Il 5 settembre il capo dell’Esecutivo di Hong Kong, Carrie Lam, ha tenuto una conferenza stampa durante la quale ha confermato la volontà di ritirare la proposta di legge sull’estradizione, quella stessa legge che ha catalizzato le proteste che stanno agitando la città da oltre tre mesi.
Il segretario alla sicurezza avvierà il procedimento di ritiro il prossimo mese, non appena si riunirà il Consiglio legislativo di Hong Kong.
Quando un giornalista ha domandato alla Lam cosa le abbia fatto cambiare idea dopo tre mesi, lei ha risposto: «Non è del tutto corretto affermare che io abbia cambiato idea».
Milioni di honkonghesi stanno scendendo in strada dal 9 giugno per chiedere al governo di ritirare la proposta di legge sull’estradizione, poiché temono che possa erodere l’autonomia di Hong Kong. La legge consentirebbe di fatto la facile estradizione dei sospetti criminali in Cina continentale, dove sarebbero poi processati nei tribunali controllati dal Partito Comunista Cinese, che, come è ben noto, vengono frequentemente utilizzati per mettere a tacere coloro che criticano il regime e punire i dissidenti. Ad Hong Kong, provincia speciale cinese ed ex colonia britannica, vige invece la democrazia.
This is art. A picture on a whiteboard in the dorm in The Chinese University of HK. #CarrieLam said she wants to listen to the public, plz go to universities in HK. #HongKongProtests #antiELAB #5DemandsNotOneLess #FollowBackHongKong pic.twitter.com/v68dqhA8Cb
— Siu Kwai (@Kwanyi_green) September 5, 2019
Durante la conferenza, la Lam ha ricordato di aver sospeso la proposta di legge già il 15 giugno e di aver affermato chiaramente nel mese di luglio che la legge fosse «morta».
In risposta, il Civic Party, in un post pubblicato su Facebook dopo la conferenza stampa di Lam, ha accusato il capo dell’Esecutivo di aver tentato di raggirare gli hongkonghesi minimizzando la differenza tra sospensione e ritiro.
Some facts you have to know about latest Hong Kong protest development.#antiELABhk pic.twitter.com/wX0ggvGMHy
— Nathan Law 羅冠聰 (@nathanlawkc) September 5, 2019
Nel frattempo le proteste sono entrate nel loro quarto mese e non sembrano destinate a concludersi nemmeno con quest’ultima conferenza stampa. Il 5 settembre, la Lam si è infatti rifiutata di soddisfare le altre richieste chiave dei manifestanti, tra le quali l’istituzione di una commissione di indagine indipendente sulle violenze perpetrate dalla polizia durante le proteste. Al contrario, il capo dell’Esecutivo ha ribadito il proprio pieno sostegno nei confronti delle forze dell’ordine.
La Lam ha nuovamente sottolineato che la sua proposta di creare una piattaforma di dialogo sia il giusto modo per risolvere l’attuale crisi e ha spiegato che la sua decisione di ritirare il disegno di legge serve proprio a gettare «le fondamenta» per il futuro dialogo.
Ha anche respinto la richiesta di amnistia dei manifestanti per tutti coloro che sono stati arrestati durante le proteste, affermando che una tale mossa sarebbe contraria allo Stato di diritto della città.
Dopo la conferenza stampa di Lam, l’ala pro-democrazia ha annunciato di avere in programma altre proteste.
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Posted by 譚凱邦 Roy Tam on Wednesday, September 4, 2019
Articolo in inglese: Hong Kong Protests to Continue Despite Leader Carrie Lam’s Withdrawal of Extradition Bill
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