Gli scienziati contro gli Ogm

La biotecnologia ha a lungo cercato di dipingere i critici dell’ingegneria genetica come contrari alla scienza. Per convincere l’opinione pubblica che la maggior parte degli scienziati del mondo sostengono l’ingegneria genetica, è stato fatto un grande sforzo. In realtà, nella comunità scientifica, gli Ogm sono fortemente criticati. Di seguito sono riportate le opinioni professionali di solo due tra le migliaia di scienziati che sono critici e scettici riguardo agli Ogm.

LA DOTTORESSA VANDANA SHIVA

Vandana Shiva si è laureata in fisica presso l’Università del Punjab, India e in seguito ha ottenuto un dottorato di ricerca presso la University of Western Ontario, Canada. Il suo campo di studio era conosciuto come ‘Variabili nascoste e non-località nella meccanica quantistica’. Più tardi, il suo lavoro si è evoluto nella ricerca interdisciplinare nel campo della scienza, della tecnologia e della politica ambientale. La dottoressa Shiva è una coraggiosa e instancabile attivista, autrice, consulente scientifica e madre. La rivista Forbes l’ha nominata una delle sette donne più potenti al mondo.

Il termine scienza deriva dalla parola ‘scire’ – sapere. Ognuno di noi dovrebbe sapere ciò che stiamo mangiando, come è stato prodotto e quale impatto avrà sulla nostra salute.

La conoscenza necessaria per la coltivazione degli alimenti, consiste nella conoscenza della biodiversità e della vita delle sementi, della vita del suolo e della catena alimentare del suolo, dell’interazione tra le diverse specie dell’agro-ecosistema e delle diverse stagioni. Gli agricoltori sono sempre stati gli esperti in questi campi, così come i professionisti delle Scienze ambientali che studiano l’evoluzione dei microrganismi, delle piante e degli animali, della catena ecologica e della catena alimentare del suolo.

Nell’agricoltura industriale, la conoscenza dei sistemi viventi, dal momento che è stata pilotata esternamente usando come input la guerra dei prodotti chimici, è totalmente assente. Il suolo è stato definito come un contenitore vuoto per accogliere fertilizzanti sintetici e le piante sono state definite come macchine funzionanti con input esterni. Ciò ha significato sostituire le funzioni e i servizi ecologici che la natura e gli agricoltori possono fornire attraverso il rinnovamento della fertilità dei suoli, il controllo dei parassiti e delle erbacce, e il miglioramento delle sementi. Tuttavia, questo ha anche implicato l’ignoranza della distruzione delle funzioni a causa delle sostanze chimiche tossiche applicate all’agricoltura.

Questa complessa conoscenza dell’interagire, dell’auto-organizzazione, dell’auto-mantenimento, dell’auto-rinnovamento e dei sistemi di auto-evoluzione che gli agricoltori hanno avuto, viene adesso confermata attraverso gli ultimi studi nel campo dell’ecologia. Al livello dei sistemi agricoli, l’approccio veramente scientifico per la produzione alimentare è costituito dall’agro-ecologia, non dal paradigma meccanicistico e oscuro dell’agricoltura industriale.

[…]

Perché i sistemi viventi non sono macchine, sono una complessità auto-organizzata, la conoscenza di una piccola parte frammentata in isolamento e delle sue relazioni con il resto del sistema. che si traduce nella non conoscenza.

Questa violenza epistemica [legata alla conoscenza scientifica, ndr] viene adesso combinata con la violenza degli interessi corporativi nell’attaccare violentemente tutte le tradizioni scientifiche, comprese quelle che si sono evolute dal di dentro della scienza occidentale e che hanno trasceso la visione del mondo della meccanicistica.

Questa violenza in realtà sta divenendo contraria alla scienza.

[…]

La retorica per la sostituzione dei sistemi alimentari e dell’approvvigionamento delle sementi è sempre basata sul ‘seme migliorato’. Tuttavia, ciò che non è menzionato è che i semi industriali sono soltanto ‘migliorati’ nel contesto di una maggiore dipendenza dalle sostanze chimiche e da un maggior controllo da parte delle società.

La novità più recente nel discorso anti-scientifico dell’agricoltura industriale è quella di ridurre tutto a organismi geneticamente modificati.

