I prestiti ‘andati a male’ pesano sullo stomaco delle grandi banche cinesi

Un sintomo evidente della crisi del settore manifatturiero cinese può essere osservato spulciando i bilanci patrimoniali delle sue principali banche.

Durante la crescita industriale del Paese nel corso degli ultimi due decenni, le cosiddette ‘Big Four’ – le quattro grandi banche statali della Cina – hanno fornito gran parte dei finanziamenti. Con la contrazione della produzione e delle esportazioni anche la quantità di prestiti si riduce.

L’anno scorso la Cina ha attraversato quella che è stata la sua peggior crescita economica negli ultimi due decenni. Tra le conseguenze vi è un accumulo di prestiti non restituiti. L’inadempienza sta gravando sempre più sui bilanci patrimoniali delle banche.

L’AUMENTO VERTIGINOSO DEI PRESTITI IN SOFFERENZA

Lo scorso anno, la Banca of China (Boc), la Banca cinese per l’Industria e il Commercio (Icbc), la Banca cinese per l’Agricoltura (AgBank) e la Banca cinese per la Costruzioni (Ccb) hanno congiuntamente perso quasi 130 miliardi di yuan (19 miliardi e mezzo di euro circa) di prestiti inaciditi, più del doppio del totale rispetto all’anno precedente.

La Ccb è stata l’ultima delle ‘Big Four’ ad annunciare utili. La Ccb ha detto che lo scorso anno ha perso quasi 36 miliardi di yuan (cinque miliardi e 400 milioni di euro circa) a causa dei prestiti in sofferenza, più del doppio della quantità che ha rimesso nel 2013.

La AgBank ha sperimentato rispetto all’anno precedente il più grande incremento delle inesigibilità, triplicando le somme: ciò non include i 26 miliardi di yuan (tre miliardi e 900 milioni di euro circa) di prestiti ‘andati a male’ che ha svenduto alle ‘società di gestione’, istituite appositamente dal Partito Comunista Cinese per mantenere puliti i bilanci delle banche.

Il deterioramento dei prestiti della AgBank è stato causato dai cali nel commercio all’ingrosso e al dettaglio, un aspetto che la Barclays ha definito «una grande preoccupazione per il futuro».

Se prendiamo la Bank of China il totale dei crediti in sofferenza, al 31 dicembre, era pari a 843 miliardi di yuan (126 miliardi e 700 milioni di euro circa), in crescita del 42 per cento rispetto alla fine del 2013. nell’anno precedente, la Icbc ha registrato un simile aumento del 33 per cento.

Il deterioramento degli attivi bancari ha coinciso con il livello più basso negli utili netti che le banche statali hanno sperimentato in un decennio. Secondo le stime di Bloomberg, nel 2014 le ‘Big Four’ – insieme alla Banca delle Comunicazioni – hanno registrato un aumento degli utili del 6,7 per cento.

IL TAGLIO DEL TASSO D’INTERESSE PER SPREMERE ULTERIORMENTE LE BANCHE

Per le grandi banche cinesi l’immediato futuro appare ancora più tetro. Dal novembre scorso, la Bank of China – la banca centrale del Paese – ha tagliato i tassi d’interesse due volte, il che aggraverà le sfide nel settore. Il tasso di interesse più basso spremerà il margine di interesse netto della banca, ossia la differenza tra l’interesse i suoi prestiti e i finanziamenti.

I crediti scaduti sono un indicatore delle sofferenze di ottenere prestiti futuri. Tra il giugno e il dicembre dello scorso anno, in tutte e quattro le banche, i prestiti scaduti sono aumentati in media del 57 per cento. È una spia rossa che lampeggia sulla possibilità di concedere prestiti in futuro.

Dal 2013 al 2014, la Bank of China ha aumentato le riserve da venti miliardi di yuan (tre miliardi di euro circa) a 189 miliardi di yuan (28 miliardi e 400 milioni di euro circa). Questo aumento del 12 per cento è di gran lunga inferiore all’aumento complessivo del 42 per cento dei crediti in sofferenza, il che significa che la banca sta fornendo a sé stessa un ammortizzatore più piccolo rispetto a un anno fa, contro le perdite sui crediti odierni.

L’ultima Purchasing Managers Index (Pmi) della Cina, pubblicato il 24 marzo ha mostrato un valore del 49,2 per cento: tale pessimismo tra i produttori cinesi è un altro segnale di avvertimento che i prestiti in sofferenza probabilmente non rallenteranno nel prossimo futuro.

Negli ultimi sei mesi, le azioni nelle ‘quattro grandi banche’ si sono riprese assieme al resto del mercato cinese. Tuttavia le recenti turbolenze economiche suggeriscono che il futuro potrebbe essere meno sereno.

 
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