Il bilancio delle vittime di Covid-19 in Cina 366 volte superiore a quello ufficiale?

Di Eva Fu e David Zhang

Per sostenere la sua immagine politica, il regime cinese ha sottostimato i dati sul Covid-19 fino al 17.000 percento, secondo un analista statunitense.

Questo porterebbe il numero di morti per Covid-19 in Cina a circa 1 milione e 700 mila invece di soli 4 mila 636, la cifra cumulativa di due anni che le autorità cinesi hanno mantenuto sui libri contabili. Il vero dato sarebbe 366 volte più grande di quello ufficiale.

I risultati di George Calhoun, direttore del programma di finanza quantitativa presso lo Stevens Institute of Technology, si basano sui dati di gennaio generati da un modello sviluppato dal The Economist.

La stragrande maggioranza dei decessi registrati ufficialmente in Cina è arrivata da Wuhan durante i primi tre mesi della pandemia, con solo pochi altri centinaia segnalati nel resto del Paese.

Il regime cinese ha riportato solo due ulteriori decessi dal 1 aprile 2020, cosa che rende ufficialmente la Cina come il Paese con il tasso di mortalità Covid-19 più basso al mondo. Un dato di cui Zhong Nanshan, l’epidemiologo cinese che supervisiona la risposta alle epidemie in Cina, si è vantato di recente.

Ma questo dato sbalorditivo, centinaia di volte inferiore a quello dell’America, ha fatto riflettere Calhoun: «È impossibile. È impossibile dal punto di vista medico, è statisticamente impossibile», ha dichiarato a Ntd, una tv affiliata ad Epoch Times. «Ricordate, nel 2020 non c’era vaccino, non c’era trattamento. Quindi avevi una popolazione non protetta che ha mostrato zero morti per Covid, anche se hanno avuto decine di migliaia di casi».

Curando i documenti pubblici e i rapporti di ricerca precedenti e analizzando il modo in cui il regime ha messo a tacere gli scandali in passato, Calhoun è giunto a una conclusione che gli sembra ovvia: la Cina ha fatto della sua politica «zero-Covid» un obiettivo politico e sta sistematicamente falsificando dati per sostenere la sua versione della realtà. «Qualcuno ha pubblicato un messaggio alla fine del primo trimestre del 2020 e ha detto: “Va bene, vogliamo vedere zero Covid. Questa è la nostra politica”. Ed è diventato zero-Covid».

Anomalie

La prima «pistola fumante» è un improvviso calo delle morti per Covid-19 dall’aprile 2020 dalla Cina continentale dopo un tasso di infezione «furioso», ha spiegato Calhoun. Dal 1 aprile 2020 all’8 gennaio 2022, sono stati segnalati oltre 22 mila 102 casi nella Cina continentale, secondo i dati del Johns Hopkins Coronavirus Resource Center. Nello stesso periodo sono stati registrati solo due decessi. In confronto, Hong Kong, che ha contato circa la metà delle infezioni da Covid-19 nel periodo, ha riportato 213 decessi.

Il tasso di mortalità (la percentuale di persone infette che sono morte) a Wuhan durante i primi tre mesi della pandemia è stata in media di circa il 7,7%, più di cinque volte quello degli Stati Uniti e quattro volte la media mondiale.

Tasso di mortalità dei casi a Wuhan rispetto ad altre parti del mondo. (Per gentile concessione di George Calhoun)

Calhoun sostiene che sono possibili due scenari: o il virus era «molto più letale all’inizio del 2020 a Wuhan che altrove, in qualsiasi altro momento», o in alternativa, i dati ufficiali delle infezioni dalla Cina erano troppo piccoli di un fattore tre o quattro. Un sondaggio dell’Università di Washington mostra che nei 20 mesi successivi, c’è stata una continua mancanza di dati Covid-19 dalla Cina. A partire da settembre, la Cina è diventata l’unico Paese al mondo che non ha fornito dati completi sull’eccesso di mortalità, ovvero sulle morti inspiegabili dalle normali tendenze, che possono offrire una stima approssimativa delle morti per Covid non contate.

Il modello dell’Economist cerca di colmare questa lacuna di dati. Sulla base del modello, Calhoun ha affermato che l’eccesso di mortalità in Cina era maggiore di circa il 17.000% rispetto ai morti per Covid ufficiali. Questa discrepanza, ha aggiunto, supera quelle anche di Paesi impantanati in disordini civili su larga scala, come Libia, Iraq, Afghanistan e Venezuela. Il Venezuela, il più alto tra i quattro, ha un tasso stimato del 1.100%.

Eccesso di mortalità per la Cina e molti altri Paesi. La virgola in inglese indica le migliaia (Per gentile concessione di George Calhoun)

La sottostima delle morti per virus è diffusa in tutti i Paesi. Sulla base del modello dell’Economist, il conteggio ufficiale degli Stati Uniti è inferiore di circa il 30%. Ma il caso della Cina è estremo: «Sono alle stelle. Qualcosa lo sta guidando».

Anche se il virus potrebbe non essere tutto responsabile del salto, le autorità cinesi hanno offerto pochi indizi su altre possibili spiegazioni.

La stima di Calhoun coincide con prove aneddotiche di residenti locali, reperti di documenti interni trapelati su Epoch Times e studi di ricerca sull’impatto del virus in Cina, che indicano tutti che i dati ufficiali sono grossolanamente inferiori a quelli reali.

Durante i primi mesi in cui è scoppiata la pandemia a Wuhan, alcuni dei lavoratori delle pompe funebri della città hanno detto a Epoch Times che stavano lavorando senza sosta per cremare i corpi. A marzo migliaia di urne cinerarie sono state consegnate a solo uno dei crematori, quando il numero ufficiale di morti superava appena i 2.000. Le autorità hanno aumentato il numero del 50% un mese dopo, attribuendo il divario a inefficienze amministrative.

Uno studio pubblicato su Lancet lo scorso marzo ha indicato che ad aprile 2020 ben 968 mila 800 persone a Wuhan avevano gli anticorpi, il che significherebbe che hanno sviluppato l’immunità al virus dopo essere state infettate.

Le incongruenze dei dati non si limitano alla sola Wuhan. Durante un periodo di due settimane nel febbraio 2020, un documento interno delle autorità sanitarie dello Shandong ha mostrato che quasi 2.000 persone erano risultate positive al virus, ma solo 755 infezioni erano state registrate pubblicamente.

Dei documenti trapelati suggeriscono che il regime ha continuato a considerare il controllo dei virus un compito politico.

In dei documenti recentemente ottenuti da Epoch Times, un alto funzionario cinese della provincia dello Shaanxi, la cui capitale Xi’an è attualmente colpita dal virus, ha ordinato l’adozione delle «misure più severe» per bloccare l’ulteriore diffusione del virus da Xi’an. Con l’arrivo delle Olimpiadi invernali di Pechino, uno fuoriuscita creerebbe «rischio sistemico» e «danneggerebbe l’immagine nazionale», si legge nel documento.

 

Articolo in inglese: China’s True COVID-19 Death Toll 366 Times Higher Than Official Figure, Analyst Says

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