La parola intelligenza deriva dal termine latino ‘inter legere’ che significa ‘scegliere’. Dalle muffe melmose e dai batteri, alle piante e gli animali, compreso l’uomo, l’intelligenza consiste nella scelta che facciamo, al fine di rispondere ai contesti mutevoli. La vita è un sistema cognitivo dove la comunicazione prende costantemente posto in una rete di modelli di relazione non separabili. Gli esseri viventi fanno continuamente innovazioni per affrontare le sfide ambientali che si trovano davanti.

[…]

Gli esseri umani in qualità di specie sono rimasti indietro, rispetto alle muffe melmose e ai batteri, nel fornire una risposta intelligente alle minacce ambientali che dobbiamo affrontare. Inoltre, la nostra intelligenza è ostacolata dalla falsa interpretazione della Terra vivente come materia morta, da sfruttare senza limiti per il controllo umano, la dominazione e l’avidità.

I dati del Centro per il controllo delle malattie degli Stati Uniti mostrano che secondo la tendenza attuale, nel giro di pochi decenni un bambino statunitense su due sarà autistico. Non è una specie intelligente, quella che distrugge il proprio futuro a causa di una definizione distorta e manipolata della scienza.

Come Einstein aveva osservato: «Due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana, ma non sono sicuro riguardo all’universo».

IL DOTTOR THIERRY VRAIN

Il dottor Vrain è stato in passato capo della sezione di Biotecnologia presso la Stazione di ricerca di Summerland dell’agricoltura del Canada. Il suo lavoro consisteva nell’affrontare le preoccupazioni riguardo alla sicurezza degli Ogm. Ha svolto il suo lavoro con ‘fedeltà’ per molti anni, garantendo al pubblico e ad altri scienziati la sicurezza degli Ogm. Adesso, diversi anni dopo il pensionamento, ha invertito la sua posizione.

Negli ultimi dieci anni ho cambiato la mia posizione. Ho iniziato a prestare attenzione al flusso di studi pubblicati provenienti dall’Europa, alcuni dei quali effettuati da prestigiosi laboratori e pubblicati su prestigiose riviste scientifiche, che mettevano in discussione l’impatto e la sicurezza dei prodotti dell’ingegneria genetica.

Io confuto le affermazioni delle aziende biotecnologiche, le quali sostengono che le loro colture ingegnerizzate producono di più, che necessitano di minori applicazioni di pesticidi, che non hanno alcun impatto sull’ambiente e, naturalmente, che sono sicure da mangiare.

[…]

Le piante di mais e soia geneticamente modificate, che attualmente sono ovunque nel nostro ambiente, sono registrate come insetticidi. Ma, queste piante insetticide sono regolamentate? E la sicurezza delle loro proteine è stata testata? Non dai servizi federali responsabili della sicurezza alimentare, o almeno non in Canada e non negli Stati Uniti.

L’ingegneria genetica ha quarant’anni e si basa sull’ingenua considerazione dell’ipotesi di ‘un gene-una proteina’ – un’ipotesi di settant’anni fa, secondo la quale ciascun gene codifica una singola proteina. Il ‘Progetto genoma umano’ completato nel 2002 ha dimostrato che questa ipotesi è sbagliata.

DOTTOR GILLES-ERIC SÉRALINI

Il professor Gilles-Eric Séralini, biologo presso l’Università di Caen, è stato il primo scienziato a fare uno studio a lungo termine sulla tossicità cronica degli ogm. Il suo studio è stato originariamente pubblicato sulla rivista Food and Chemical Toxicology, e una volta ritirato, è stato successivamente ripubblicato sul periodico Environmental Sciences Europe.

Le piante transgeniche (ogm) vengono caricate di pesticidi. Tre quarti di tutte le colture ogm contengono grandi quantità di Roundup, il principale pesticida al mondo creato per uccidere le erbacce. Queste piante, come la soia e il mais tolleranti al Roundup, sono state geneticamente modificate per questa ragione. La modifica genetica prevede in questo caso la possibilità di applicare il Roundup quando e nella quantità che si desidera, poiché la pianta è in grado di tollerarlo. Se si somministra una forte dose di tali pesticidi a una pianta normale, questi causano la sua morte. Gli ogm facilitano i metodi di coltivazione intensivi.

