Il Bel Canto rinasce in cinese con Shen Yun

Di Alessandro Starnoni

La Shen Yun Performing Arts è conosciuta come la migliore compagnia di danza classica cinese al mondo, e gli incantevoli spettacoli di questa compagnia no-profit, che ha sede a New York, hanno l’autentica missione di riportare in vita l’antichissima cultura cinese che nell’ultimo secolo ‘è andata perduta’ sia in Cina che nel resto del mondo, con lo scopo di far riemergere i suoi valori intrinseci dimenticati.

Ci si chiederà, se è una compagnia di danza classica cinese, cosa c’entra il Bel Canto allora? Le esibizioni che lo spettacolo propone sono diverse: danza, canto e assoli di musicisti; ruotano quindi tutte attorno alla musica, all’orchestra dal vivo che per la prima volta in uno spettacolo si esprime nel tanto inusuale quanto egregiamente riuscito incontro tra oriente e occidente, con strumenti misti presi da entrambe le culture. Il suono risultante amalgama, ci fa sentire per una serata tutti parte di un tutt’uno, unisce il mondo in un’unica realtà, e ci risveglia al messaggio universale che Shen Yun vuole mandare: amore.

Questa musica accompagna così sia le predominanti esibizioni dei leggiadri ballerini e ballerine, che tra vivaci colori, sorrisi e salti mortali sprizzano energia da tutti i pori, raccontando leggende virtuose dell’antica civiltà perduta – come quella del Viaggio in Occidente, base di diversi manga giapponesi come Dragon Ball – sia le emozionanti esibizioni di musicisti e cantanti, che rinvigoriscono lo spirito degli spettatori e toccano l’anima.

E dato che Shen Yun vuole recuperare tutto ciò che ha rappresentato il picco più alto, più spirituale dell’arte nella storia umana, per quel che riguarda le esibizioni dei cantanti ha scelto di formarli con la tecnica italiana del Bel Canto. Come aveva fatto Puccini con Turandot, la Cina e il nostro bel Paese tornano ad avvicinarsi, ma questa volta l’incontro si realizza in una maniera completamente innovativa: i testi delle canzoni sono in cinese e cantati in cinese, ma la tecnica è quella del Bel Canto.

«La caratteristica fondamentale dei cantanti solisti di Shen Yun Performing Arts è il loro utilizzo della tecnica vocale del bel canto, mentre cantano un testo in cinese. Ciò significa che il cantante deve cogliere i requisiti tecnici estremamente difficili del bel canto, conservando, al tempo stesso, l’adeguata articolazione e dizione cinese — è qualcosa senza precedenti al giorno d’oggi», si legge sul sito della compagnia.

Sebbene la tecnica del Bel Canto e la fonetica della lingua italiana abbiano una relazione oramai consolidata, la tecnica di base del canto, così come si adatta alla fisionomia del sistema vocale di ogni cantante, può adattarsi a qualsiasi lingua. La giusta articolazione della bocca nella pronuncia delle vocali permette di proiettare correttamente il suono in maschera. Ma ‘la giusta’ posizione non è fissa per ogni persona, e varia a seconda della fisionomia dell’apparato vocale di ogni cantante che, nel suo percorso di studio della sua voce, troverà quella variazione giusta che gli permetterà di raggiungere l’equilibrio tra la vocale pronunciata e il suono emesso.

Il Bel Canto è lo studio che permette di raggiungere quell’equilibrio, di seguire la natura del meccanismo vocale. Con una lingua differente, il meccanismo è semplicemente lo stesso, ma lo studio si adatterà a quella specifica fonetica, a quella specifica dizione, in questo caso il cinese.

Così, tenore e soprano di Shen Yun, tramite testi originali in cinese «colmi del pensiero filosofico sulla vita» e intrisi di «profondi strati di significato», andando oltre «i confini di nazione, etnia e cultura», omaggiano l’antica arte canora del nostro Bel Paese, la riportano letteralmente in vita affidandole una nuova anima, e le concedono al tempo stesso l’onore di poter partecipare con un ruolo principale alla ‘missione’ (artistica e non solo) di Shen Yun.

Per il suo tour mondiale 2016, la compagnia farà tappa in Italia a Milano, il 30 e 31 marzo.

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