Il Covid potrebbe star sparendo, ma ce lo diranno mai?

Di Roger L. simon

La sensazione a volte è che è più che possibile che la pandemia sia finalmente quasi finita.

Il mercato azionario lo stava certamente indicando, giorni fa, quando il Dow è salito alla grande per la seconda volta consecutiva.

Il corso tradizionale dei virus è quello di continuare a mutare per sopravvivere, ma, man mano che mutano, le nuove varianti tendono a essere più deboli.

Questo sembra essere il caso del virus del Pcc. La nuova variante Omicron, sebbene altamente trasmissibile, è apparentemente relativamente innocua: nessun decesso e quasi nessun ricovero nei circa 30 Paesi che hanno segnalato casi finora. Condivide persino materiale genetico con quell’altro coronavirus benigno, che causa il comune raffreddore.

Certo, le cose potrebbero cambiare; potrebbe arrivare una variante più pericolosa, oppure Omicron potrebbe trasformarsi in qualche modo imprevisto, ma forse stiamo assistendo all’inizio della fine di un’era in cui la politica ha sopraffatto la scienza a un livello tale da distruggere praticamente il mondo.

Che sollievo. Che felice anno nuovo potrebbe essere. Canteremmo quella grande canzone della prima guerra mondiale, «When This Bloody War Is Over». Ci sentiremmo tutti come se ci fossimo passati.

Ma non corriamo troppo. Non è ancora finita, è appena iniziata una nuova fase.

Ho due previsioni da fare di due possibili scenari, che sono in una certa misura correlate e non del tutto ottimistiche. In effetti, la seconda è quanto mai pessimista se non stiamo attenti.

Joe Biden, per ottenere una spinta politica molto necessaria, e con lui, il dottor Anthony Fauci, uno dei più grandi protagonisti del controllo della storia americana, disposto a cambiare opinione in qualsiasi momento purché seguiamo la sua opinione, canteranno vittoria e proveranno a prendersi il ​​merito di questo all’ennesima potenza, un tentativo tanto nauseante quanto ridicolo. E questo sarà ripreso da gran parte dei nostri media; ma almeno altrettanti (si spera di più) dei nostri cittadini saranno scettici. Ne scaturirà una battaglia tra le due parti non così diversa da quella che abbiamo ora.

Molto più inquietante è la seconda previsione: finché non ci sarà un cambio di regime a livello presidenziale, non ci diranno mai che la pandemia è davvero finita. Diranno invece che la situazione è leggermente migliore (per ora), ma bisogna sempre mantenere alta la guardia con estrema attenzione. Altrimenti, può tornare tutto in un attimo. Ciò significa mascherine sempre con sé (da indossare dove le autorità lo riterranno necessario) e vaccinazioni di richiamo ogni pochi mesi come fosse la pulizia dei denti, e probabilmente anche lockdown intermittenti (le scuole li potrebbero praticare come le esercitazioni antincendio.) Dovremmo comunque mantenere le distanze sociali quando possiamo. Non si sa mai cosa potrebbe avere il tuo vicino. È una buona abitudine. Come il filo interdentale. Dovremmo continuare a fare tutto questo all’infinito.

Sto esagerando? No, se chiedete al primo ministro della Nuova Zelanda, che ha già affermato che non ci sarà mai un punto finale del programma di vaccinazione nel suo Paese.

Il co-fondatore di Microsoft Bill Gates ci ha appena informato che crede che la «fase acuta» della pandemia finirà nel 2022, ma è «sorpreso» che così tanti resistano alla vaccinazione e alle mascherine.

Le regole e le restrizioni della pandemia hanno sempre riguardato innanzitutto il controllo, non la salute. Quindi dichiarare la loro fine significa perdere il controllo.

Nello specifico, è perdere il controllo sulle masse acquiescenti, perdere la possibilità di portare avanti un socialismo-comunismo americano, comunque lo si voglia definire, purché lo Stato sia più importante dell’individuo (tranne, ovviamente, di quegli individui che sono al comando).

A tutto questo non rinunceranno facilmente. Il Covid-19 ha fornito alibi per il controllo statale al di là di qualsiasi altra cosa nella maggior parte delle nostre vite. Gli ultimi due anni hanno avvicinato alla realtà i sogni della sinistra – di trasformare gli Stati Uniti – più di quanto non lo siano stati per decenni.

Fermarli sarà più difficile che fermare il Covid-19 stesso, anche se scomparirà. Il residuo sarà ancora lì. Ripulirlo e, sì, disinfettarlo, saranno tutte nostre responsabilità.

 

Roger L. Simon è un romanziere pluripremiato, sceneggiatore nominato all’Oscar, co-fondatore di Pjmedia e ora redattore per Epoch Times americano. I suoi libri più recenti sono «The Goat» (fiction) e «I Know Best: How Moral Narcissism Is Destroying Our Republic, If It Hasn’t Already» (nonfiction). Può essere trovato su Gettr e Parler @rogerlsimon.

 

Le opinioni espresse in quest’articolo sono dell’autore e non riflettono necessariamente quelle di Epoch Times.

 

Articolo in inglese: COVID May Be Waning, but Will They Tell Us?

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