Il G20 annuncia il piano per imporre valute e documenti di identità digitali in tutto il mondo

Di Bryan Jung

I leader del Gruppo dei 20 Paesi hanno concordato un piano per imporre un giorno valute digitali e identità digitali alle rispettive popolazioni, nonostante i timori nel pubblico che alcuni governi possano usarle per monitorare la spesa dei loro cittadini e reprimere il dissenso.

Il G20, che comprende i principali Paesi ricchi e quelli in via di sviluppo si è recentemente tenuto in India a Nuova Delhi, e ha portato all’annuncio della decisione di creare l’infrastruttura necessaria per implementare valute e identità digitali.

Il gruppo ha sottolineato che sono già in corso discussioni per creare regolamenti internazionali per le criptovalute, e al vertice «non si è parlato di vietare le criptovalute».

Molti critici temono che i governi e le banche centrali finiranno per regolamentare le criptovalute e poi le sostituiranno immediatamente con le valute digitali delle banche centrali (Cbdc), che mancano di privacy e sicurezza simili.

Il ministro delle Finanze indiano Nirmala Sitharaman, prima della riunione dei G20, ha affermato che sono in corso discussioni per costruire un quadro globale per regolamentare le criptovalute perché ritiene che le criptovalute non possano essere regolate in modo efficiente senza una totale cooperazione internazionale: «La presidenza indiana [del G20, ndr] ha messo sul tavolo questioni chiave relative alla regolamentazione o alla comprensione che dovrebbe esserci un quadro per la gestione delle questioni relative alle risorse crittografiche».

I temi principali discussi al vertice di Nuova Delhi includevano la costruzione di infrastrutture pubbliche digitali, economia digitale, criptoasset e Cbdc.

Gita Gopinath, il primo vicedirettore generale del Fondo monetario internazionale (Fmi), ha affermato in un video pubblicato su X (ex Twitter) che il G20 «ha contribuito a plasmare una prospettiva globale su come i politici dovrebbero gestire le criptovalute».

Ha anche spiegato a Business Today che «non si è parlato di vietare le criptovalute, il che è indice di un consenso globale contro tali misure».

Tuttavia, alcuni suggerimenti richiedono un’ulteriore sorveglianza delle criptovalute, che sono decentralizzate e non operano sotto il controllo delle banche centrali.

I critici sostengono che queste proposte potrebbero consentire alle autorità governative di imporre un sistema di punteggio di credito sociale e decidere come i cittadini possono spendere i propri soldi.

Il capo della Commissione Europea sottolinea nuovamente la necessità di Id digitali

Al vertice, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha chiesto sistemi di identificazione digitale simili ai passaporti vaccinali contro il Covid-19 e un organismo internazionale di regolamentazione per l’intelligenza artificiale (Ai).

Ha chiesto che le Nazioni Unite abbiano un ruolo nella regolamentazione dell’Ia e ha definito il certificato digitale Covid-19 dell’Unione Europea un modello perfetto per le infrastrutture pubbliche digitali (Dpi), che includerebbero gli Id digitali. «Molti di voi conoscono il certificato digitale CovId-19. L’Ue lo ha sviluppato da sola. Il modello era così funzionale e così affidabile che 51 Paesi in quattro continenti lo hanno adottato gratuitamente. Oggi l’Oms lo utilizza come standard globale per facilitare la mobilità in tempi di minacce alla salute. Voglio ringraziare nuovamente il dottor Tedros [il direttore generale dell’Oms, ndr] per l’eccellente collaborazione».

L’Unione Europea sta attualmente cercando di introdurre internamente un’app di «identità digitale» che comprenderebbe varie informazioni personali, inclusi passaporti, patenti di guida e cronologia medica: «Il futuro è digitale. Ho trasmesso due messaggi al G20. Dovremmo stabilire un quadro per un’intelligenza artificiale sicura e responsabile, con un organismo simile al [Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici, ndr] per il clima. Le infrastrutture pubbliche digitali sono un acceleratore della crescita. Devono essere affidabili, interoperabili e aperte a tutti», ha scritto la Von der Leyen sui social media.

Mancanza di sostegno pubblico

Il sondaggio nazionale Cbdc 2023 del Cato Institute di maggio ha rilevato che solo il 16% degli americani sostiene l’adozione di una valuta digitale delle banche centrali (Cbdc). Almeno il 68% degli intervistati ha affermato che si opporrebbe alle Cbdc se il governo iniziasse a monitorare i loro acquisti.

