Il Partito Comunista Cinese inasprisce la censura

Il 18 ottobre il Diciannovesimo Congresso nazionale della Cina determinerà chi governerà il Paese per i prossimi cinque anni. Nel frattempo, il regime cinese sta dando una stretta alla sicurezza, agli arresti e alla censura di internet, per contrastare possibili minacce in vista dell’evento, ritenuto di massima importanza.

Il 3 ottobre, stando a quanto riferito dai media cinesi, il segretario di partito di Pechino Cai Qi ha convocato una riunione con i funzionari locali del Partito esortandoli a «mantenere la sicurezza e la stabilità» nei giorni precedenti il Congresso. Il giorno dopo, nella metropolitana di Guangzhou, si annunciava invece che da ottobre in tutte le stazioni si controlleranno i passeggeri al metal detector; questo mentre nella vicina città di Shenzhen la polizia ha condotto delle prove di evacuazione presso un centro commerciale.

Insomma, la dittatura comunista cinese fa di tutto per impedire ogni forma di protesta e opposizione.
Il 2 ottobre l’avvocato dei diritti umani Di Yanmin, secondo quanto riferito da Voice of America, è stato portato in una stazione di polizia di Pechino e tenuto in stato di fermo per ventiquattro ore, mentre casa sua veniva perquisita e i suoi computer sequestrati.
Il giorno dopo l’attivista democratico di Guangzhou Xu Lin, che stava facendo visita al padre malato in provincia dell’Hunan, è stato sequestrato dalle autorità locali. Anche la sua abitazione a Guangzhou, secondo Weiquanwang (sito che fornisce notizie aggiornate su dissidenti e attivisti cinesi per i diritti umani), è stata perquisita e i libri e i materiali elettronici confiscati. Stessa sorte è toccata a Liu Sifang, attivista di Guangzhou a sua volta sequestrato dalle autorità locali.
Negli ultimi anni Liu e Xu avevano collaborato alla scrittura di canzoni sul tema della lotta per i diritti umani in Cina.

Misure repressive aggiuntive sono state intraprese anche per internet: martedì Weibo, il Twitter cinese, ha annunciato di aver cominciato a reclutare mille utenti per usarli come «agenti di monitoraggio» – in pratica censori online che «rafforzeranno la sorveglianza degli utenti, ripuliranno l’ambiente sociale di Weibo e puniranno efficacemente il contenuto pornografico, illegale e di altro genere dannoso».
Chi segnalerà duecento post riceverà ogni mese l’equivalente di 25 euro, mentre i dieci migliori censori saranno premiati con iPhone, computer portatili e altri oggetti simili.

Anche i viaggi all’estero sono finiti della morsa del regime: dal 18 al 28 ottobre, secondo quanto riferito da Radio Free Asia, i confini della regione del Tibet saranno chiusi agli stranieri e ai tibetani che vivono nella vicina regione di Amdo, nella provincia di Qinghai. Come è noto, infatti, negli ultimi anni le proteste tibetane hanno provocato una pesante risposta repressiva da parte di Pechino.

Articolo in inglese: ‘Increase in Arrests, Censorship, Ahead of China’s 19th National Congress

Traduzione di Massimiliano Russano

 
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