Il Sole senza macchie solari. Che cosa succede?

La faccia visibile del Sole è rimasta senza ‘macchie solari’ per cinque giorni, dopodiché l’8 giugno è apparsa una nuova piccola regione attiva che si prevede sparirà nei prossimi giorni, mentre la nostra stella compie il suo movimento di rotazione intorno a sé stessa.

«Il minimo solare è in arrivo», ha commentato questa settimana il team di astronomi dello Space Weather, sottolineando che è un fenomeno che dovrebbe ripetersi ogni 11 anni, portando a grandi cambiamenti.

Gli scienziati avvertono che il minimo solare che si avvicina permetterà alla radiazione cosmica della galassia di penetrare più facilmente nel Sistema Solare e quindi di raggiungere la Terra: «Non aspettatevi che in questo tempo lo spazio sia calmo. Il Minimo porta molti cambiamenti interessanti».

Le macchie solari sono sinonimo di attività stellare. Da queste zone emergono eruzioni che portano energia e radiazioni alla Terra e a tutto il Sistema Solare. Quando non ci sono macchie, vuol dire che la nostra stella si avvicina al suo periodo di minimo. Questa bassa attività del Sole porta a una riduzione dell’eliosfera, una gigantesca bolla magnetica composta da ioni, che contiene al suo interno il campo magnetico solare, il vento solare e tutti i pianeti, inclusa la Terra.

«Lo spazio dell’eliosfera si riduce, avvicinando in tal modo lo spazio interstellare verso la Terra, e i raggi cosmici galattici penetrano all’interno del Sistema Solare in modo relativamente semplice. In effetti è già in corso un’ondata di raggi cosmici […] Macchie solari addio, e diamo il benvenuto alle radiazioni provenienti dallo spazio profondo».

D’altra parte con la diminuzione dell’uscita di luce solare ultravioletta, l’atmosfera superiore della Terra si raffredda e collassa: «Questo permette ai detriti di accumularsi intorno al nostro pianeta».

Per gli astronomi il ‘viso’ perfettamente pulito del Sole di questi giorni può essere solo temporaneo: «Sotto la superficie visibile del sole, la dinamo solare produce ancora nodi del magnetismo che presto usciranno in superficie per fare nuove macchie solari. L’attuale ciclo solare non è finito ma diminuisce rapidamente».

L’ultimo minimo solare è stato raggiunto nel 2009 e ha dato l’inizio al ciclo solare numero 24, da quando nel 1890 si cominciò a registrarli presso l’Osservatorio Royal del Belgio. Si pensa che il prossimo sarà nel 2020. Il 1° di giugno l’Osservatorio ha registrato 39 macchie solari, il 2 giugno solo 16 e dal 3 giugno non è stata avvistata alcuna macchia. L’8 giugno è apparsa una regione attiva con 16 macchie, che il 9 è cresciuta, portando a 20 macchie.

La seguente immagine dell’Osservatorio SOHO della NASA ed ESA mostra il 6 giugno il Sole senza regioni attive con macchie solari:

Al contrario c’è stato un periodo di massimo solare raggiunto nel mese di aprile 2014. In quell’anno la media mensile di macchie osservate era di 81,8, ma rapidamente sono diminuite ad una media di 40 nel 2015. «Da allora, l’attività solare è diminuita costantemente», dice il team del Belgio.

La seguente immagine dell’Osservatosio Royal del Belgio mostra il ventiquattresimo ciclo solare con il Minimo solare registrato nel 2009 e il Massimo solare nel 2014.

Il ciclo solare attuale è abbastanza debole. In nessun mese ci sono stati 10 o più bagliori di livello estremo come succedeva nei cicli precedenti. Dal 2009 fin’ora sono stati registrati solo 45 bagliori solari estremi, rispetto ai 126 registrati nel ciclo solare anteriore e questi eventi non accadono da più di un anno. Gli astronomi ancora non escludono una sorpresa del Sole prima di raggiungere il minimo solare del 2020.

La seguente immagine dell’Osservatosio Royal del Belgio mostra gli ultimi quattro cicli solari:

ll minimo solare è stato nel passato un indicatore d’inverni molto freddi in Europa. Il dottor Frack Sirocko dell’Università di Guteberg, autore di uno studio sull’effetto nel clima, con i suoi colleghi ha scoperto che tra il 1780 e il 1963 il fiume Reno si gelò in più punti quattordici volte diverse e questo corrispondeva ai minimi solari del ciclo stellare di 11 anni. Considerate le dimensioni del fiume, «ci vogliono temperature estremamente fredde per farlo congelare, e quindi diventa un buon indicatore per gli inverni molto freddi nella regione», ha commentato Sirocko.

Lo scienziato ha spiegato nel 2014 che anche se la superficie della Terra continuasse globalmente a riscaldarsi ci sarebbe una probabilità del 99% di inverni estremamente freddi nell’Europa centrale.

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