Gli hongkonghesi chiedono il boicottaggio di Donnie Yen: è filo-Pcc

Di Summer Lawson

Il 28 febbraio la star del cinema di arti marziali di Hong Kong Donnie Yen (nominato membro del Comitato nazionale della Conferenza consultiva politica del popolo cinese) è in stato intervistato in esclusiva da Gq Hype. Ma alcuni suoi commenti non sono piaciuti agli hongkonghesi, che hanno quindi indetto una petizione per sollecitare gli Oscar a rimuovere Yen dal ruolo di presentatore del premio della serata, per via del suo sostegno al Partito Comunista Cinese (Pcc).

Durante l’intervista con la rivista britannica Gq Hype, a Donnie Yen è stato chiesto della campagna di boicottaggio contro il suo film nel 2019. Ha risposto: «Non era una protesta, ok? È stata una rivolta».

Yen ha dichiarato che non voleva «essere coinvolto nella politica» poiché «ad alcune persone potrebbe non piacere quello avrei da dire».

Gli utenti di internet hanno commentato dicendo che Yen viola i diritti umani: si è schierato con il Pcc e ha negato il diritto delle persone alla libertà e ai diritti umani.

Il 28 febbraio, un gruppo di internauti ha lanciato una campagna di petizione congiunta su change.org, in cui chiedono ai comitati degli Academy Awards di annullare l’invito a Donnie Yen come presentatore, visto il suo schieramento con il Pcc e il suo sostegno alle violazioni dei diritti umani e libertà.

Al 5 marzo la petizione ha già raccolto oltre 27.000 firme.

La petizione online è stata lanciata da Tong Wai-hung, ampiamente noto come Fu Tong, un manifestante di Hong Kong.

Tong è emigrato a Taiwan dopo essere stato arrestato, accusato e poi rilasciato per coinvolgimento nelle proteste di Hong Kong nel 2019.

La lettera congiunta afferma che Donnie Yen è un sostenitore del Pcc e un membro dell’organo consultivo nazionale del Pcc. Yen ha ripetutamente rilasciato dichiarazioni e osservazioni a sostegno della controversa legge sulla sicurezza nazionale e accusato pubblicamente i manifestanti di Hong Kong di essere «teppisti».

La lettera sostiene che Yen ha voltato le spalle agli hongkonghesi come attore di Hong Kong e ignorato le violazioni dei diritti umani del regime: «In quanto premio cinematografico riconosciuto a livello mondiale, gli Oscar dovrebbero rispettare i diritti umani e i valori morali, piuttosto che sostenere azioni che li violano».

Gli utenti reagiscono

Non appena l’intervista di Gq è stata pubblicata, gli internauti hanno invaso le pagine dei social media di Gq per contestare i commenti di Yen sulle proteste e sui manifestanti di Hong Kong.

Una persona ha scritto: «Lui deve baciare il [censurato, ndr] del Pcc per guadagnare un centesimo».

Un altro ha commentato: «Non hai bisogno di vendere la tua anima al diavolo per fare soldi».

Altri utenti online hanno fatto eco a reazioni simili, e si sono chiesti dove fosse la spina dorsale di Yen e hanno dichiarato che da quel momento in poi avrebbero boicottato i film di Donnie Yen.

Ufficialmente parte del Pcc

L’attore 59enne, che ha dichiarato di «non voler discutere di politica» nell’intervista di Gq, il 5 marzo a Pechino è entrato ufficialmente nella cerchia politica del Pcc per partecipare alle Due Sessioni come membro del Organo consultivo del Pcc.

Le due sessioni sono una conferenza annuale tra l’organo legislativo del Pcc e l’organo consultivo nazionale del Pcc.

Successivamente, Apple Taiwan ha riportato la risposta di Donnie Yen al suo nuovo titolo: «Ho sempre fatto quello che penso sia giusto nei miei film. Puoi sempre vedere il mio spirito nei miei film, cioè il mio spirito e le mie responsabilità come persona cinese. È un onore essere riconosciuto dal Paese».

Nuovo ruolo per influenzare lo sviluppo giovanile

Yen ha affermato che il suo ruolo come nuovo membro dell’organo consultivo nazionale del Pcc sarebbe quello di attrarre più investimenti ed espandere la domanda di film cinesi, in modo che l’industria possa creare più registi, rendendo orgoglioso il Paese.

Yen ha anche pianificato di inviare messaggi particolari attraverso i suoi film: «Mi concentrerò maggiormente sul coltivare la cultura cinematografica cinese. Come padre, voglio concentrarmi maggiormente sullo sviluppo dei bambini e dei giovani in Cina».

La star di John Wick ha anche dichiarato che avrebbe usato il lavoro di se stesso e del suo idolo, Bruce Lee, per raccontare «una grande storia cinese».

Da Guangzhou a Hong Kong

Yen recita dagli anni ’90. È il terzo attore di Hong Kong a diventare membro dell’Npc, dopo Liza Wang e Jackie Chan.

Nato nel 1963 a Guangzhou, Donnie Yen Tze-dan, emigrò a Hong Kong con la sua famiglia quando aveva due anni, prima che la Rivoluzione Culturale avesse luogo nel Guangxi tra il 1966 e il 1976. Suo padre era un editore di giornali. Il massacro della rivoluzione culturale del Guanxi uccise circa 150 mila persone.

Successivamente, la famiglia di Yen si trasferì negli Stati Uniti, dove Yen iniziò a studiare kung fu con sua madre in un centro di arti marziali cinesi da lei fondato a Boston.

Yen praticava le arti marziali in quanto adorava Bruce Lee sin dalla sua infanzia. Yen sostiene che la serie di film di Yip Man sia un omaggio all’eredità di Lee nelle arti marziali.

 

Articolo in inglese: Netizens Call for Boycott of John Wick Star Donnie Yen After He Called Hong Kong Protesters Rioters

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