Hong Kong, affluenza alle urne ai minimi storici in un contesto politico in costante peggioramento

Di Justin Zhang

La maggioranza degli elettori di Hong Kong non ha partecepitato alle recenti elezioni del Consiglio Legislativo.

L’affluenza alle elezioni del 19 dicembre è stata infatti la più bassa da quando il Partito Comunista Cinese (Pcc) ha assunto la sovranità di Hong Kong nel 1997, con solo il 30,2 per cento dei 4,5 milioni degli aventi diritto che hanno votato. Rispetto alle elezioni del 2016, c’è stato un calo del 28%.

Durante la campagna elettorale, il Pcc ha esercitato un controllo più rigoroso che mai, trasformando il Consiglio Legislativo di Hong Kong in una copia del Congresso Nazionale del Popolo (Cnp) della Cina continentale.

Un video che circola online ha mostrato che quando le squadre della campagna a favore dell’establishment (cioè della Cina comunista) sono andate di porta in porta per la campagna elettorale, un cittadino ha detto sarcasticamente: «Avete ancora bisogno di voti? Vincerete senza dubbio!».

Sotto il controllo del Pcc, i nuovi regolamenti elettorali hanno portato all’esclusione di molti candidati a favore della democrazia e i candidati a favore dell’establishment pro-regime hanno vinto tutti i 90 seggi nelle elezioni del Consiglio.

Un risultato in netto contrasto con quello del 2019, quando è emerso a Hong Kong un grande movimento democratico per il suffragio universale. Nel novembre di quell’anno, il tasso di affluenza alle urne per le elezioni del Consiglio distrettuale di Hong Kong (Dc) ha raggiunto il 71,23%, e i risultati delle elezioni hanno mostrato che l’85,9% dei nuovi membri del Dc apparteneva all’area pro-democrazia.

I «patrioti comunisti governano Hong Kong»

Nel marzo del 2021, il Cnp ha modificato il sistema elettorale di Hong Kong, affermando ufficialmente che lo slogan «I patrioti governano Hong Kong» sarebbe stato pienamente attuato. Successivamente, il regime di Hong Kong ha rapidamente collaborato e messo in atto la politica dei «solo patrioti» che limita il Parlamento ai soli candidati cosiddetti ‘patriottici’. Il termine «patrioti» si riferisce in realtà ai politici che seguono gli ordini del Pcc, che ha sempre più stretto la sua presa su Hong Kong.

L’ex consigliere distrettuale Lancelot Chan, che è stato sospeso dalle elezioni per 5 anni perché appartiene all’area pro-democrazia, ha spiegato a Epoch Times che queste elezioni non sono in pratica diverse da un regime che nomina direttamente le persone: non si tratta di un’elezione.
«Se vuoi candidarti, devi prima essere nominato dal comitato elettorale, ed è come mercanteggiare con il diavolo». Secondo Chen, dopo aver accettato le condizioni del comitato elettorale, non si può più guardare a testa alta i propri elettori.

Il Comitato Elettorale è un gruppo pro-Pechino composto da 1.500 persone provenienti da cinque settori, uno dei quali comprende deputati del Cnp, membri della Cpcpc (Conferenza politica consultiva del popolo cinese) e rappresentanti delle organizzazioni di Hong Kong controllate direttamente dal Pcc. Per essere eletti, per candidarsi alle elezioni, bisogna ricevere la loro approvazione.

Il sistema elettorale rivisto esclude completamente tutti i parlamentari per la democrazia che non piacciono al Pcc.

Dal canto suo il capo dell’esecutivo di Hong Kong, Carrie Lam, si è detta «soddisfatta» dei risultati elettorali.

Nelle elezioni del Consiglio distrettuale di Hong Kong (Dc) del 2019, l’area democratica di Hong Kong ha celebrato una vittoria storica, conquistando 389 dei 452 seggi in 18 distretti e ottenendo il controllo di 17 Consigli Distrettuali, con la sola eccezione delle cosiddette isole esterne. Tuttavia, dopo che il Congresso Nazionale del Popolo (Cnp) ha modificato il sistema elettorale di Hong Kong, girava voce che il regime avrebbe destituito i membri del Consiglio distrettuale e chiesto la restituzione dei loro stipendi e indennità da quando sono entrati in carica, cosa che ha spinto più di 260 membri del Consiglio distrettuale a dimettersi. Molti altri hanno perso il loro posto perché hanno lasciato Hong Kong o sono stati imprigionati, come l’ex consigliere del distretto centrale e occidentale Ted Hui Chi-fung, che è in esilio, e gli ex consiglieri del distretto meridionale Tiffany Yuen Ka-wai, Tsuen Wan Sham e Lester Shum, che sono stati condannati a più di tre mesi di carcere.

Durante la cerimonia di giuramento, 49 membri del campo democratico di Hong Kong sono stati interdetti dal regime di Hong Kong per non essere stati fedeli alla Regione amministrativa speciale e non aver sostenuto la Legge fondamentale. Un totale di 327 membri del Consiglio distrettuale hanno così perso i loro posti, lasciandone solo 62 in carica.

