Il programma del Pd per un’Europa socialista

In vista delle imminenti elezioni europee Epoch Times propone una rassegna di articoli dedicati ai principali schieramenti politici, ai loro programmi e alle loro alleanze in ambito europeo.

 

Non proprio al suo momento di maggiore popolarità, il Pd si prepara ad affrontare le elezioni europee all’interno del solito asse dei Socialisti & Democratici, con un’impostazione che tende a voler rafforzare l’Europa a livello di bilancio e influenza, e a perseguire obiettivi tipici della sinistra socialista. Ecco i dieci punti del Pd per l’Europa:

1. Investimenti per opere pubbliche, lavoro e sostenibilità

Per «rilanciare la crescita» il Pd propone un piano di investimenti per la ricerca, le infrastrutture, le energie rinnovabili e le politiche sociali, finanziato dal bilancio europeo, che consiste principalmente in tasse versate dai Paesi membri e quindi dai cittadini.

2. Indennità di disoccupazione europea

Per i Paesi con forte disoccupazione, un altro strumento finanziato da risorse comunitarie.

3. Introduzione dell’aliquota minima al 18%

Un’aliquota che si batte «contro la concorrenza fiscale sleale». Inoltre si prevede il principio secondo cui i profitti delle grandi multinazionali vadano tassati dove sono effettivamente realizzati.

4. Ambientalismo

Numerosi obiettivi a livello ambientale, come riduzione del 50% delle emissioni nocive entro il 2030 ed eliminazione totale entro il 2050. Bisognerà tuttavia valutare che impatto possano avere obiettivi del genere sulle aziende e in che modo dovranno essere realizzati.

5. Agricoltura sostenibile e di qualità per valorizzare e tutelare produttori e consumatori

«Per un’agricoltura competitiva e sostenibile vogliamo un bilancio europeo pari almeno a quello attuale. Vogliamo favorire la qualità, la biodiversità e sostenere le piccole imprese per valorizzare e tutelare i nostri produttori e consumatori e le tipicità dei territori».

6. Salario minimo europeo

Un punto in comune con il Movimento 5 Stelle. Tuttavia il Pd afferma anche: «No alla concorrenza sleale sulla pelle dei lavoratori. Vogliamo la parità di retribuzione per lo stesso lavoro. Contrasteremo la differenza salariale e sociale tramite un aumento degli stipendi per avere più potere d’acquisto e più produttività in modo equo nei diversi Paesi europei». Un punto che può essere considerato utopistico: come si possono davvero rendere paritari i salari per lo stesso lavoro in Paesi europei con situazioni del tutto diverse? E questo persino aumentando gli stipendi, anziché diminuirli.

7. Uguaglianza nel lavoro tra uomo e donna

Un piano per l’occupazione femminile «che favorisca politiche di conciliazione tra vita famigliare e vita lavorativa e risolva le ingiuste differenze di reddito tra uomini e donne».

8. Piano europeo per il diritto allo studio                           

«Occorre una politica europea per la ricerca. Percorsi di studio e di formazione comuni. Vogliamo triplicare i fondi per l’Erasmus e per la cultura e il riconoscimento automatico e reciproco di tutti i titoli di studio e dei periodi di studio all’estero. Dobbiamo portare l’abbandono scolastico sotto il 5%, aumentare i servizi educativi per il 50% dei bambini da zero a tre anni e del 100% per i bambini fra tre e sei anni. Vogliamo raggiungere l’obiettivo del 50% di laureati in tutta Europa. Investire il 3% del Pil europeo nella ricerca».

9. Lotta alla povertà infantile

«Serve subito un piano europeo contro la povertà infantile: 6 miliardi di euro del bilancio comunitario per i 25 milioni di bambini europei a rischio povertà, garantendo loro accesso gratuito all’assistenza sanitaria, istruzione, alloggio e alimentazione adeguata».

10. Immigrazione

Sul tema dell’immigrazione, al di là di tutto, il Pd non si pone in maniera diversa da altri partiti italiani: la posizione è quella di riformare il regolamento di Dublino e ripartire in modo più equo i migranti.

 

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