Hong Kong accusa di sedizione il magnate dei media Jimmy Lai

Di Isabel van Brugen

Martedì i pubblici ministeri di Hong Kong hanno presentato un accusa di «pubblicazioni sediziose» contro il magnate dei media pro-democrazia di Hong Kong Jimmy Lai. Questa va ad aggiungersi alle altre che già affronta ai sensi della draconiana legge sulla sicurezza nazionale di Pechino per la sua partecipazione a una veglia sulla strage di Tiananmen nel giugno 2020.

Lai, 74 anni, fondatore di Apple Daily,  è stato accusato di cospirazione per aver stampato, pubblicato, venduto, distribuito «pubblicazioni sediziose» tra aprile 2019 e 24 giugno 2021.

La stessa accusa è stata mossa anche contro tre società di Apple Daily. I pubblici ministeri affermano che le pubblicazioni potrebbero «portare all’odio o al disprezzo o suscitare disaffezione» contro i governi di Hong Kong e quello cinese.

La disapprovazione nei confronti dei membri del governo pro-Pechino di Hong Kong è esplosa dopo la fermentazione avvenuta nel corso degli ultimi dieci anni. Questo a causa della spinta di Pechino sui progetti di legge volti a consolidare il suo controllo sull’ex colonia britannica, una spinta che è vista da molti residenti come una violazione della Dichiarazione congiunta sino-britannica del 1984 in cui il Partito Comunista Cinese (Pcc) ha accettato di lasciare che Hong Kong si autogovernasse almeno fino al 2047.

Lai è apparso lunedì alla corte dei magistrati di West Kowloon insieme ad altri sei ex dipendenti dell’Apple Daily. Il quotidiano pro-democrazia ha cessato le pubblicazioni a giugno dopo che le autorità di Hong Kong hanno fatto irruzione nella redazione, hanno congelato milioni di risorse del giornale e arrestato il personale per motivi di «sicurezza nazionale».

L’ultima accusa arriva poche settimane dopo che Lai è stato dichiarato colpevole di accuse di assemblea non autorizzata durante la veglia vietata per i fatti di piazza Tiananmen. Per tre decenni, Hong Kong ha tenuto la più grande veglia annuale del mondo il 4 giugno, allo scopo di commemorare le centinaia o potenzialmente migliaia di vite innocenti perse il 3 e 4 giugno 1989, dopo che il Pcc ha ordinato alle sue truppe di aprire il fuoco contro gli attivisti pro-democrazia e intorno a Piazza Tienanmen a Pechino.

Lai e altri si erano dichiarati non colpevoli di aver incitato altri a partecipare all’evento, dove migliaia di persone del luogo avevano sfidato il divieto e si erano riunite per la veglia del 4 giugno 2020. L’evento è stato vietato nel 2020 e nel 2021 dalla polizia di Hong Kong, per ragioni ufficialmente legate alle restrizioni per il virus del Pcc, che causa la malattia Covid-19. Nel 2021, il Pcc ha imposto il divieto a tutte le commemorazioni del massacro di Piazza Tiananmen a Hong Kong o Macao.

Lai aveva già scontato pene detentive ai sensi della legge sulla sicurezza nazionale di Hong Kong, imposta da Pechino a metà del 2020 a seguito di proteste democratiche su larga scala nel territorio governato dalla Cina.

I sei ex membri dello staff dell’Apple Daily colpiti dalla stessa accusa di sedizione includono il caporedattore Ryan Law, il vicedirettore Chan Pui-man, il signor Cheung Kim-hung, Ceo di Next Digital, la società di media madre di Apple, l’editorialista Yeung Ching-kee, l’editor dell’edizione inglese Fung Wai-kong e il senior editor Lam Man-chung. Sono stati anche accusati di «cospirazione per commettere collusione con un Paese straniero o con elementi esterni».

Il magistrato Peter Law ha rinviato il caso contro Lai e sei membri del suo ex staff al 24 febbraio, e gli imputati rimarranno in custodia fino ad allora. Il processo contro le tre società dell’Apple Daily è stato aggiornato al 10 febbraio.

 

Articolo in inglese: Hong Kong Files Sedition Charge Against Media Tycoon Jimmy Lai

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