Il regime cinese mette il bavaglio agli avvocati. Ancora di più

Il Ministero della Giustizia cinese ha recentemente annunciato un insolito aggiornamento per la selezione degli avvocati: la concessione dell’abilitazione all’esercizio della professione sarà infatti subordinata al sostegno dei legali verso il Partito Comunista Cinese (Pcc). Come di consueto, il Ministero si è subito attivato nel sollecitare la tempestiva entrata in vigore della procedura, divulgando il nuovo sistema di valutazione degli avvocati presso tutte le relative sedi provinciali.

Secondo l’avviso pubblicato il 27 marzo, la richiesta principale per chi si candida all’abilitazione sarà di «sostenere la leadership del Pcc, difendere lo Stato di diritto socialista, attenersi alla Costituzione e alle leggi, e aderire all’etica professionale e alla disciplina degli avvocati».

In secondo luogo, tutti gli avvocati «non dovranno essere stati soggetti negli ultimi cinque anni a provvedimenti disciplinari, sanzioni amministrative o penali durante l’esercizio della professione».
Quest’ultima richiesta potrebbe causare il rischio di una revoca dell’abilitazione agli avvocati dei diritti umani, spesso arrestati in Cina proprio a causa del loro lavoro.

Non è di certo la prima volta che il regime si scaglia contro gli avvocati. Intorno al 9 luglio 2015, per esempio, le autorità cinesi hanno avviato una repressione nazionale contro i professionisti della legge e gli attivisti per i diritti umani. L’episodio è conosciuto come l’incidente del 7-09, in cui centinaia di legali sono stati arrestati e detenuti illegalmente, inclusi avvocati di spicco come Wang Quanzhang, Wang Yu e Li Heping.

Gli attivisti pro-democrazia di Hong Kong marciano durante una protesta a sostegno dell’avvocato per i diritti umani Wang Quanzhang, detenuto in un carcere cinese, e del primo ‘cyber-dissidente’ cinese e fondatore del sito web dei diritti umani “64 Tianwang”, Huang Qi, a Hong Kong il 29 gennaio 2019 . (ANTHONY WALLACE / AFP / Getty Images)

Il naufragio dello Stato di diritto

Teng Biao, un noto avvocato cinese per i diritti umani, ritiene che le regole del regime dittatoriale cinese violino la natura basilare di questa professione: «L’avvocato è una professione indipendente in una società con lo Stato di diritto», ha affermato in un’intervista del 6 aprile. «Gli avvocati dovrebbero essere indipendenti dai partiti politici, dall’ideologia politica. Dovrebbero potersi dedicare a difendere la Costituzione, le leggi e la giustizia».
Secondo Teng, il regime cinese sta forzando i legali a seguire l’ideologia comunista perché teme che gli avvocati, che spesso si occupano di casi di ingiustizia perpetrati dalle autorità cinesi, possano protestare contro il governo: «Il Partito sta cercando di epurare gli avvocati di cui non può fidarsi».

Il 6 aprile, Cheng Hai, un famoso avvocato per i diritti umani di Pechino, ha raccontato a Epoch Times che la dittatura cinese ha cercato di adottare una politica analoga negli anni ’80, successivamente abolita. Cheng è stato costantemente molestato dalle autorità per aver seguito casi di praticanti del Falun Gong, una pratica di meditazione spirituale gravemente perseguitata dal regime cinese dal 1999 a causa dell’irrazionalità dell’allora despota Jiang Zemin, e del timore che il numero dei praticanti potesse superare il numero dei membri del Partito (cosa infatti avvenuta).
Nel 2013, l’avvocato è stato picchiato dalla polizia e gli è stato proibito di difendere 13 praticanti del Falun Gong in tribunale. Nel febbraio 2018, il suo studio legale è stato chiuso dal dipartimento giudiziario di Pechino.

Cheng ha riferito a Epoch Times di aver difeso anche il collega avvocato Wang Quanzhang in tribunale. Wang è stato arrestato con l’accusa di «incitare alla sovversione contro il potere dello Stato» nel 2015 e condannato a quattro anni e mezzo di prigione.
E nell’agosto di quello stesso anno, a Cheng è stata negata l’autorizzazione a continuare a esercitare la sua professione.

Con le nuove disposizioni, gli avvocati per i diritti umani potrebbero non essere più in grado di svolgere il proprio lavoro: «Se non esistono avvocati per i diritti umani e se nessun avvocato sarà più libero di poter esercitare la sua professione, tutti ne risentiranno», ha affermato l’avvocato Teng. «La borghesia, i funzionari e persino gli uomini d’affari ricchi ne soffriranno».

 

Articolo originale: Chinese Regime Tightens Control on Lawyers

 
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