I grandi piani della Cina per l’oro

Fino al 2008 Willem Middelkoop faceva il fotoreporter, ma ha sempre avuto naso per i mercati finanziari.

Negli anni 90, per esempio, ha acquistato otto immobili ad Amsterdam senza versare alcun anticipo, sfruttando solo la caduta dei tassi di interesse e il boom del mercato degli affitti ai professionisti stranieri.

In seguito ha iniziato a interessarsi anche del mercato dell’oro e del sistema monetario, predicendo correttamente la crisi finanziaria del 2008 durante le numerose partecipazioni in programmi televisivi sulle reti olandesi (oltre 5 mila).

Contemporaneamente ha fondato il Commodity Discovery Fund, un fondo per clienti facoltosi, specializzato in società minerarie attive nell’estrazione di oro e argento.

Dopo aver scritto il libro The Big Reset nel 2013, Middelkoop ha imparato a conoscere molto bene la Cina e la sua determinazione a dominare il mercato aureo globale.

Il suo libro è stato pubblicato anche in lingua cinese e presentato all’Istituto Monetario Internazionale Cinese, un importante think tank nell’ambito della valuta.

Epoch Times ha intervistato Middelkoop per approfondire il piano del governo cinese di accumulo dell’oro (attuato favorendone l’acquisizione da parte del popolo) e le mire cinesi per rivoluzionare il proprio sistema finanziario.

Qual è la visione dell’oro che ha la Cina?

La cosa più importante da capire sulla strategia aurea della Cina è che reputa l’oro un’assicurazione per il sistema finanziario e per le riserve valutarie di cui attualmente dispone.

Il Paese ha ancora 3 mila e 200 miliardi di dollari in riserve e si rende conto del fatto che l’attuale sistema del dollaro è al rush finale. La Cina ha espresso quindi, con forte insistenza, il desiderio di assicurare con l’oro la sua posizione nei confronti del dollaro.
La maggior parte delle dichiarazioni in questo senso non sono arrivate nell’emisfero occidentale, ma se si leggono gli articoli diffusi in Cina, si nota chiaramente l’intenzione che ha il Paese di ottenere «la maggiore riserva d’oro nel minor tempo possibile».

Negli anni ‘20 e ’30, la Cina disponeva di una certa quantità di oro, ma la maggior parte è stato portato via dai giapponesi, dopo l’invasione della Seconda Guerra Mondiale.
Dopo la guerra, il Kuomintang si è rifugiato a Taiwan e i depositi della Cina sono rimasti vuoti fino agli anni ‘90. Adesso è fortissimo il desiderio di accrescere le riserve auree.

In questo momento, quanto oro pensa che abbia la Cina?

Se si vuole sapere quanto oro hanno accumulato i cinesi negli ultimi 15 anni, non basta guardare i dati ufficiali.
L’oro depositato nelle banche centrali è in scarsa quantità rispetto al totale dell’oro detenuto dai cinesi. Le riserve ufficiali, infatti, ammontano a poco meno di 1.800 tonnellate, che è meno del 2 per cento di tutte le riserve di valuta estere.

Desiderano portare la quantità d’oro al 10 per cento delle riserve finanziare. La Russia ha più del 10 per cento, l’Europa e gli Stati Uniti hanno invece una percentuale maggiore. In Occidente, di solito, il 50 per cento delle riserve è invece costituito da oro.

Il governo cinese ha una linea politica ufficiale denominata ‘custodire l’oro mediante il popolo’ che è stata menzionata in un articolo pubblicato a giugno dell’anno scorso dal sito della Banca Popolare Cinese, in seguito all’aggiornamento delle riserve ufficiali.
Se si guarda alla quantità totale d’oro fisicamente presente in Cina, questa riserva ammonta a oltre 10 mila tonnellate ed è custodita nelle banche commerciali, nelle compagnie e nelle case dei cinesi. Almeno la metà è allora ‘nelle mani’ dei cittadini cinesi. La leadership cinese quindi ha studiato abbastanza bene come si è evoluta la storia della Finanza. Sanno infatti che, in situazioni di crisi, il governo centrale può confiscare l’oro e dare in cambio soldi di carta. Questo è specialmente possibile in un Paese centralizzato come la Cina.
I coreani hanno fatto lo stesso durante la crisi asiatica; gli Stati Uniti hanno fatto la stessa cosa nel 1933 quando il presidente Roosevelt ha costretto tutti gli americani a cedere il proprio oro. Ai cittadini americani, tra il 1933 e il 1974, non è stato infatti permesso di comprare o possedere oro.
In Cina allora potranno confiscare l’oro non appena ne avranno bisogno; per esempio, potrebbero farlo se dovessero perdere troppe riserve finanziarie nel difendere la valuta. Potranno anche prendersi l’oro dei comuni cittadini. Ma questa è certamente una medicina da usare solo in situazioni disperate.