Repressione dell’area pro-democrazia

Dopo che la versione di Hong Kong della legge sulla sicurezza nazionale è stata approvata il 1° luglio 2020, il campo pro-democrazia di Hong Kong ha tenuto le elezioni primarie per le elezioni generali del Consiglio legislativo ed è stato accusato di attività illegali dal regime. Il risultato è stato l’arresto di 47 persone per violazione della legge sulla sicurezza nazionale di Hong Kong.

Nel novembre dello stesso anno, un certo numero di parlamentari pro-democrazia sono stati squalificati da Pechino e dalle autorità di Hong Kong, e per protesta il campo pro-democrazia aveva annunciato le dimissioni collettive.

La repressione del regime di Hong Kong sulle voci dissidenti non è solo nei confronti dei politici, ma si riflette anche comunemente nella repressione dei comuni cittadini che hanno partecipato al grande movimento per la democrazia del 2019.

Dal giugno 2019 al 31 luglio 2021, la polizia di Hong Kong ha arrestato 10.265 persone per aver partecipato al movimento a favore della democrazia, di cui 2.684 sono stati perseguiti e 905 condannati, con le accuse di aver partecipato a sommosse, di assemblea illegale e di aggressione che ha causato lesioni personali.

La repressione senza precedenti del regime sulla libertà di parola, associazione e riunione, nel 2021, ha fatto infuriare la gente di Hong Kong. Ma molti hanno paura di parlare, perché anche solo inoltrando un post online che richiede di esprimere un voto in bianco, qualcuno potrebbe essere arrestato. È definito dalla nuova legge elettorale come «un atto illegale per influenzare pubblicamente qualcuno a non votare o a esprimere un voto non valido durante un’elezione». Questo mese, il regime di Hong Kong ha emesso un mandato per sette ex membri esiliati del Consiglio Legislativo ed ex membri del Consiglio distrettuale e ha arrestato 10 persone con questa particolare accusa, due delle quali sono state formalmente incriminate.

La più bassa affluenza alle urne nella storia di Hong Kong

I seggi elettorali durante le elezioni del Consiglio legislativo del dicembre 2021 sono stati silenziosi. Rispetto al trambusto delle elezioni del Consiglio distrettuale nel novembre 2019, è stato più simile a un referendum, un voto del popolo di Hong Kong sul sistema elettorale.

Un precedente sondaggio indicava che solo il 30% degli elettori avrebbe votato. Il regime di Hong Kong ha fatto tutto il possibile per stimolare l’affluenza alle urne perché si trattava di perdere la faccia, la loro e quella di Pechino.

Oltre a una massiccia e costosa campagna di propaganda, il Pcc ha istituito seggi elettorali proprio vicino al confine con la Cina continentale.

Un uomo d’affari di Hong Kong nella Cina continentale, che ha chiesto di rimanere anonimo, ha detto a Epoch Times che un ufficiale di pubblica sicurezza a Shenzhen lo ha chiamato e lo ha esortato ad andare al confine per votare, mentre un altro ufficiale di pubblica sicurezza lo ha invitato a cena. Durante la cena, l’ufficiale gli ha consegnato un pacco di soldi, dicendo che potrebbe aver bisogno del suo aiuto a Hong Kong per «sostenere la scena». L’uomo d’affari ha detto che gli agenti hanno agito in modo così preciso che sembrava lo avessero fatto molte volte.

Per rendere facile e conveniente il voto per la gente di Hong Kong, il regime ha fissato la giornata delle votazioni durante il fine settimana e ha persino organizzato il trasporto pubblico gratuito.

La gente ha approfittato del trasporto gratuito, visitando Disneyland e i centri commerciali. Hanno trasformato il giorno delle votazioni in una vacanza. Ma pochi sono andati a votare.

Nello spirito della resistenza non violenta, il popolo di Hong Kong si è rifiutato di aderire al referendum.

Hong Kong sta diventando sempre più simile alla Cina continentale

Dopo che il movimento a favore della democrazia è stato soppresso dal regime nel 2019, molti cittadini di Hong Kong hanno iniziato a lasciare l’isola. Nel solo 2021,  oltre 100 mila hongkonghesi sono emigrati. Lavoravano nella finanza, nella sanità, nell’istruzione, nelle agenzie governative e nelle organizzazioni internazionali. Insieme alle loro abilità, stanno anche portando via con sè le loro ricchezze.

Secondo l’analista finanziario di Hong Kong, Jiang Tianming, le persone della Cina continentale riempiranno i posti di lavoro vacanti e apporteranno nuovo capitale e sostituiranno gradualmente le classi medie e alte di Hong Kong, e così Hong Kong diventerà sempre più simile a una ‘normale’ città della Cina continentale.

La costituzione del Pcc prevede che tutti i membri del Congresso Nazionale del Popolo (Cnp) siano eletti e che il Cnp sia la più alta autorità e organo legislativo del Paese. L’attuale Congresso è composto da nove partiti, compreso il Pcc, e da membri apartitici. Ma in realtà, ai cinesi comuni non è mai stato permesso di votare e inoltre il Cnp non ha alcun potere legislativo sostanziale, né è realmente la più alta autorità. In Cina, tutto il potere è in ultima analisi nelle mani del Partito Comunista Cinese (Pcc).

 

Articolo in inglese: Hong Kong Voter Turnout at Historical Low Amid Worsening Political Environment

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