Victor Davis Hanson: Pechino sarebbe felice di vedere Biden presidente

Di Jan Jekielek e Frank Fang

Lo storico Victor Davis Hanson sostiene che il regime cinese sarebbe felice di vedere un nuovo governo statunitense senza il presidente Donald Trump.

Se il candidato del Partito Democratico Joe Biden vincesse effettivamente le elezioni, Pechino aumenterà la sua pressione sugli alleati degli Stati Uniti nella cosiddetta regione dell’Asia-Pacifico, almeno secondo il professor Hanson, un senior fellow del think tank Hoover Institution con sede nella Stanford University.

Durante il programma American Thought Leaders di Epoch Times, Hanson ha spiegato che Pechino vede Biden come qualcuno che collaborerebbe con il regime comunista, ovvero come «un punto debole da sfruttare».

Sebbene gran parte della stampa internazionale abbia dichiarato Biden vincitore delle elezioni presidenziali, l’edizione americana di Epoch Times ha già annunciato che non lo farà fino a quando tutti i risultati saranno certificati, e le controversie legali risolte.

Hanson ha analizzato il punto di vista di Pechino sulle elezioni: «Penso che ora sarebbero molto più fiduciosi se vincesse Biden, perché la loro principale nemesi e la più grande preoccupazione svanirebbe se Trump perdesse».

L’amministrazione Trump ha osato affrontare il Partito Comunista Cinese su una serie di questioni, tra cui le pratiche commerciali sleali, lo spionaggio, la sua influenza sotterranea negli Stati Uniti, le minacce alla sicurezza poste dalla tecnologia cinese e le violazioni dei diritti umani nello Xinjiang e a Hong Kong. Ma senza una politica intransigente nei confronti della Cina, con l’America guidata da Biden, il regime potrebbe esercitare sempre più pressione su Australia, Giappone, Corea del Sud e Taiwan, i principali alleati degli Stati Uniti nella regione indo-pacifica. Pechino potrebbe «mandare qualcosa nelle acque al largo di Taiwan» e vedere come reagisce Biden.

Pechino considera Taiwan come una parte del suo territorio e ha minacciato di usare la forza militare per portare l’isola sotto il suo controllo. Infatti, il regime si oppone tenacemente ai governi e alle organizzazioni internazionali che lo invitano a desistere dalle sue pretese sull’isola, in quanto considerano Taiwan un Paese indipendente con un proprio governo, un esercito, una moneta propria, una costituzione, e un governo eletto democraticamente.

Sotto il governo Trump, che considera Taiwan come un importante alleato strategico nell’Indo-Pacifico, i legami bilaterali tra Washington e Taipei sono prosperati negli ultimi mesi. Lo indica il fatto che due alti funzionari statunitensi, come il Segretario per la Salute e i Servizi Umani Alex Azar e il Sottosegretario di Stato Keith Krach, hanno recentemente visitato Taiwan.

Turbata dalle cordiali relazioni tra Stati Uniti e Taiwan, negli ultimi mesi Pechino ha tenuto esercitazioni militari vicino alla costa taiwanese e ha inviato aerei militari in prossimità dell’isola. Secondo il ministero della Difesa nazionale di Taiwan, a novembre la Cina avrebbe violato lo spazio aereo di Taiwan 11 volte.

«Penso che siano [Pechino, ndr] deliziati [per una vittoria di Biden, ndr], e mi aspetto che siano molto cauti, ma molto, molto determinati nella traiettoria che vogliono seguire, e cioè fare pressione, fare pressione, fare pressione» ha concluso Hanson.

 

Articolo in inglese: Beijing Sees Biden as Someone Susceptible to Its Influence: Victor Davis Hanson

 
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