Il capo di Instagram ammette: «Non siamo neutrali»

Il capo di Instagram Adam Mosseri ha dichiarato che lo staff di Facebook (a cui Instagram appartiene) ha dei pregiudizi.

«Non siamo neutrali», ha affermato Mosseri, specificando che «nessuna piattaforma è neutrale, tutti abbiamo valori e quei valori influenzano le decisioni che prendiamo. Cerchiamo di essere apolitici, ma è sempre più difficile, in particolare negli Stati Uniti, dove le persone sono sempre più polarizzate».

Il profilo di Mosseri riporta che era l’ex capo News Feed di Facebook e un designer.

La scorsa settimana la pagina Facebook del presidente Donald Trump è stata sospesa dopo la violazione del Campidoglio degli Stati Uniti. La mossa è stata criticata dai conservatori e dallo stesso Trump.

Questa settimana Facebook ha anche annunciato che cancellerà contenuti e gruppi relativi al movimento «Stop the Steal». Mosseri ne ha preso atto: «La nostra applicazione è tutt’altro che perfetta, ma vale la pena ricordare che ciò che abbiamo annunciato oggi è una nuova politica per rimuovere tutti i post, i gruppi, gli account e gli eventi che utilizzano la frase “Stop the Steal”, a meno che non lo stiano condannando. Questo ci consente di andare molto più in là di quanto abbiamo finora».

Il gigante tecnologico della Silicon Valley non ha intenzione di revocare il divieto immediato dell’account di Trump. Sheryl Sandberg di Facebook in un’intervista a Reuters afferma: «In questo momento, il rischio per la nostra democrazia era così grande che sentivamo di dover fare il passo senza precedenti di quello che è un divieto indefinito. E sono contento di averlo fatto».

All’inizio di questa settimana, rispondendo sul contraccolpo della Big Tech, Trump ha dichiarato ai giornalisti che i suoi commenti del 6 gennaio erano appropriati: «La gente pensava che quello che ho detto fosse del tutto appropriato. Non vogliamo violenza […] assolutamente nessuna violenza. Guardate invece cosa hanno detto altre persone e politici di alto livello, sulle rivolte estive, le orribili rivolte a Portland e Seattle e in vari altri luoghi, quello era il vero problema. [Quelle società Big Tech, ndr] Stanno facendo una cosa orribile al nostro Paese, credo che sarà un errore catastrofico per loro».

Non è stato solo Facebook a sospendere l’account di Trump. Twitter e molte altre società tecnologiche hanno sospeso i loro servizi per Trump e i funzionari del Partito Repubblicano, accusandoli di aver incitato alla violenza e violato i termini di servizio delle aziende. La censura percepita ha suscitato anche le reazioni dei gruppi per le libertà civili e degli esperti legali. Kate Ruane, consulente legislativo dell’Aclu, ha affermato che la decisione di Twitter di sospendere Trump dai social media costituisce un precedente per le aziende tecnologiche per mettere a tacere tutti i punti di vista, non solo quello di Trump.

 

Articolo in inglese: Head of Instagram on Bias at Facebook: ‘We’re Not Neutral’

 
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