Hong Kong, uomo condannato per aver distrutto stand del Falun Gong

Di Teresa Zhang e Nathan Amery

Hu Aimin, un filo-comunista che ha ripetutamente distrutto gli stand del Falun Gong nel dicembre 2020, è stato condannato presso la corte dei magistrati di West Kowloon (Hong Kong) in base a cinque capi d’accusa di danni penali. La sua condanna è stata posticipata al 10 dicembre.

Il magistrato Li Chi-ho ha dichiarato che il motivo della condanna è che il caso non è stato contestato a livello fattuale e l’imputato non ha negato che gli oggetti del Falun Gong a Street Station fossero stati danneggiati.

L’imputato si è difeso citando la Costituzione e la legge sulla sicurezza nazionale imposta da Pechino, per sostenere che le attività dei praticanti del Falun Gong fossero «illegali» e che quindi, allo scopo di «difendere la sicurezza nazionale», egli avrebbe avuto «il diritto di far rispettare la legge da sé».

Il magistrato Li ha risposto che l’imputato si stava arrampicando sugli specchi e ha chiesto: «Se qualcuno dice qualcosa che è offensivo per il nostro Paese, questo qualcuno può far rispettare la legge da sé anche in questo caso? Omicidi, furti e sabotaggi possono essere tutti protetti dalla legge sulla sicurezza nazionale?» L’imputato è stato dichiarato colpevole di tutti i reati in quanto non aveva alcuna giustificazione ragionevole per la sua condotta.

Gli avvocati difensori hanno affermato che l’imputato non si è pronunciato e non ha presentato ricorso. Il magistrato ha aggiornato il caso al 1° dicembre. Al momento l’imputato resta in libertà vigilata.

Sia l’accusa che la difesa hanno concordato sul fatto che l’imputato ha distrutto gli striscioni, i tabelloni, i rack per computer e altri oggetti dei praticanti del Falun Gong a Mong Kok, Wong Tai Sin e Tsim Sha Tsui rispettivamente il 13, 19 e 20 dicembre 2020, per un valore totale di 15 mila dollari di Hong Kong (1862 euro).

L’imputato era stato arrestato il 24 dicembre dello stesso anno e successivamente accusato di cinque capi d’accusa di «danneggiamento penale».

L’imputato è stato anche coinvolto nella distruzione degli stand dei praticanti del Falun Gong con diversi complici il 3 aprile 2021. Sarà processato l’8, 9 e 12 dicembre.

Le bugie del Pcc fanno commettere un crimine all’imputato

Uno dei testimoni dell’accusa, la signora Chen, una praticante del Falun Gong, praticava gli esercizi al molo di Tsim Sha Tsui il giorno dell’incidente e aveva esposto un cartellone che denunciava la persecuzione del Partito Comunista Cinese (Pcc). Hu Aimin improvvisamente si è fatto avanti e ha lanciato il suo cartellone in mare; ha anche distrutto il supporto del suo computer.

Dopo che il caso è stato giudicato, la signora Chen ha detto a Epoch Times che Wu ha subito il lavaggio del cervello dalle menzogne ​​del Pcc e credeva erroneamente che il Falun Gong fosse «illegale», il che gli ha fatto commettere il crimine: «La nostra filosofia del Falun Gong si basa su Verità, Benevolenza e Tolleranza. È legale ovunque. Anche in Cina, nessuna legge dice che siamo una ‘religione illegale’».

Jiang Zemin, l’ex leader del Pcc, aveva avviato la persecuzione del Falun Gong nel 1999 in Cina e in seguito ha inventato il falso caso di «auto-immolazione di Tienanmen» per diffamare il Falun Gong. Ma finora, né il legislatore del Pcc né il suo massimo organo esecutivo hanno annunciato pubblicamente un divieto per il Falun Gong. Nemmeno l’«Avviso su varie questioni riguardanti l’identificazione e la messa al bando delle organizzazioni settarie» promulgato dalle autorità del Pcc nel 2000 e nel 2005, menzionava il Falun Gong.

La signora Chen ha anche specificato che il motivo per cui fa informazione per le strade è perché il Falun Gong è perseguitato dal Pcc: «Nella Cina continentale non abbiamo spazio per parlarne. A Hong Kong, diciamo agli altri che abbiamo subito un torto. Hong Kong ha questa libertà». Ha rimproverato Hu Aimin e i suoi complici per i danni criminali contro persone gentili e disarmate, aggiungendo che anche dei praticanti del Falun Gong più anziani che hanno cercato di fermarli, sono stati spinti: «Non so come si possa fare una cosa del genere».

Da quando il Pcc perseguita il Falun Gong, i praticanti del Falun Gong a Hong Kong hanno protestato pacificamente contro la persecuzione nelle strade e sono stati per lungo tempo molestati e minacciati di violenza dalle organizzazioni pro-Pcc. Nel settembre 2019, la signora Liao, una praticante del Falun Gong, aveva tenuto un incontro con la polizia per discutere della parata del primo ottobre, ma è stata picchiata dalla folla fino sanguinare dalla testa. All’inizio di quest’anno il 22enne Or Hin-cham è stato condannato a due anni e nove mesi di carcere per «ferite intenzionali».

Numero del caso: Wkcc 4068/2021

 

Articolo in inglese: Pro-Beijing Man Convicted of Destroying Hong Kong Falun Gong Truth Clarification Sites

NEWSLETTER

 
Articoli correlati