Le piante transgeniche non esistono indipendentemente dai pesticidi. Non siamo abbastanza informati. Tre quarti di loro assorbono i pesticidi e l’altro quarto, come il mais geneticamente modificato, producono il loro proprio insetticida. A causa dei pesticidi, all’interno di questi ogm c’è già la presenza di una certa tossicità che è nuova nella nostra dieta. Prima dell’avvento degli ogm, non avevamo mai assimilato attraverso l’alimentazione dei residui di Roundup a dei livelli così elevati, e lo stesso vale per gli insetticidi. Sì, gli ogm sono particolarmente pericolosi perché contengono pesticidi, ma non solo per questo. Il nostro team ha anche riscontrato effetti tossici negli ogm senza pesticidi.

Le ricerche del nostro team sono le più pubblicate al mondo, tra quelle inerenti all’impatto degli ogm e dei pesticidi sulla salute. Abbiamo fatto studi sulle cellule umane e sui ratti, sia a breve che a lungo termine (due anni). Per quanto riguarda gli studi sui ratti, siamo stati i primi a studiare così tanti parametri (decine di migliaia per il sangue e le urine) e per così tanto tempo. Questi ratti hanno consumato regolarmente ogm con pesticidi e senza pesticidi nelle stesse dosi. L’obiettivo era quello di scoprire da dove provenisse un eventuale qualunque tipo di tossicità. Siamo stati gli unici al mondo a farlo, dal momento che le aziende e le unità sanitarie non avevano mai ordinato test di durata superiore ai tre mesi. Tuttavia, lo studio è stato ritirato con grande violenza dalla rivista che lo ha pubblicato dopo che è stato introdotto nel comitato della sua redazione un ex dipendente della Monsanto, che rivestiva il ruolo di capo dei dossier della tossicologia degli ogm.

[…]

Gli ogm contengono pesticidi che si addentrano nella catena alimentare e si accumulano. D’altra parte, fanno ammalare gravemente gli animali e mangiare animali malati è molto dannoso per la salute. Questi potrebbero essere più suscettibili a infezioni e malattie, e il consumare la loro carne dovrebbe essere vietato. I pesticidi si accumulano nella catena alimentare e nel grasso dell’animale, e a livelli superiori rispetto alle piante trattate [stesse, ndr]. In precedenza, il dibattito si è incentrato sul possibile pericolo rappresentato dall’immissione del dna degli ogm nella catena alimentare, ma non è questo il problema. Nessuno aveva dimostrato che questi animali [che mangiano gli ogm, ndr] erano malati, noi lo abbiamo fatto. A causa della natura industriale della produzione e della breve durata media della vita [degli animali d’allevamento, ndr], non riusciamo a vederlo, e loro non appaiono differenti dagli altri.

I DOTTORI: STEPHANIE SENEFF; NANCY SWANSON; SHIV CHOPRA; JOHN BALATINECZ.

La dottoressa Seneff è un’autorevole ricercatrice della facoltà di Scienze informatiche e del laboratorio di Intelligenza artificiale del Massachusetts Institute of Technology( Mit). La dottoressa Swanson è medico consulente (nel ramo dell’ottica), libero professionista e autrice. Il dottor Chopra ha lavorato precedentemente per l’Health Canada [il dipartimento della salute pubblica canadese, ndt] in qualità di consigliere scientifico di microbiologia ed è anche autore. Il dottor Balatinecz è professore emerito di silvicoltura presso l’Università di Toronto. Di seguito sono riportate alcune citazioni del gruppo in collettivo e documentazioni citate da un loro articolo di opinione.

Negli Stati Uniti stiamo sperimentando un’epidemia di autismo e i media della corrente principale non sono intenzionati a occuparsene. Ci sono molto strette di mano riguardo agli ultimi dati, tuttavia qualsiasi ipotesi di tossine ambientali come responsabili, è considerata non autorizzata.

Il seguente articolo di opinione, scritto da quattro scienziati (me compreso), è stato presentato il 9 aprile al quotidiano Toronto Star, tuttavia si sono rifiutati di pubblicarlo in quanto ‘troppo controverso’. È stato successivamente presentato l’11 aprile al New York Times, ma non si sono degnati neanche di rispondere. Sembra che su questo argomento, ci sia un blackout dei media.

In che tipo di mondo stiamo vivendo, in cui la salute dei nostri figli è a rischio e ci rifiutiamo persino di guardare tutte le possibili soluzioni perché sono ‘troppo controverse’? Come hanno fatto le industrie chimiche e farmaceutiche ad arrivare a esercitare un tale potere totalitario, tanto la stampa non oserà esporle? Siamo una Nazione in grave pericolo. La stampa e il Governo si rifiutano di affrontare la questione per paura di inimicarsi le multinazionali, i cui profitti prevalgono su tutto.

