Il disastro dei vaccini cinesi

Di Alex Wu

L’Italia si è unita a un elenco crescente di Paesi che mettono in dubbio i vaccini Covid-19 di fabbricazione cinese.

Il 22 giugno, al termine di un vertice dell’Unione Europea, il primo ministro italiano Mario Draghi ha dichiarato ai giornalisti: «Il vaccino cinese […] si è dimostrato non adeguato. Lo si può vedere dall’esperienza del Cile nell’affrontare l’epidemia».

Infatti, più della metà della popolazione cilena ha ricevuto i vaccini Sinovac di fabbricazione cinese, ma secondo quanto riferito, l’efficacia è del 16% dopo la prima dose e del 67% dopo una seconda. E il Cile è tra i primi 10 Paesi più colpiti dal Covid-19.

Il 24 giugno, Feng Zijian, ricercatore ed ex vicedirettore del Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie, ha ammesso in un’intervista alla Cctv dei media statali cinesi che i vaccini fabbricati in Cina non producono abbastanza anticorpi e sono meno efficaci contro la variante Delta, precedentemente nota come indiana.

La variante Delta ha causato l’85% delle infezioni nella recente ondata di Covid-19 nella provincia cinese del Guangdong, nonostante decine di milioni di residenti locali siano stati vaccinati.

Stati Uniti e Unione Europea non hanno approvato l’uso dei vaccini cinesi, e l’Ue li ha anche esclusi dal programma di pass di vaccinazione digitale, e nega infatti l’ingresso ai viaggiatori che sono stati vaccinati con vaccini cinesi. In risposta il regime ha annunciato misure di ritorsione, negando l’ingresso ai viaggiatori vaccinati con vaccini non cinesi. Le misure hanno impedito a molti cittadini cinesi d’oltremare di tornare nel Paese.

Nonostante la loro bassa efficacia e la mancanza di trasparenza nei dati degli studi, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha recentemente approvato sia i vaccini Sinopharm che Sinovac per l’uso di emergenza, mentre sempre più Paesi in tutto il mondo mettono in dubbio i vaccini cinesi.

Per esempio, il 17 giugno, più di 350 medici e operatori sanitari in Indonesia sono stati contagiati dal Covid-19, nonostante avessero ricevuto il vaccino Sinovac. Decine di loro sono stati ricoverati in ospedale, gettando serie ombre sull’efficacia del vaccino, specialmente contro le varianti più infettive del virus.

Inoltre, gli Emirati Arabi Uniti hanno reso disponibile al pubblico il vaccino Sinopharm nel dicembre 2020 e da marzo ne somministrano una terza dose, dopo aver scoperto che su alcune persone i vaccini non avevano prodotto abbastanza anticorpi.

Infatti, a marzo, Gao Fu, direttore del Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie, ha affermato che potrebbe essere necessaria una terza dose di vaccini Covid-19 prodotti in Cina per aumentarne l’efficacia.

E ad aprile, in una conferenza nazionale cinese sui vaccini e la salute, Gao ha ammesso che i vaccini cinesi, che utilizzano un virus inattivato, forniscono una bassa protezione contro le infezioni e che la loro efficacia potrebbe essere migliorata mescolando diversi tipi di vaccini realizzati con tecnologie diverse, come quella mRna utilizzata dai vaccini occidentali.

Nello stesso mese, gli Emirati Arabi Uniti hanno iniziato a somministrare il vaccino Pfizer/BioNtech come richiamo per le persone inoculate con vaccini cinesi.

All’inizio di giugno, il 47 percento della popolazione del Bahrain era stato completamente vaccinato, mentre il 60 percento aveva ricevuto l’iniezione di Sinopharm. Tuttavia, il numero di casi confermati è ora a un livello record in Bahrain e, dalla fine di maggio, i funzionari hanno offerto il vaccino Pfizer come richiamo a coloro che sono già completamente vaccinati con Sinopharm.

All’inizio di giugno, uno studio clinico in Serbia ha riferito che il 30 percento delle persone di età pari o superiore a 65 anni non ha prodotto anticorpi dopo aver ricevuto il vaccino Sinopharm. La Serbia è il primo Paese europeo a utilizzare i vaccini cinesi, nonostante non siano stati approvati dall’Agenzia europea per i medicinali. Nondimeno, molti Paesi in America Latina, Africa e Asia, oltre a Ungheria e Serbia in Europa, che stanno tutti somministrando il vaccino cinese, stanno ora assistendo a impennate di infezioni da Covid-19.

Secondo Our World in Data, Paesi come le Seychelles, il Cile, il Bahrain e la Mongolia, che hanno circa il 50-68% della loro popolazione completamente inoculata con vaccini cinesi, sono tra i primi 10 Paesi con i peggiori focolai di Covid-19.

 

Articolo in inglese: taly Rejects Chinese COVID-19 Vaccines as China Admits They’re Less Effective Against Delta Variant

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