Il Senato dice sì a Conte

Con 171 voti a favore, 117 contrari e 25 astenuti il Senato ha votato la fiducia per il governo Conte, che ora attenderà il giudizio della Camera. Hanno votato la fiducia Lega e Movimento 5 Stelle. Forza Italia e Fratelli d’Italia, pur non avendo votato la fiducia, hanno ribadito di essere disponibili a collaborare all’approvazione di leggi che condivideranno.

L’azione di governo – ha spiegato Giuseppe Conte – si svolgerà su tre fronti: quello dell’ascolto dei bisogni dei cittadini, anche attraverso i nuovi strumenti di democrazia diretta che il «governo del cambiamento» intende introdurre; quello dell’esecuzione: «Bisogna essere pragmatici. Se una norma, o un istituto non funziona, è giusto abolirlo. Se funziona, potenziarlo. Se manca, crearlo»; e infine quello del controllo: «Gli obiettivi devono essere raggiunti. Saremo i primi a monitorare la loro efficacia, intervenendo per fare delle correzioni».

Il neo-presidente del Consiglio, che nel suo discorso ha unito le istanze di Lega e Movimento 5 Stelle, ha ribadito i punti salienti del programma congiunto, come il salario minimo orario, il reddito di cittadinanza, le «tasse eque» e l’intenzione di «ridurre il debito pubblico con la crescita della nostra ricchezza e non con le misure di austerità». Durante il dibattito parlamentare, l’ex premier Mario Monti – promotore e attuatore proprio delle misure di austerità – ha espresso alcuni apprezzamenti per il governo, ma non ha mancato di comunicare scetticismo su quest’ultimo punto sollevato da Conte, rivendicando invece il merito del proprio governo nell’aver evitato all’Italia l’«umiliazione» della Troika, organismo che il professore stesso ha affermato di disprezzare.

Sul tema della giustizia, Conte ha parlato di potenziamento della legittima difesa e di indennizzi per le vittime dei reati violenti.

«Metteremo fine – ha continuato poi – al business dell’immigrazione, che è cresciuto a dismisura sotto il mantello della finta solidarietà».

Per i corrotti il governo introdurrà il daspo e per combattere la corruzione farà uso di agenti sotto copertura.

Quanto alla politica estera, Conte ha riconfermato la convinzione nel rimanere nell’alleanza atlantica, ma ha aperto alla Russia: «Ci faremo promotori di una revisione delle sanzioni, a partire da quelle che rischiano di mortificare la società civile russa».

Sul fronte economico, la «pressione fiscale, unita a un eccesso di burocrazia, incide sulla competitività del nostro Paese». La soluzione sarebbe quindi la flat tax, «una riforma fiscale caratterizzata da un sistema di aliquote fisse, con deduzioni, però; che possa garantire la progressività dell’imposta, in accordo ai principi costituzionali». Questo, secondo il capo del governo e la Lega, porterebbe a una drastica riduzione dell’elusione e dell’evasione fiscale.

 
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