Gli strani esseri verdi che esaminarono un contadino polacco negli anni 80

Uno dei problemi con le testimonianze moderne di rapimenti alieni, è che il fenomeno è già pienamente nella nostra psiche e nei film che vediamo. Mentre per gli avvistamenti dei tempi antichi, il linguaggio utilizzato manca di termini adatti e le testimonianze possono essere interpretate in vari modi. Ma c’è una storia di avvistamento che è nel punto giusto tra l’antichità e il mondo moderno.

È la storia di Jan Wolski, umile abitante della Polonia, circa 70enne il 10 maggio 1978, quando avvenne un qualcosa che lasciò il suo nome nella storia. Il signor Wolski, contadino capofamiglia pienamente in possesso delle sue facoltà mentali, come numerose indagini dimostrarono, si imbattè in due esseri strani che ritenne degli stranieri. Vestivano con un abito nero aderente a tutto il corpo, che li copriva completamente, fatta esclusione per la la zona dalla fronte al mento.

Il colore della pelle era verdognolo, gli occhi un po’ a mandorla e gli zigomi molto pronunciati. Erano saltati sul carro trainato da cavalli che il sig. Wolski stava conducendo (saltare sui carri era d’uso da quelle parti, per ottenere un passaggio) e avevano preso a chiacchierare tra loro in una strana lingua che suonava come un ta-ta-ta-ta. Per il sig. Wolski, i due ometti bassini (1,50 m) erano semplicemente dei bizzarri stranieri, forse cinesi (per gli occhi a mandorla).

Ma ad un certo punto i tre strani compagni di viaggio fermano i cavalli dinanzi ad un veicolo ancora più strano: Wolski lo descrive come una specie di pullman bianco, sollevato ad alcuni metri da terra. Parlando a gesti, i due esseri invitano il sig. Wolski a salire sul veicolo, tramite un ascensore.

Gli esseri camminavano come si cammina sul fondale marino, cioè a saltelli. Anche gli indumenti che vestivano sembravano come tute da sub, sebbene Wolski in questa descrizione si basò su un sentito dire, dato che non aveva mai visto un sub in vita sua.

Saliti sopra, la scena che il polacco descrisse è quella di un abitacolo senza luce interna, con vari posti a sedere singoli. Sul pavimento alcuni corvi vivi, ma apparentemente paralizzati. Un altro essere simile era presente nel ‘pullman’.

I due saliti sul carro invitarono sempre a gesti il sig. Wolski a spogliarsi completamente e con degli aggeggi discoidali, come dei piatti, avvicinati ai vari lati del corpo, condussero quello che potremmo definire un esame, piuttosto rapido (consisteva solo nell’avvicinare i piatti al corpo).

Dopodiché il sig. Wolski poté andarsene, togliendosi il cappello e salutando con un inchino, ricambiato dagli ‘alieni’.

Tornato a casa, il sig. Wolski – che al tempo non aveva nemmeno il concetto di alieno o di Ufo – raccontò degli stranieri e del pullman volante ai figli, che poi corsero sulla scena con altri abitanti del villaggio. In molti videro sul terreno una serie di strane impronte, di cui però non rimangono fotografie.

Del presunto incontro con alieni del signor Wolski alcuni elementi differiscono da molti altri incontri più recenti: la tipologia di alieno descritto è diversa da quella più comune (l’alieno grigio); questi presunti alieni non comunicavano telepaticamente ma a gesti, contrariamente ai casi più comuni di presunti rapimenti alieni; infine il signor Wolski non ha mai detto che si trattava di alieni, né ha ritenuto che l’esperienza avesse un qualche senso mistico, ma ha sempre riportato la cosa come un fatto concreto e materiale; il signor Wolski fu più volte intervistato ed interrogato, e sottoposto a numerosi test che non fecero altro che rafforzare la credibilità del suo racconto.

 
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