[…]

Il nuovo rapporto pubblicato dai Centri statunitensi per il Controllo delle Malattie ha indicato che l’attuale diffusione dell’autismo è di un bambino su 68, in crescita del 30 per cento rispetto alla stima riportata due anni fa di uno su 88. (Il nostro attuale tasso di autismo negli Stati Uniti è di uno su cinquanta). Il tasso nel 1970 era di uno su 10 mila.

[…]

Il recente aumento drammatico del tasso di autismo non può essere spiegato sulla base della sola genetica, quindi devono esserci anche significativi contributi ambientali.

Una di noi (la dottoressa Stephanie Seneff) ha una notevole esperienza di ricerca diretta per quanto riguarda l’autismo e le sue probabili cause ambientali. Circa sette anni fa si è allarmata particolarmente per la forte evidenza di un aumento del tasso di autismo negli Stati Uniti e, in collaborazione con il signor Anthony Samsel e la dottoressa Nancy Swanson, ha deciso di indagare sistematicamente sui possibili legami con le tossine ambientali. La dottoressa Swanson ha dimostrato l’esistenza di correlazioni estremamente forti tra l’uso del glifosato nelle coltivazioni di mais e soia degli Stati Uniti e la crescente frequenza dei casi di autismo, oltre che di obesità, diabete, morbo di Parkinson, Alzheimer, demenza senile e altri disturbi. Correlazione non significa necessariamente causalità, tuttavia, quando significativi coefficienti di correlazione di oltre lo 0,95, sono statisticamente accertati per un elenco di malattie che possono essere direttamente collegate al glifosato, attraverso i suoi effetti biologici noti, sarebbe sciocco non considerare la causalità come la spiegazione più plausibile delle correlazioni.

È interessante notare che il rapido aumento dei tassi di autismo coincide con l’introduzione delle pratiche agricole industriali, come l’uso diffuso degli erbicidi (come il Roundup contenente glifosato) e dei pesticidi, nonché delle colture geneticamente modificate (inizialmente mais, soia e canola). Le colture ogm sono progettate per resistere al glifosato, affinché gli erbicidi possano uccidere solamente le erbacce e non le specie coltivate. Di conseguenza, gli alimenti ogm sono alterati dai residui di glifosato, un contaminante per la cui rilevazione non si richiede un test ai prodotti della nostra catena alimentare. Purtroppo, la maggior parte delle persone non ne è a conoscenza. Ciò che rende la situazione persino peggiore è che, per quanto prevede legge nei nostri due Paesi [gli Usa e il Canada, ndt], le etichette degli alimenti non sono tenute a riportare la dicitura ogm. Inoltre, è diventata pratica comune spruzzare con il glifosato, in qualità di essiccante pre-raccolto, le colture di grano, piselli, fagioli e canna da zucchero. Ciò che rende particolarmente pericoloso il glifosato, è che solitamente è vista come una sostanza praticamente innocua per l’uomo ed è perciò utilizzata negligentemente. Nel tempo, i suoi effetti agiscono cumulativamente e insidiosamente, minando la sanità dell’organismo.

[…]

Il processo originale di approvazione del glifosato in qualità di ‘erbicida sicuro’ era basato su un test scientifico e di sicurezza mal orientato e inadeguato, condotto dalla Food and Drug Administration (Fda). Anche le pressioni politiche esercitate dalle multinazionali sono state parte del mix ed è mancata vistosamente la voce di un media indipendente e diligente. Adesso, 25 anni dopo, stiamo tutti pagando il prezzo per tali misfatti, e probabilmente, quei milioni di bambini autistici innocenti ne sono le vittime.

I sintomi dell’autismo includono anche: lo sconvolgimento dei batteri intestinali e le malattie infiammatorie intestinali; il deficit di enzima aromatasi (Cyp); elevate concentrazioni di nitrati e ammoniaca nel siero; alterazione delle funzioni immunitarie; infiammazione cronica di basso grado nel cervello e carenze di solfato, metionina, serotonina, melatonina, zinco e ferro. Confrontiamo adesso questi sintomi ad alcuni effetti biologici negativi del glifosato. Il glifosato uccide i batteri intestinali benefici, riducendo di fatto gli amminoacidi aromatici, e questo porta a una riduzione della disponibilità di serotonina. La deficienza di serotonina non è connessa unicamente all’autismo, ma anche all’obesità, al morbo di Alzheimer, alla depressione e ai comportamenti violenti, tutti effetti che oggigiorno aumentano in frequenza contemporaneamente a un maggiore utilizzo di glifosato. Il glifosato chela (ossia intrappola) lo zinco,il manganese, il ferro, il cobalto e il molibdeno, il che porta direttamente a una carenza di questi nutrienti essenziali e a diffuse conseguenze per la salute. Il glifosato distrugge anche importanti enzimi nel fegato inibendo la sua capacità di disintossicare altre tossine, nonché quella di attivare la vitamina D. Al momento, in Nord America, la carenza di vitamina D è ampiamente diffusa.