Come hanno fatto ad accumulare così tanto oro, senza alzarne il prezzo a 5 mila dollari?

Non vogliono spingere in alto i prezzi dell’oro troppo velocemente; non vogliono dire apertamente che useranno l’oro come garanzia contro il sistema del dollaro. Quindi devono far finta che l’oro costituisca solo una piccola parte delle loro riserve. Stanno giocando la partita in un modo molto astuto. Se volessero vendere oro a 3 mila dollari per oncia, potrebbero farlo in una settimana, emanando semplicemente un comunicato con il quale il Paese annuncia che il 25 per cento delle riserve finanziarie saranno convertire in oro.

Che dire dello Shanghai Gold Exchange?

La Cina vuole importare il sistema di tariffazione per oro e argento da Chicago, dove i Commodity Exchange (Comex) futures vengono emessi per poi essere acquistati a Shanghai. Ha costruito così un gold exchange a Shanghai dove è consentita quasi a chiunque l’apertura di un conto per il commercio di futures dell’oro. Una transazione su tre, a Shanghai, porta a una spedizione fisica, mentre per il Comex, solo una transazione cartacea su 300 porta a una spedizione fisica.

Quindi si sta lavorando alla costruzione di un’infrastruttura mediante la quale il sistema di tariffazione di oro, argento e altre materie prime possa essere trasferito da Occidente a Oriente.

Se si guardano i numeri dei futures che vengono commercializzati adesso, per quanto riguarda l’argento, sono di più quelli in Cina che quelli negli Stati Uniti. La quantità di oro che si compra e si vende a Shanghai sta iniziando ad essere competitiva con quella del Comex.

I cinesi hanno anche comprato depositi d’oro a New York e a Londra.

In questo momento, i cinesi hanno la ‘mania dell’oro’ e si stanno chiaramente preparando per la fase successiva in cui l’oro acquisirà sempre più importanza.

Hanno anche introdotto un fondo di investimento per l’oro con degli asset totali di 16 miliardi di dollari. Grazie a questo fondo, finanziano l’esplorazione e lo sviluppo di estrazioni d’oro nei Paesi della nuova Via della Seta.

Per commercialiazzare futures dell’oro nell’attuale sistema finanziario, è necessario però ricorrere a un sistema regolatorio: serve, infatti, un sistema di regolamento per le azioni e per i bond, e uno per l’oro fisico.

Inoltre c’è bisogno di avere depositi in diverse parti del mondo. Controllando i depositi, infatti, si riesce a controllare il sistema di regolamento dell’oro, che è la base per il commercio di futures e che costituisce il meccanismo di tariffazione dell’oro stesso.
Questo meccanismo è costituito dal commercio cartaceo, ma ha comunque bisogno di essere sostenuto. Questo è il motivo per cui è necessario disporre di un deposito. Infatti, se non si ha un deposito non si può nemmeno sapere se il proprio oro sarà lì. Questo è il motivo per cui la Cina ha comprato quello [il deposito, ndr] della JP Morgan a New York e quello della Deutsche Bank a Londra.

Qual è lo scopo della Cina?

Penso che abbia un piano di lungo termine in cui l’oro gioca il ruolo principale Per la prossima fase del sistema finanziario, sta infatti strutturando dei piani in cui l’oro giocherà un ruolo dominante nell’intero sistema. Penso che la Cina preveda un forte aumento dei prezzi dell’oro.

Credo che i cinesi stiano lavorando a un piano preciso. Questa è una teoria di James Rickards: lui sostiene che, nel Fondo Monetario Internazionale, esista un’opinione condivisa, secondo la quale, quando gli Stati Uniti, l’Unione Europea e la Cina possiederanno la stessa quantità d’oro in rapporto alla loro economia, saranno in grado di attingere a questi possedimenti di circa 30 mila tonnellate e di ottenere i Diritti speciali di prelievo legati all’oro.
Sappiamo che i cinesi hanno chiesto alla Chatham House di Londra di scrivere una relazione riguardante la prossima fase del sistema monetario e, su richiesta sempre della Cina, l’oro è stato aggiunto proprio a questo studio.
È chiaro allora che i cinesi vogliono inserire l’oro nel Sistema Monetario Internazionale, quindi è possibile che in futuro attingeranno ai Diritti speciali di prelievo dell’oro.

