Italiani via dalla Libia. Pinotti: «pronti a missione militare»

Anche l’Italia lascia la Libia. Il personale diplomatico e i pochi italiani ancora presenti nel Paese sono stati evacuati nella notte tra domenica e lunedì, giungendo al porto di Augusta a Siracusa, per poi spostarsi a Roma in aereo. Usciti civili e diplomatici, le minacce dell’Isis portano il nostro governo a valutare il rientro con un intervento militare diretto.

L’omicidio dei 21 egiziani cristiani copti in Libia di due giorni fa è ancora ben vivido, con la situazione generale considerata dalla Farnesina troppo pericolosa per i nostri connazionali. L’ambasciata italiana è stata chiusa domenica – unica ambasciata europea ancora in funzione – e tutti gli italiani rimpatriati. Vietato il contatto con i giornalisti anche se la prima persona a scendere dal catamarano militare ha riferito ad Ansa che «la situazione a Tripoli è critica», ammettendo che l’Isis era già presente nella capitale libica da tempo.

«L’Italia rimane al lavoro con la comunità internazionale – sostiene il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Paolo Gentiloni in un comunicato – per combattere il terrorismo e ricostruire uno stato unitario e inclusivo in Libia, sulla base del negoziato avviato dall’inviato speciale dell’Onu Leon, al quale continuerà a partecipare il nostro inviato speciale Ambasciatore Buccino».

La crisi umanitaria legata a doppio filo dal conflitto non si arresta e porta altre migliaia di persone a fuggire con ogni mezzo dal Paese una volta governato da Gheddafi. La Guardia Costiera italiana ha soccorso oltre duemila persone da sabato scorso nel canale di Sicilia in 12 barconi. Secondo quanto riportato da Euronews gli uomini della Marina Militare avrebbero subito minacce da parte degli scafisti armati.

ITALIA PRONTA A SCENDERE IN GUERRA

I venti di guerra arrivano a soffiare anche sull’Italia. Le minacce battute dalle agenzie da parte del Califfato al nostro Paese – «Siamo a Sud di Roma» e l’attacco personale a Gentiloni definito «ministro crociato» – trovano risposta. Il ministro della Difesa Roberta Pinotti, in una intervista a Il Messaggero, ha prospettato uno scenario nel quale potremmo imbracciare le armi.

«L’Italia è pronta a guidare in Libia una coalizione di Paesi dell’area, europei e dell’Africa del Nord, per fermare l’avanzata del Califfato che è arrivato a 350 chilometri dalle nostre coste», sostiene la Pinotti, sottolineando l’urgenza dell’intervento. «Il rischio è imminente, non si può aspettare oltre. L’Italia ha esigenze di difesa nazionale, di non avere il Califfato che ci governa di fronte».

 
Articoli correlati