Il Giappone fa passi avanti per contrastare la Cina, ma non è sufficiente

Di Andrew Thornebrooke

Gli esperti ritengono che il nuovo primo ministro giapponese, Fumio Kishida, continuerà ad aumentare l’impegno del Giappone nel Dialogo sulla sicurezza quatrilaterale (Quad). Tuttavia sono necessari anche ulteriori sforzi per rafforzare l’esercito giapponese contro l’aggressione del regime cinese.

Un’area chiave di preoccupazione è la capacità delle Forze di autodifesa giapponesi (Jsdf) di svolgere adeguatamente attività militari congiunte con i suoi alleati nel Quad, il forum informale per il coordinamento strategico tra Australia, India, Giappone e Stati Uniti nell’Indo-Pacifico.

«Gli ‘alliance manager’ americani e giapponesi si sono vantati per anni che l’alleanza non è mai stata così forte», ha affermato Grant Newsham, ricercatore senior presso il Japan Forum for Strategic Studies. «Ci si chiede giustamente: rispetto a cosa?». «Ad eccezione delle loro due marine, le forze statunitensi e la Jsdf non possono davvero lavorare molto bene insieme», ha aggiunto Newsham. «Questo deve essere risolto».

La spinta a costruire l’interoperabilità tra le forze delle nazioni, che consentirebbe effettivamente ai loro eserciti di lavorare come un’unica unità congiunta in combattimento, è stata al centro dell’attenzione del Quad negli ultimi anni ed è una parte centrale della strategia alleata per mitigare l’avventurismo da parte del regime cinese, in particolare per quanto riguarda la sicurezza di Taiwan, l’isola autogovernata che Pechino rivendica come propria.

Tuttavia, le forze terrestri giapponesi non hanno ancora sviluppato con successo questa capacità interoperabile.

(Auto)difesa di Taiwan da parte del Giappone

Dopo la seconda guerra mondiale, la Costituzione del Giappone è stata modificata per consentire le forze di autodifesa nazionali, pur escludendo la formazione di un vasto esercito da usare per spedizioni militari. Nel corso del tempo, le politiche militari del Giappone si sono lentamente evolute per incorporare la difesa dei suoi alleati come estensione della sua autodifesa.

Questa evoluzione è emersa a giugno, quando il ministro della Difesa Yasuhide Nakayama ha commentato che la continua indipendenza di fatto e il governo democratico di Taiwan dovevano essere protetti per garantire la sicurezza nazionale del Giappone.

Da allora, il Giappone ha annunciato finanziamenti per nuove unità missilistiche e di guerra elettronica nelle isole Yaeyama, alcune a sole 70 miglia da Taiwan.

Newsham ha affermato che il Jsdf, nonostante tutta la sua professionalità e tecnologia, non ha ancora le capacità congiunte necessarie per vincere efficacemente una guerra contro una grande potenza come la Cina: «Militarmente, il Giappone non ha ancora affrontato le carenze della Jsdf e sviluppato le capacità della Jsdf necessarie per consentire alla Jsdf di combattere una guerra contro un avversario serio», ha affermato Newsham. «A quanto pare gli americani e i giapponesi non hanno un piano operativo congiunto nel caso in cui accada qualcosa con Taiwan. Inoltre, non esiste un quartier generale congiunto Giappone-Usa in Giappone, o da nessuna parte, dove saranno dirette le operazioni, o anche addestramento ed esercitazioni in tempo di pace».

Robert Eldridge, direttore per il Nordest asiatico presso la Global Risk Mitigation Foundation e senior fellow presso il Japan Strategic Studies Forum, crede anche che il governo di Kishida avrebbe dovuto impegnare maggiori risorse per aumentare tangibilmente la sua difesa di Taiwan se spera di dissuadere con successo la Cina: «Il Giappone non sta facendo abbastanza per porre fine all’isolamento diplomatico di Taiwan e preservare la sua sicurezza», ha detto Eldridge in una e-mail. «I discorsi e i commenti non bastano. Anche se inviano un messaggio, è necessario passare ai fatti».

A tal fine, Eldridge ha elogiato i commenti di Nakayama su Taiwan e ha sperato che il governo di Kishida seguisse l’esempio con un maggiore impegno diplomatico e militare, che crede che il popolo giapponese favorirebbe: «L’opinione pubblica giapponese sostiene che si faccia di più», ha detto Eldridge. «Purtroppo, la maggior parte dei politici non lo capisce e continua ad agire con cautela».

Un momento per scegliere

Una questione chiave a portata di mano con l’avvento del governo Kishida, quindi, è come il Giappone come nazione democratica costruirà nuove capacità dai successi del suo coinvolgimento con il Quad: «Penso che Kishida manterrà le cose sulla tendenza attuale», ha detto Newsham. «Ma questo è il problema. La difesa del Giappone è del tutto inadeguata, e senza gli americani intorno, i giapponesi sarebbero in grossi guai. Non avrebbe buone opzioni per affrontare gli aggressori cinesi, e nessuna opzione che non implichi armi nucleari».

A tal fine, Newsham ha affermato che il Giappone dovrebbe fare di più per sfruttare le lezioni apprese dalla Marina degli Stati Uniti e dagli elementi marittimi della Jsdf durante le esercitazioni militari Quad.

Inoltre, dato l’obiettivo del regime cinese di minare la legittimità e lo status delle democrazie ovunque, Newsham ha affermato che l’esempio del Giappone come nazione democratica nell’Asia orientale sarebbe doppiamente efficace una volta migliorato tali capacità militari, e che in fin dei conti il ​​Giappone è uno degli alleati chiave degli Stati Uniti e che la sua dedizione ai principi democratici non deve essere trascurata: «Certo, abbiamo alcune differenze, ma il Giappone è uno splendido esempio di libertà individuale, Stato di diritto e governo consensuale», ha commentato Newsham. «E lo stesso vale per Taiwan, del resto. Un’alleanza Usa-Giappone solidamente collegata con Jsdf e le forze statunitensi anche solidamente collegate e in grado di operare insieme è, o sarà, enormemente stabilizzante per la regione e a livello globale».

Allo stesso modo, Eldridge ha affermato che l’impegno del Giappone nei confronti dei principi democratici richiede una maggiore azione, aggiungendo che il momento per scegliere un maggiore coinvolgimento e responsabilità militare si sta avvicinando rapidamente: «Il Giappone e il governo guidato dall’Ldp nel suo insieme, e la fazione di Kishida in particolare, sono storicamente impegnati nei principi democratici del dopoguerra», ha detto Eldridge, riferendosi al Partito Liberal Democratico al potere. «Mi piacerebbe vedere Kishida farlo con più forza nel caso della Cina. [Il Giappone, ndr] deve capire che il mondo nel suo insieme, la regione in particolare, e il suo unico alleato formale, gli Stati Uniti, si aspettano che il Giappone svolga un ruolo più importante», conclude Eldridge.

 

Andrew Thornebrooke è un giornalista freelance che si occupa di questioni relative alla Cina con particolare attenzione alla difesa e alla sicurezza. Ha conseguito un master in storia militare presso la Norwich University e autore della newsletter Quixote Hyperdrive.

Articolo in inglese: Japan’s New PM to Continue Quad Support, but Country Needs Stronger Military to Counter China: Experts

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