Il passaporto politico è più urgente di quello vaccinale

Di Gigi Morello

L’autore dell’articolo, Gigi Morello, è nato a a Torino e ha vissuto diversi anni negli Usa. Musicista, didatta e regista televisivo musicale, ha scritto per diverse testate specializzate nel settore musicale. Ha fondato e diretto progetti umanitari no profit e riceve dalla Croce Rossa Italiana encomi per tre diverse iniziative. Ha pubblicato nel 2020 due libri dal titolo ‘Alleanza Anti Casta’ e ‘Illuminismo Illuminato per Tempi Oscuri’, editi da Amazon. Il 4 luglio 2020 ha Fondato ‘Sogno Americano’ il primo Movimento Americanista Italiano.

 

C’è un passaporto che è ancora più urgente di quello vaccinale o di ‘immunità’. E’ necessario per proteggere il popolo dagli ennesimi attacchi alla democrazia, quelli che inesorabili arrivano da strutture nuove e vecchie se si impongono dicendo di volere fare il bene degli italiani. E’ il passaporto politico.

Troppo spesso vediamo il vecchio cercare di riciclarsi mettendo l’accento su questioni di dubbio interesse, o andare a sindacare su dettagli che non mostrano il loro vero volto, per impedire che i cittadini possano farsi una corretta opinione politica a riguardo.

Andare contro le chiusure delle attività, e persino andare contro il governo è un jolly che funziona come la carta che si usa a Monopoli per uscire dalla prigione, talvolta anche passando dal via intascando la quota consueta.

Ma esistono principi fondamentali politici che i cittadini devono conoscere. Questi dovrebbero essere elencati come generalità che permettano ai cittadini ignari e disinformati di potere vedere chi e cosa gli si para davanti agli occhi, prima di sposare le loro idee esteriori volutamente limitate.

Idee che spesso sono camuffate di nuovo senza però inoltrarsi nei fondamenti ‘scomodi’ che alla fine sono sempre più importanti dei dettagli.

Esistono particolari che ogni cittadino dovrebbe essere in grado di conoscere riguardo ad un ‘esordiente politico’ che potrebbe essere un politico attuale o qualcuno che si appresta a diventare tale, spesso nascondendo ideologie accuratamente riverniciate per nasconderne la ruggine dei decenni di misfatti e fallimenti.

Per un cittadino è importante conoscere quale sia la posizione di una forza politica su alcuni principi cardini legati alla libertà nella società civile occidentale prima di sentire se essa è contro il sistema o se essa sposa principi che vengono usati demagogicamente per ammiccare alle masse. Masse che si vogliono appositamente mantenere all’oscuro.

E non sarebbe necessario andare troppo a fondo nelle domande che dovrebbero essere accuratamente risposte in questo provocatorio Passaporto politico.

Basterebbe chiedere e far rispondere ai ‘novelli politici’, uno per uno, e senza troppi giri di parole, cosa pensano riguardo ad alcuni principi fondamentali, senza lasciarci abbindolare dai dettagli politichesi.

Basterebbe barrare con un si o no alcune domande che effettivamente sarebbero rivelatorie, e che pochi politici camuffati del giorno d’oggi sarebbero disposti a rispondere barrando una semplice casella rivelatrice.

Forse venendo che un politico barra la casella che dichiara «La proprietà privata è una questione discutibile» invece di barrare «La proprietà privata è sacra» alcuni potrebbero aprire gli occhi in maniera maggiore rispetto a se lo stesso politico dichiarasse che desidera ‘benessere per tutti’, ma che nel farlo vuole riproporre schemi dove queste risorse di benessere sa benissimo che verranno sottratte a qualcun altro, e non verranno create tramite quell’antica usanza funzionale che si chiamava ‘lavoro’.

E anche barrando la casella «I valori morali di altre civiltà hanno la stessa importanza di quelli tradizionalmente italiani» si potrebbero risolvere eventuali incomprensioni, dove vediamo alcuni principi che non riconosciamo parte della nostra tradizione che soppiantano quelli che il cittadino medio italiano riconosce come appartenenti alla patria in cui vive.

E anche una bella domanda sull’integrazione risposta come «Integrazione significa che chi viene da fuori segue le nuove regole del Paese nel quale arriva» darebbe una visione molto più chiara rispetto a quelle di un altro politico che risponde barrando la casella «Integrazione significa fondere le nuove regole di chi arriva con quelle esistenti nel Paese».