Penso che la Cina abbia un accordo con gli Stati Uniti e il Fondo Monetario Internazionale per il quale, una parte dei possedimenti aurei cinesi rimarranno negli Stati Uniti, in un deposito di proprietà cinese. Il deposito di cui parlo è l’ex edificio della JP Morgan. I cinesi sembrano ben lieti di tenere parte del loro oro all’estero, a patto però di possedere il deposito in cui è custodito.

Quali sono i benefici?

Riportando l’oro nel sistema si può accrescere la fiducia nel sistema monetario ed evitare l’iperinflazione. Inoltre, si può usare l’oro per creare una base aurea per i Diritti speciali di prelievo.

Se si rivalutasse l’oro, diciamo, al prezzo di 8.400$, i bilanci di tutte le banche centrali ne beneficerebbero parecchio. Specialmente il bilancio del Tesoro [statunitense, ndt] e della Fed, perché i possedimenti aurei degli Usa sono ancora valutati al prezzo storico di 42$.

Se si rivaluta quest’oro, gli 11 miliardi di dollari attualmente presenti nel bilancio, crescerebbero a 2 mila e 200 miliardi di dollari. È un modo molto semplice di risolvere i bilanci caotici delle banche centrali. Rivalutare l’oro è la soluzione semplice per porre rimedio al caos.

Che dire dell’India? È il Paese con le maggiori riserve d’oro.

In India sappiamo che c’è un grande mercato grigio, o nero, dell’oro, perché i dazi all’importazione sono piuttosto alti. La Cina invece non ha dazi simili per l’oro.

L’India è ancora un Paese abbastanza isolato. Non c’è molta interconnessione tra l’India e gli altri mercati internazionali. Prima anche la Cina aveva un sistema economico chiuso, ma dagli anni ‘80 si è aperta e adesso gioca un ruolo importante nell’economia internazionale.
I cinesi sono diventati attori molto influenti in termini economici, quindi sono più importanti [rispetto agli indiani, ndt] per il sistema economico .

Pensa che i cinesi stiano usando l’oro per portare soldi fuori dal Paese?

Il popolo cinese teme specialmente alcune situazioni: molti sono i funzionari corrotti che si sono arricchiti frodando il Paese. I corrotti cercano di andare all’estero e di ottenere un secondo passaporto e una seconda casa: molti hanno comprato proprietà anche in Canada, Usa o Australia. Negli ultimi 15 anni parecchi di loro sono già scappati via dalla Cina insieme ai ‘loro’ beni finanziari.
Ma ci sono anche funzionari che guadagnano in un modo più o meno onesto. Queste persone temono una forte svalutazione del renminbi (lo yuan). Quindi il ‘cinese comune’ ha un ottimo motivo per voler portare parte della propria ricchezza fuori dalla Cina, proprio per evitare questo rischio di svalutazione.

Se si vuole portare l’oro fuori dal Paese, significa sicuramente che non ci si fida del proprio governo o che si ha paura di finire in galera, perché i soldi sono stati ottenuti in modo illegale.

Pensa che i fondi speculativi abbiano ragione nello scommettere su una svalutazione dello yuan?

I cinesi hanno sperimentato l’iperinflazione della fine degli anni 40, quindi l’iperinflazione esisteva già 70 anni fa. Il Partito Comunista Cinese a quel tempo fu in grado di ottenere il controllo grazie al caos monetario, ed è questa in parte la ragione per cui il PCC governa il Paese. Quindi, chi è al comando della Cina oggi capisce bene che deve evitare a ogni costo il crollo della fiducia nel sistema di valuta cartacea: altrimenti il Partito Comunista potrebbe perdere il potere.

È per questo che in Cina si temono fortemente i grandi movimenti nei mercati finanziari. Sanno infatti molto bene che devono controllare i mercati finanziari e valutari, ed è per questo che l’oro è oggi così importante per i cinesi: tutto questo serve a mantenere il potere.

Per saperne di più:

Articolo in inglese: China’s Global Gold Strategy

 
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