un ufficio amministrativo minimamente strutturato».

Per il segretario Cgia Renato Mason, il risultato è un Paese che rimane aggrovigliato nelle sue stesse leggi e regolamenti, risultando per nulla appetibile agli investitori al di là delle Alpi: «La selva di leggi, decreti e circolari esplicative presenti nel nostro ordinamento tributario … complica la vita a tutti, relegandoci tra il gruppo di Paesi meno attrattivi per gli investitori stranieri».

Per Mason la soluzione è una «tassazione inferiore e più semplice», di cui tra l’altro ne gioverebbe anche la stessa amministrazione finanziaria nell’efficacia del suo lavoro quotidiano.

Banche poco generose, imprese in difficoltà

Oltre alle prevedibili difficoltà nel breve futuro per gli imprenditori, c’è anche il fatto che «le banche continuano a erogare il credito con il contagocce», spiega ancora Mason. I prestiti alle piccole imprese infatti, fa notare la Cgia, sono in costante calo dal 2012; un trend che si è purtroppo confermato anche nei primi mesi del 2019.

Le imprese si ritrovano quindi soffocate dal fisco a tal punto che, secondo quanto reso noto da un’indagine della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il costo della burocrazia fiscale in capo agli imprenditori ammonta a circa 3 miliardi di euro all’anno. Una cifra obiettivamente insostenibile per chiunque faccia della creazione di ricchezza e di posti di lavoro il suo business principale.

Le cifre nel dettaglio

Per le stime elaborate dall’associazione artigiani e piccole imprese, sono ben 12 i miliardi di euro richiesti solamente agli imprenditori, che dovranno corrispondere al fisco le ritenute Irpef dei loro dipendenti e collaboratori; le famiglie e le imprese sono invece chiamate a versare l’Imu/Tasi sulle seconde e terze case o sugli immobili strumentali per un totale di 9,9 miliardi; altri 9,8 miliardi arriveranno dai risparmi di industriali, commercianti, artigiani e lavoratori autonomi, e ulteriori 935 milioni dalle ritenute Irpef trattenute sui compensi dei lavoratori autonomi.

 
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