Hubei, ora si può viaggiare ma il virus è ancora nell’aria

Di Nicole Hao

La provincia cinese dell’Hubei, epicentro dell’epidemia del virus del Pcc, ha annunciato il 25 marzo che abolirà le restrizioni di viaggio per le persone che intendono lasciare la regione.

La misura è arrivata dopo che, per 5 giorni consecutivi (dal 19 al 23 marzo) la Commissione per la Salute Nazionale cinese ha riportato zero nuove infezioni a Wuhan.

Le restrizioni per la città di Wuhan invece, che è in quarantena totale dal 23 gennaio, saranno abolite dall’8 aprile. A dare l’annuncio è stata l’agenzia statale Xinhua; in esso si precisa tuttavia che tutte le scuole dell’Hubei, tra cui università, istituti tecnici, licei, scuole medie, elementari e asili, rimarranno chiuse. Le scuole sono chiuse dal 25 gennaio, ovvero dal semestre precedente al nuovo anno lunare cinese.

Tuttavia, i cittadini della provincia non si fidano dei dati del governo.

Nuove infezioni

Il 24 marzo la Commissione per la Salute Nazionale cinese ha annunciato 4 nuovi casi di infezione da virus del Pcc. Questi pazienti provengono da Wuhan, Pechino, Shanghai e Foshan, nella provincia del Guangdong della Cina orientale. I restanti casi segnalati erano infezioni importate dall’estero.

Il media statale The Paper ha riportato che i casi di Pechino e Shanghai sono dovuti a pazienti contagiati da una persona ritornata in Cina dall’estero.

China News, un altro media statale, ha riferito che il caso di Wuhan è un medico dell’Ospedale Generale dello Hubei: «Il medico ha lavorato fino a pochi giorni fa nell’ospedale. Non possiamo escludere che sia stato contagiato all’interno dell’ospedale».

Il caso del Guangdong è un uomo di 51 di Hubei, che lavora a Foshan. Il 15 gennaio l’uomo si è recato nella sua città natale, Xianning, nella provincia dell’Hubei, per le festività di capodanno. Il 17 marzo ha lasciato Xianning per arrivare nella città di Huizhou, sempre nella provincia del Guangdong; si trovava con un amico ed è rimasto lì per due giorni. Il 19 marzo è tornato nella sua casa di Foshan, per poi recarsi in ospedale il secondo giorno a seguito di febbre. Il 23 marzo, è stato segnalato come nuovo caso infetto.
Questo caso ha allarmato i cittadini cinesi perché le autorità non avevano riportato alcun nuovo caso a Xianning nell’ultimo mese.

Gli utenti in rete si sono quindi chiesti dove l’uomo potesse aver contratto il virus, e alcuni sospettano che sia indicazione del fatto che la situazione dell’epidemia a Xianning è ancora grave.

I residenti di Wuhan rimangono scettici

I funzionari cinesi non hanno segnalato nuove infezioni nella città di Wuhan dal 19 marzo al 23 marzo. Tuttavia, la Commissione per la Salute della provincia dell’Hubei ha confermato il 23 marzo che i pazienti recidivi e i pazienti asintomatici non vengono inclusi in questo conteggio, il che ha fatto sorgere domande sull’affidabilità dei dati.

Nel frattempo, i residenti del luogo hanno riferito a Epoch Times che non si fidano dei dati ufficiali.
Il signor Wang, residente nel distretto di Wuchang, nella città di Wuhan, ha spiegato all’edizione in lingua cinese di Epoch Times: «Conosciamo la situazione da diversi canali; le nuove infezioni non sono pari a zero».

Il signor Wang ha anche detto di conoscere molti casi recidivi e di nuove infezioni a Wuhan che non sono state segnalate dal governo. Ha aggiunto che i casi recidivanti sono particolarmente allarmanti perché ha sentito parlare di molti pazienti che hanno avuto una ricaduta dopo una guarigione non completa. Alcune di queste persone sono risultate negative per più di un mese, ma di recente si sono riammalate.

Il 24 marzo, Luo Bin, residente di Wuhan, ha raccontato tramite il suo canale YouTube che uno dei suoi familiari si era riammalato di recente.

Il 22 marzo, il quotidiano statale People’s Daily ha riferito che tutti e tre i membri di una famiglia di Wuhan hanno contratto nuovamente il virus e sono stati nuovamente sottoposti alle cure mediche. Il padre della famiglia, di 70 anni, era in condizioni critiche.

Il 24 marzo, Zhang Yong, anche lui residente di Wuhan, ha raccontato all’edizione cinese di Epoch Times: «[Il governo, ndr] sta ancora cercando di nascondere la verità. Negli ultimi due giorni, due persone del complesso residenziale in cui vivo sono risultate positive al virus. Ma loro [le autorità, ndr] non l’hanno riferito».

La madre di Zhang è morta a causa del virus a febbraio, ma non rientra tra i casi confermati, perché l’ospedale in cui le è stata diagnosticata la malattia non era un ospedale tra quelli designati alle cure.
«La mia famiglia è composta da sei membri; due sono morti per il virus. Ma molte famiglie a Wuhan hanno perso tutti i loro cari  ̶  ha confidato Zhang  ̶  Nel mio quartiere, due bambini sono morti di fame dopo che tutte le persone che si prendevano cura di loro sono morte a causa del virus».

Zhang ha riferito che la devastazione portata da questa epidemia è stata un brutto colpo psicologico per i residenti.
«Noi, i sopravvissuti al virus del Pcc, stiamo affrontando problemi come trovare come guadagnarsi da vivere, come rimanere al sicuro e altre difficoltà  ̶  ha concluso Zhang  ̶  Sempre più persone stanno combattendo con la pressione e la paura».

 

Articolo in inglese: China Lifts Travel Curbs in Hubei, While Residents Continue to Question Official Figures

 
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