[…]

Noi riteniamo che i maggiori fattori ambientali connessi all’autismo siano i seguenti: il glifosato (di gran lunga il principale responsabile), il mercurio (presente in vaccini e otturazioni dentali) e l’alluminio (presente in vaccini, antiacidi, antidiaforetici, farmaci e creme solari). Il mercurio e l’alluminio agiscono in sinergia con il glifosato; per esempio, il numero degli eventi avversi connessi ai vaccini, riportati nel database Vaers del Centro per il controllo delle malattie (Cdc) degli Stati Uniti, è aumentato negli ultimi dieci anni di pari passo con l’aumento dell’uso del glifosato.

IL DOTTOR DAVID SUZUKI

David Suzuki è il cofondatore della David Suzuki Foundation. È un ambientalista, scienziato e annunciatore radiofonico, molto noto per i suoi programmi radiofonici e televisivi che spiegano la complessità delle scienze naturali in modo avvincente e facilmente comprensibile.

Il dottor Suzuki – genetista e riconosciuto leader mondiale nel campo dell’ecologia sostenibile – ha ricevuto numerosi premi, tra i quali: il premio Kalinga dell’Unesco per la divulgazione scientifica, il premio Global 500, un riconoscimento del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, e il premio Right Livelihood del 2009. Attualmente è professore emerito presso l’Università della Columbia Britannica.

Introducendosi furtivamente nella nostra alimentazione a nostra insaputa, senza alcuna indicazione che tra i nostri alimenti ci sono organismi geneticamente modificati, siamo al momento involontariamente parte di un esperimento di massa.

La Fda [Food and Drug Administration, ndt] ha affermato che gli organismi geneticamente modificati non sono molto diversi dagli alimenti normali, per cui verranno trattati allo stesso modo. Il problema è questo: i genetisti seguono l’eredità dei geni. Ciò che la biotecnologia ci permette di fare è di prendere questo organismo e di trasferirlo orizzontalmente in una specie assolutamente non imparentata. Adesso, David Suzuki normalmente non si accoppia con una carota e scambia i geni. Ciò che la biotecnologia ci permette di fare è di scambiare i geni da un organismo all’altro senza tenere conto dei vincoli biologici. È una scienza molto, molto cattiva. Partiamo dal presupposto che i principi che disciplinano l’eredità di geni verticalmente, si applichino anche quando si trasferiscono i geni lateralmente o orizzontalmente. Non c’è assolutamente alcun motivo per arrivare a questa conclusione.

In un’altra intervista, ha affermato:

Credo che finché la scienza non sarà matura – cioè fino al momento in cui si potrà prendere una sequenza di dna completamente specificata, inserirla esattamente con una sequenza specifica in un recipiente e predire completamente il suo comportamento – la scienza non sarà pronta per essere applicata. Quando potremo farlo, non saremo in grado di divulgarlo, perché pubblicheremo degli articoli scientifici con risultati che non ci aspettavamo. L’ultima volta che mi sono documentato, i giornali e le riviste di biotecnologia stavano aumentando rapidamente di numero. Per me, questo significa che non dobbiamo saperne moltissimo. In ogni settore rivoluzionario, la maggior parte delle nostre idee correnti sono sbagliate. Ecco come procede la scienza – invalidando, alterando e scartando le nostre idee correnti. Quello che credevamo nel 1961, quando mi sono laureato con un dottorato di ricerca in genetica, sembra ridicolo oggi, e così sarà per le idee di oggi tra vent’anni.

LA DOTTORESSA JANE GOODALL

Prima del lavoro della dottoressa Jane Goodall, la nostra definizione della specie umana era: ‘Uomo, produttore di utensili’. La dottoressa Goodall ha fatto molte importanti scoperte scientifiche. Ha dimostrato che gli scimpanzé fanno uso di strumenti, mangiano carne e hanno un complesso sistema sociale. Ha conseguito il dottorato di ricerca in etologia presso l’Università di Oxford.

