Gli Usa pronti a trattare con la Corea del Nord

Gli Stati Uniti – ha riferito martedì il segretario di Stato Rex Tillerson – sono disponibili a parlare con la Corea del Nord non appena il regime se la sentirà. Tuttavia, Pyongyang dovrà presentarsi al tavolo dei negoziati disposta a cambiare rotta, rispetto ai suoi programmi nucleari e missilistici. Tillerson ha anche affermato che la minaccia nordcoreana è forte e che alle forze armate statunitensi è stato ordinato di «tenere aperte tutte le possibilità».

Gli Stati Uniti chiedono alla Corea del Nord di presentarsi alle trattative dopo 60 giorni di ‘astinenza’ dal lancio di missili. I 60 giorni vanno contati a seguito dell’emanazione di una moratoria da parte della Corea del Nord: «Il miglior segnale che la Corea del Nord potrebbe darci, della sua volontà di discutere – aveva detto ad agosto Tillerson – è quello di fermare questi lanci missilistici».

Prima del suo ultimo lancio, la Corea del Nord non aveva lanciato alcun missile per 74 giorni; tuttavia, non aveva ufficialmente dichiarato una moratoria. Il Paese comunista ha ripreso con i test il 29 novembre, quando ha effettuato il lancio provocatorio di un Icbm che ha raggiunto lo spazio, prima di precipitare nelle acque della Zona economica esclusiva del Giappone.

Il presidente Donald Trump, da quando è stato eletto, ha adottato una linea molto dura contro la Corea del Nord e ha sempre chiesto la completa denuclearizzazione del Paese. Ha però incaricato Tillerson di cercare una soluzione diplomatica, mentre al contempo si prepara alla possibilità di uno scontro militare, preparazione che ha anche lo scopo di costringere la Corea del Nord a sedersi al tavolo delle trattative.

Finora il dittatore comunista nordcoreano Kim Jong Un ha rifiutato di discutere, e invece ha minacciato più volte di colpire con armi nucleari Usa e alleati, in particolare Giappone e Corea del Sud.

La situazione è stata resa ancora più complicata dalla riluttanza russa ad aumentare ulteriormente le sanzioni contro la Corea del Nord. Durante il viaggio in Asia di Trump a novembre, il presidente americano ha affermato che così la Russia rischia di annullare l’effetto delle perdite commerciali della Corea del Nord dovuto alla scelta cinese di implementare le sanzioni.
A settembre, sia Russia che Cina avevano accettato, dopo le pressioni di Trump a seguito di un test nucleare nordcoreano, di approvare e mettere in atto le nuove sanzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

Venerdì, Trump stesso aveva espresso dubbi sul fatto che le sanzioni avrebbero potuto raggiungere l’effetto desiderato: «Come parte della campagna di massima pressione sulla vile dittatura della Corea del Nord – ha affermato Trump – abbiamo imposto le sanzioni più dure mai approvate dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Abbiamo molte altre sanzioni possibili. Ma non so se le sanzioni funzioneranno con lui. Comunque, dobbiamo provarci».

Dopo il lancio del missile balistico intercontinentale del 29 novembre, Trump ha annunciato di voler far approvare ulteriori sanzioni contro il regime nordcoreano di Kim.

 

Articolo in inglese: Tillerson Says US Willing to Talk When North Korea is Ready

Traduzione di Vincenzo Cassano

 
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