E su una casella che parla della censura, dovremmo potere riconoscere coloro che barrano la casella che dice «Ditte private che controllano i media possono censurare chi ha un’opinione contraria alla loro» da quelli che barrano la casella che riporta «Ditte private che vogliono controllare media popolari non possono censurare l’opinione di nessuno, anche se contraria alla loro».

E non mancherebbe la domanda scientifica dove alcuni sarebbero costretti a rispondere con una X anche alla presa di posizione che dice «La scienza è basata su quello che è funzionale e non può essere predominio e decisione di alcuni, anche se altolocati» rispetto alla presa di posizione che dice «un governo può imporre la propria scienza univoca».

Sarebbe da fare un piccolo studio per comprendere come formulare queste domande rivelatorie, creando poi uno specchietto rivelatore che ogni politico attuale e futuro deve compilare.

Includendo una postilla che rende il passaporto nullo in caso il politico in questione tradisca queste dichiarazioni d’intento basilari che stabiliscono la sua promessa al popolo che ha risposto in lui/lei fiducia, in base alle sue prese di posizione giurate.

Violi quello che hai dichiarato? Decadi da ogni carica perché hai tradito la fiducia del popolo che ti ha messo lì.

Perché un politico promette qualcosa agli italiani, e questa promessa deve essere mantenuta. Questo non è un rapporto che si può permettere di variare da una singola parte dell’accordo.

In fin dei conti la politica è un rapporto di fiducia tra elettore e politico. Quella fiducia che attualmente manca completamente grazie alla possibilità lasciata ai camuffati della politica e ai voltagabbana delle convenienze che scaldano le sedie a Montecitorio di ‘rappresentare’ i cittadini come pare loro. Violando ripetutamente la volontà popolare.

Alcuni potrebbero chiamarlo ‘vincolo di mandato’, ma lo si può anche chiamare «dichiarazione d’intenti come candidato rappresentante dei cittadini».

Il passaporto può avere risposte che cambiano, perché qualsiasi essere umano ha diritto di cambiare la propria opinione nel corso degli anni, ma chi deve avere fiducia in lui deve sapere quali sono questi cambiamenti.

Magari a cadenza quinquennale. Tutto viene mostrato sul sito del governo. Ogni presa di posizione e cambiamento negli anni.

Ma questa è pura fantascienza perché nell’attualità si permettono politici bugiardi all’inverosimile che promettono di ‘dimettersi’ in caso si verifichino determinate condizioni, che poi puntualmente si verificano, ma guarda caso essi rimangono spudoratamente bugiardi a scaldare la loro stessa sedia.

E il cittadino deve sapere valutare cosa è stato dichiarato e cosa invece è stato fatto dal rappresentante in questione.

Deve paragonare promessa e azione successiva.

Ma come avrete capito questa è pura fantascienza. Un passaporto del genere non sarà mai permesso proprio perché le azioni tipiche della politica sono quelle che storicamente promettono qualcosa per avere dei voti, mentre poi tutto ciò che era stato promesso cambia alla prima difficoltà o opportunità per il politico di sposare qualcosa che tradisca la fiducia degli italiani in virtù di interessi che di popolare non hanno nulla.

Quello che posso suggerire è di fare domande agli attuali e futuri politici, domande fondamentali e non superficiali. Non accettate risposte in politichese.

Non accettate una versione «sono contro x» ma indagate cosa farebbero loro se fossero al governo.

Cosa farebbero esattamente a parte l’andar contro, che sembra buono per quasi tutti i cittadini ignari e presi in giro negli anni.

Chiedete principi fondamentali, non dettagli.

Confrontate le loro dichiarazioni con i fatti compiuti. Indagate nelle loro azioni che li dimostrano contro quello che hanno promesso in ripetute occasioni.

Solo il lavoro critico dei cittadini informati potrà costruire un Paese su presupposti che siano veramente la volontà del popolo.

Cittadini che esaminano i propri rappresentanti sui fondamenti, non sul miglior slogan e sulla simpatia che mostrano sui social network.

Quel popolo che dovrebbe avere rappresentanti che dichiarano di fare qualcosa quando chiedono il nostro voto, ma che poi devono farlo senza tradirci.

 

Le opinioni espresse in quest’articolo sono dell’autore e non riflettono necessariamente quelle di Epoch Times.



 
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