Ricordo bene l’orrore che ho provato quando ho appreso che gli scienziati erano riusciti a riconfigurare la genetica delle piante e degli animali. Le prime piante geneticamente modificate vennero create negli anni 80, ma non ho sentito parlare di loro fino agli anni 90, momento in cui sono state commercializzate. Sembrava una scioccante corruzione delle forme di vita del pianeta e non era sorprendente che molte persone fossero inorridite quanto me – e che questi organismi modificati divennero noti come ‘Frankenstein’.

C’erano di fatto delle valide ragioni scientifiche per diffidare dei nuovi alimenti; tuttavia, le colture ogm si sono diffuse in tutto il Nord America e in diverse altre parti del mondo. Come è potuto accadere? Come parte del processo, hanno ritratto le varie preoccupazioni come semplici opinioni ignoranti di individui disinformati – e deriso loro non solo come non scientifiche, ma contrarie alla scienza.

Il consenso dell’ingegneria raggiunto da un gruppo intero.

Allora si misero all’opera per convincere i funzionari pubblici e governativi – attraverso la diffusione di false informazioni – che vi era il consenso schiacciante degli esperti, basato su prove solide, secondo cui i nuovi alimenti fossero sicuri.

[…]

I sostenitori dell’ingegneria genetica hanno fermamente asserito che le colture create da questa tecnologia radicale sono essenzialmente simili a quelle da cui derivano, che il processo è magnificamente preciso e che gli alimenti geneticamente modificati, di conseguenza, sono semmai più sicuri dei loro ‘genitori’ prodotti tradizionalmente.

In realtà c’è una notevole diversità: il processo è ben lungi dall’essere preciso e i rischi sono maggiori, in particolare quello di creare tossine inaspettate che sono difficili da individuare.

E che dire del ruolo dei media? Come si è potuto tenere l’opinione pubblica americana così in larga misura all’oscuro riguardo alle realtà degli alimenti geneticamente modificati – nella misura in cui, fino a poco tempo fa, la stragrande maggioranza della popolazione non sapeva nemmeno che li stesse consumando regolarmente?

Tuttavia, mi sembra che non siano contro la scienza chi punta ai problemi della speculazione: è decisamente tutto il contrario.

LA DOTTORESSA MAE-WAN HO

La dottoressa Mae-Wan Ho ha conseguito la laurea in Biologia e il dottorato di ricerca in Biochimica negli anni 60 presso l’Università di Hong Kong. All’inizio della sua carriera accademica ha vinto una borsa di studio onorifica della National Genetics Foundation degli Stati Uniti. In seguito, è divenuta ricercatrice al Queen Elizabeth College nel Regno Unito, poi docente di Genetica nel 1976 e successivamente docente incaricato di Biologia nel 1985 alla Open University di Londra. La Ho è andata in pensione nel giugno del 2000 ed è visiting reader di Biologia presso la Open University e visiting professor di Biofisica all’Università di Catania. Attualmente, il lavoro della dottoressa Ho include quasi trecento pubblicazioni e 47 lavori sperimentali.

La dottoressa Mae-Wan Ho è uno scienziato molto consultato e una delle figure più influenti della comunità scientifica. Si è opposta ardentemente all’uso degli organismi geneticamente modificati e, nel 1999, ha fondato a Londra l’Institute of Science in Society (Isis).

Se c’è una cosa che distingue il Terzo Mondo dai Paesi industrializzati, è che nel dibattito sugli ogm, prendono la scienza molto più seriamente di quanto facciamo noi.

Sono stata ricercatrice e docente universitario di genetica da tutta la metà degli anni 70 fino ai primi anni 80, quando le nuove scoperte sul genoma fluido facevano notizia ogni settimana. I ricercatori allora stavano costruendo un nuovo paradigma: dissipare una volta per tutte l’idea che un gene è costante e indipendente dal contesto. Il pensiero che un gene potesse essere brevettato come un’invenzione, probabilmente non aveva mai attraversato la loro mente. E se così fosse, lo avrebbero respinto come uno scherzo.

