Il programma di Draghi, nelle sue parole

Di Massimo Rumore

Ogni periodo di caos denota una fase di cambiamento. Dopo l’ingresso a Palazzo Chigi di Draghi, richiesto da Mattarella e approvato con 535 si e i 56 no (cinque gli astenuti), inizia una nuova fase per l’Italia.

Un giorno nuovo che unisce diverse parti politiche, ma che crea divisione al loro interno. Per esempio, i deputati M5s a votare contro sono stati 16, mentre quattro si sono astenuti e 12 gli assenti.

Per Draghi è importante la «ripartenza», mentre il tema delle piccole e medie imprese «significa internazionalizzazione, accesso al capitale, rafforzare la nostra manifattura e renderla più competitiva».

Da una sua prima analisi bisognerà essere uniti sul sostenere l’internazionalizzazione, potenziare così il credito, gli investimenti sulla ricerca e lo sviluppo nel Mezzogiorno. Così come favorire e accompagnare le imprese nel processo di transizione tecnologica e sostenibilità ambientale.

Alla Camera Draghi fa notare che legalità e sicurezza sono le basi per attrarre investimenti e che la capacità di un Paese di attrarre investitori è legata al difendersi dai fenomeni corruttivi: «Questi portano a effetti depressivi sul tessuto economico e sulla libera concorrenza». 

«Molto resta da fare in vista della prevenzione oggi perseguita attraverso meccanismi ad oggi ancora troppo formali, che contrariamente invece di prevenire la corruzione finiscono per alimentarla di più: qui la semplificazione avrebbe una funzione anticorruttiva. La trasparenza è un presupposto logico poiché consente ai cittadini stessi di analizzare ogni azione ricreando così una percezione sempre più onesta della società».

Altro argomento cardine per Draghi è la giustizia: «Durata processi sia ragionevole, in linea con Ue». E non dovrà essere trascurata «la condizione di tutti coloro che lavorano e vivono nelle carceri».

«Queste ultime ormai sempre più spesso sovraffollate, esposte a rischio e paura del contagio, sono  particolarmente colpite dalle necessità a contrastare la diffusione del virus». Sulla criminalità, «è vero che i dati quantitativi sono andati migliorando negli ultimi anni ma la percezione che ne hanno i cittadini no. E deve essere la percezione sempre più efficace a guidare e a stimolare le azioni».

 
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