Il regime cinese inasprisce la censura su internet

Il regime cinese sta tentando di neutralizzare i programmi che per lungo tempo hanno tenuto aperta una finestra sul mondo agli internauti cinesi, ma i programmatori e gli utenti in Cina continuano a lavorare per sviluppare metodi che consentano di aggirare la censura del Pcc.

Le reti di telecomunicazioni private Vpn sono ampiamente utilizzate dagli utenti cinesi per eludere il Grande Firewall, soprannome dato al sofisticato sistema che il regime cinese ha costruito per censurare e monitorare il traffico online dentro e fuori la Cina. Si stima che circa il 30 per cento, piu o meno 200 dei 700 milioni di internauti in Cina, abbiano sfruttato le Vpn per accedere a siti web stranieri o a contenuti altrimenti inaccessibili.

Utilizzando una Vpn, gli utenti di Internet in Cina riescono a ingannare il Grande Firewall, apparendo come utenti non cinesi, il che consente loro di connettersi al web senza essere individuati e quindi censurati. Tuttavia usare una Vpn comporta spesso costi e disagi, inoltre può esporre le proprie informazioni personali ai server Vpn fuori dalla Cina.

Il regime cinese ha fatto numerosi sforzi in passato per contrastare l’uso delle Vpn. A causa della natura delle Vpn, tuttavia, in gran parte dei casi tali interruzioni hanno coinvolto solo i provider Vpn più diffusi, permettendo agli utenti piu determinati di trovare una nuova Vpn per aggirare il blocco.

La settimana scorsa, il ministero di Pubblica Sicurezza cinese ha inviato un ordine nazionale a tutte le censure locali e alle forze dell’ordine di intensificare il controllo delle Vpn. Nel documento si fa riferimento ad alcuni software molto popolari che consentono di aggirare il Grande Firewall , come Freegate, Ultrasurf, Lantern e Psiphon, che secondo il documento sono stati sviluppati da «forze straniere ostili».

Le notizie che arrivano dalla Cina mostrano come il rinnovato giro di vite abbia sortito un certo effetto, poiché molti internauti cinesi non riescono più ad accedere a Youtube, Gmail, Instagram o Twitter utilizzando le Vpn e i provider sui quali facevano affidamento. Sembra inoltre che sia stato arrestato lo sviluppatore di un’app Vpn.

Proprio la scorsa settimana la Cina ha bloccato WhatsApp, una delle ultime app di messaggistica privata a non essere completamente sottomessa alla censura e alla sorveglianza del regime cinese.

La battaglia continua

Molti osservatori tuttavia affermano che questa stretta sulle Vpn dovrebbe essere una misura temporanea, poiché imporre tali restrizioni per lungo tempo si ripercuoterebbe negativamente sul commercio internazionale della Cina e sugli scambi di tecnologia con il mondo esterno.

Alcuni sviluppatori e provider di Vpn hanno promesso che continueranno a battersi contro la censura. Bill Xia, fondatore e amministratore delegato di Freegate, uno dei software nel mirino, ha detto a Epoch Times che la nuova ondata di repressione ha offerto l’opportunità a più persone di prendere coscienza della censura del governo cinese. Xia ritiene che il software per aggirare il Grande Firewall sia ampiamente utilizzato anche all’interno degli uffici governativi e delle scuole cinesi.
«Abbiamo sviluppato Freegate appositamente per gli utenti in Cina e lavoriamo per mantenerlo costantemente aggiornato» spiega Xia, «Il numero di utenti in Cina che aggira attivamente la censura di Internet è cresciuto a tal punto che il Partito Comunista Cinese non può più tenere traccia di chi lo stia facendo».

Molti osservatori hanno affermato che la censura di Internet del regime cinese è contraria alla natura stessa di Internet, progettato e sviluppato per mettere in contatto il mondo intero. Xie Wen, ex dirigente di Yahoo China, ha dichiarato a Ntd Tv che il regime cinese sta tentando di trasformare Internet da una rete che collega ogni luogo a «una rete che non porta da nessuna parte».

Alexander Klimburg, studioso presso lo Hague Centre for Strategic Studies dell’Aja, ha affermato la scorsa settimana in occasione di un evento del Consiglio Atlantico che i regimi autoritari come la Cina vogliono cambiare fondamentalmente il funzionamento internet perché «vedono le informazioni come una minaccia e un’arma».

Klimburg, il cui libro pubblicato recentemente Cyber Risk Monday: The Darkening Web contiene un’analisi dettagliata della censura di Internet in Cina, ha dichiarato che il regime cinese percepisce Internet come una minaccia per il suo sistema monopartitico. Klimburg ha affermato che il regime vuole raggiungere un livello di controllo che gli permetta di fare cose come «bloccare l’accesso al New York Times o abbattere i siti web del Falun Gong».

Il Grande Firewall del governo cinese, originariamente progettato come un sistema di censura rivolto agli utenti in Cina, è stato così ben sviluppato che ora può essere adoperato per attaccare i paesi stranieri e gli utenti nel cyberspazio, secondo il nuovo libro di Klimburg.


Articolo Originale:
 Chinese Regime Cracks Down on Internet Freedom, but Resistance Continu

Traduzione di Marco D’Ippolito

 

 
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