La maggior parte dei democratici e dei repubblicani ha espresso preoccupazione per il fatto che il governo possa controllare in che modo le persone spendono i propri soldi o addirittura impedire l’accesso ai propri conti bancari.

I governi preparano la strada alle Cbdc

Kristalina Georgieva, direttrice dell’Fmi, ha elogiato i suoi omologhi indiani tramite X per aver aperto la strada alla «creazione di una road map per la regolamentazione delle criptovalute».

Ha scritto che il Fmi sta anche «contribuendo alle proposte per un quadro politico globale».

In una dichiarazione separata, la Georgieva ha affermato: «Ci aspetta ancora molto lavoro, anche nel campo del denaro digitale e delle risorse crittografiche. A tal fine, il G20 ha incaricato le istituzioni competenti di migliorare la regolamentazione e la supervisione delle criptovalute (il Fmi sta contribuendo alle proposte per un quadro politico globale) e di portare avanti il ​​dibattito su come le valute digitali delle banche centrali potrebbero avere un impatto sull’economia globale e sul sistema finanziario».

Il capo del Fmi ha suggerito che, invece di riconoscere le criptovalute come moneta a corso legale, i governi dovrebbero creare processi di licenza e registrazione per gli emittenti di criptovalute e concentrarsi sul trattare le loro attività in modo simile.

Diverse grandi economie, tra cui Giappone e Russia, lanceranno le loro Cbdc pilota quest’anno.

La Nigeria ha introdotto eNaira, la prima valuta digitale delle banche centrali (Cbdc) emessa al mondo, ma meno dello 0,5% dei cittadini ha affermato di aver utilizzato la valuta digitale e gli sforzi del governo per incoraggiarne l’uso sono falliti.

«India Stack»

Nel frattempo, la Banca Mondiale ha anche elogiato l’uso da parte dell’India delle infrastrutture pubbliche digitali per «migliorare l’inclusione finanziaria» e la fornitura di beni e servizi pubblici. Il sistema India Stack Dpi della nazione, che comprende l’Id digitale Aadhaar e la piattaforma interoperabile di pagamenti digitali Upi, è stato citato come esempio.

Il G20 ritiene che i Dpi possano essere utili non solo nel settore finanziario, ma anche nei settori della sanità, dell’istruzione e del benessere sociale: «L’India Stack esemplifica questo approccio, combinando Id digitale, pagamenti interoperabili, un registro delle credenziali digitali e aggregazione di conti. In soli sei anni, ha raggiunto un notevole tasso di inclusione finanziaria dell’80%, un’impresa che avrebbe richiesto quasi cinquant’anni senza un approccio Dpi», ha affermato la regina Maxima dei Paesi Bassi, che ha scritto la prefazione al rapporto.

La regina è la sostenitrice speciale per la finanza inclusiva per lo sviluppo del segretario generale delle Nazioni Unite ed è stata uno dei relatori all’incontro annuale del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale a Washington lo scorso anno. «Se progettate correttamente, le Cbdc potrebbero essere una grande promessa per supportare un sistema finanziario digitale che funzioni per tutti. Ma questo è un ‘se’ importante. Se progettate e implementate pensando all’inclusione, le Cbdc potrebbero offrire molte opzioni per espandere l’accesso a chi non dispone di servizi bancari e per servire i vulnerabili e i poveri».

Tuttavia, nel dibattito sulla digitalizzazione nei Paesi Bassi, le sue dichiarazioni a sostegno del piano sono state criticate da alcuni per aver violato la norma sul ruolo della monarchia olandese in politica. «Maxima sostiene apertamente il denaro programmabile; potere nelle banche centrali, senza responsabilità parlamentare», ha scritto su X il giornalista finanziario olandese Arno Wellens, definendo la regina «un funzionario non eletto che è al di fuori della politica secondo il diritto costituzionale [olandese, ndr]», le cui dichiarazioni costituiscono quindi «un grave attacco alla democrazia».

 

L’autore dell’articolo, Bryan S. Jung, è nato e vive a New York City e ha un background in politica e nel settore legale. Si è laureato alla Binghamton University.

Articolo in inglese: G20 Announces Plan to Impose Digital Currencies and IDs Worldwide

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