[…]

Il cambiamento di paradigma che sarebbe dovuto avvenire, non si è verificato. Al contrario, la comunità scientifica è rimasta fortemente sposata al determinismo genetico, il che ha fuorviato l’ingegneria genetica, facendo apparire convincenti persino le applicazioni più immorali, come per esempio, prima tra tutte, la clonazione ‘terapeutica’ umana. Dal momento che la commercializzazione dilagante della scienza ha preso piede, la bioetica è divenuta una contraddizione nei termini.

Nel corso degli ultimi sette anni, ho dovuto seguire con molta più attenzione e in maniera più estesa gli sviluppi della scienza genetica rispetto a quanto ho seguito molti dei professionisti, solo per scoprire che tutte le mie paure riguardanti i problemi e i pericoli dell’ingegneria genetica erano state confermate.

[…]

Gli strumenti di base dell’ingegneria genetica sono i batteri, i virus e altri parassiti genetici che causano malattie e diffusione della resistenza ai medicinali e agli antibiotici. Tutto ciò che cade nelle mani degli ingegneri genetici viene sfruttato. I geni di agenti pericolosi, tra cui quelli resistenti agli antibiotici, sono abbondantemente mescolati e abbinati, o ricombinati. Come ogni genetista dovrebbe sapere, la ricombinazione del materiale genetico è uno dei principali percorsi per la creazione di nuovi ceppi di batteri e virus, alcuni dei quali potrebbero essere patogeni. (L’altro percorso è la mutazione). Inoltre, l’orientamento predominante dell’ingegneria genetica negli ultimi due decenni è stato di progettare costrutti e vettori artificiali geneticamente modificati che attraversano le barriere di specie e invadono i genomi, entrambi i quali miglioreranno il trasferimento genico orizzontale e aumenteranno ulteriormente la possibilità di ricombinazione.

Invece di rinforzare le linee guida, i nostri regolatori le hanno allentate.

Il professor Joe Cummins, mio collega, ha dimostrato, riepilogando una letteratura più aggiornata, che tutte le colture geneticamente modificate potrebbero essere instabili.

[…]

Questa estate, il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti ha approvato il rilascio nei campi di falene rosa geneticamente modificate, create con un elemento genetico mobile, il piggyBac. L’elemento è stato trovato per la prima volta nelle colture cellulari del cavolo crochet; qui ha causato forti mutazioni del virus del bruco Trichoplusiani, impiegato per il controllo dell’insetto infettando le cellule, attraversando la barriera del genoma virale. Negli esperimenti sui bachi da seta, i ricercatori avevano già riscontrato le prove che gli elementi inseriti fossero instabili e avevano la tendenza a trasferirsi nuovamente da una generazione a quella successiva.

Questi trasposoni artificiali sono già invasori aggressivi del genoma e il loro inserimento negli insetti è per dotare loro di ali, così come di un apparato boccale tagliente, in modo da poter essere liberati efficientemente su piante e animali… il risultato prevedibile è il dilagante trasferimento genico orizzontale e la ricombinazione attraverso le barriere di specie. Ciò che è ignoto e imprevedibile è quali specie di nuovi virus mortali potrebbero essere generate e quanti nuovi casi potrebbero causare di mutagenesi e cancerogenesi per inserzione.

[…]

Dobbiamo abbandonare le colture geneticamente modificate e tutti gli altri tentativi di modificare geneticamente piante, animali ed esseri umani con una tecnologia che è ampiamente riconosciuta come inaffidabile, incontrollabile e imprevedibile.

Anche le multinazionali stanno concordando sull’idea che ‘il cibo biotecnologico è morto’. Una dopo l’altra, la Aventis, la Monsanto e la Syngenta hanno annunciato che si concentreranno sulla genomica e sulla selezione convenzionale assistita da marcatori. Sebbene nel frattempo, stiano ancora costringendo il mondo, soprattutto il Terzo Mondo, ad accettare colture geneticamente modificate.

Tuttavia, tutto il pianeta è in rivolta.

[…]

Nonostante la spaventosa mancanza di finanziamenti per la ricerca, rispetto alle centinaia di milioni che sono stati investiti nell’ingegneria genetica, le pratiche e le tecnologie agricole biologiche e sostenibili, documentate in studi su studi, stanno subentrando alle biotecnologie. Almeno il 3 per cento della terra arabile, circa 28,9 milioni di ettari in Africa, Asia e America Latina, viene già coltivata in modo sostenibile, portando guadagni impressionanti nei raccolti delle colture, nonché benefici sociali, economici e sanitari. L’agricoltura biologica sta funzionando bene anche negli Stati Uniti e in Europa, con rendimenti che corrispondono e persino superano l’agricoltura agrochimica. Le aziende biologiche, sostenendo molte più specie di piante, uccelli canori, farfalle, ragni e lombrichi, sono positive per la fauna selvatica. Abbiamo bisogno dell’agricoltura biologica per un mondo che si auto-rifornisca e che possa rigenerarsi e prosperare.

L’agricoltura sostenibile è importante anche per alleviare, se non invertire, il riscaldamento globale. Un nuovo rapporto dimostra che l’agricoltura sostenibile può contribuire in modo significativo, non solo alla riduzione del consumo di combustibili fossili, ma anche ad aumentare l’isolamento del carbonio nel suolo.

La nuova genetica è radicalmente ecologica, biologica e olistica. Ecco perché l’ingegneria genetica, almeno nella sua forma attuale, non potrà mai avere successo. Si basa sulla concezione erronea che gli organismi siano macchine, e sulla negazione della complessità e della flessibilità del biologico nell’insieme.

La sfida per gli scienziati occidentali è quella di sviluppare una scienza olistica per aiutare a rivitalizzare tutti i tipi di agricoltura sostenibile non aziendale e la medicina olistica, in modo che possano realmente portare al mondo la sicurezza alimentare e la salute.

IL DOTTOR DAVID SCHUBERT

Il dottor Schubert è un biochimico a capo del Laboratorio di Neurobiologia cellulare presso il Salk Institute. Gran parte della sua ricerca si è orientata sullo studio degli ormoni e di altre sostanze che influenzano la sopravvivenza e la funzione delle cellule cerebrali.

Tenuto conto del fatto che le piante geneticamente modificate produrranno proteine in quantità diverse e, forse, delle proteine del tutto nuove rispetto alle loro specie parentali, quali saranno i potenziali esiti? Lo scenario peggiore potrebbe essere che una tossina batterica introdotta venga modificata al punto che diventerà tossica per l’uomo. La tossicità diretta potrebbe essere rapidamente rilevata una volta che il prodotto entra nel mercato, tuttavia l’attività o la tossicità cancerogena causata dall’interazione con gli altri alimenti richiederebbe decenni per essere rilevata, se mai dovesse succedere. Gli stessi risultati potrebbero essere previsti nella produzione di tossine o di agenti cancerogeni per mezzo di cambiamenti indiretti nell’espressione genica.

Infine, se i problemi di cui sopra fossero reali, cosa potrebbe essere fatto per far fronte a queste preoccupazioni? La questione della modifica secondaria potrebbe essere affrontata con un monitoraggio continuo del gene prodotto, inserito mediante la spettroscopia di massa. Il problema è che alcune modifiche secondarie, come la fosforilazione o la solfatazione, potrebbero andare perdute durante la purificazione. Tuttavia, la migliore e per me unica soluzione ragionevole, è quella di richiedere che tutti i prodotti vegetali geneticamente modificati destinati al consumo umano siano sottoposti, prima di essere commercializzati, a test di tossicità e cancerogenicità. Questi criteri di sicurezza sono richiesti per molte sostanze chimiche e per tutti i farmaci, e l’entità del danno provocato da un alimento tossico ampiamente consumato sarebbe molto maggiore di quello causato da un qualsiasi singolo farmaco.

IL DOTTOR PATRICK BROWN

Il dottor Brown è un professore del Dipartimento di Scienze Vegetali della Facoltà di Agraria e Scienze Ambientali presso l’Università della California. Il dottor Brown è un agronomo che ha conseguito il dottorato di ricerca presso l’Università Cornell.

Questo problema richiede un’immediata e premurosa attenzione da parte dei botanici. Dobbiamo riconoscere che la nostra conoscenza dei processi che regolano l’incorporazione e l’espressione genica sono ai primordi e che la nostra capacità di manipolare il genoma vegetale è primitiva. Considerata questa attuale mancanza di comprensione, è certamente possibile che le attuali normative di tutela siano inadeguate e che potrebbero non offrire una protezione sufficiente contro la creazione involontaria di problemi ecologici e di sanità.

Dal momento che l’istruzione pubblica e il sistema di ricerca si basano su un fondamento di fiducia del pubblico, è essenziale che riconosciamo e ammettiamo le incognite connesse alla biologia molecolare e agiamo con prudenza e integrità.

Da Joel EdwardsOrganic Lifestyle Magazine

 
Articoli correlati