Gli alberi in città aiutano davvero a pulire l’aria?

Può sembrare scontato affermare che gli alberi migliorino la qualità dell’aria. Dopotutto, è risaputo che gli alberi assorbono l’anidride carbonica e che le loro foglie possono trattenere gli inquinanti come il diossido di azoto (NO?), l’ozono e pericolose microparticelle prodotte dai veicoli diesel, dalla cottura e dalla combustione del legno.

Eppure, alcuni studi recenti suggeriscono che gli alberi potrebbero, di fatto, peggiorare la qualità dell’aria nelle città, ‘intrappolando’ le sostanze inquinanti al livello della strada. Uno sguardo più da vicino sulle prove – e sul modo utilizzato per raccoglierle – rivela la radice della discussione e può aiutare ad arrivare a una compressione più complessa dell’influenza degli alberi sull’ambiente urbano.

Si parte da un principio: non sono gli alberi che inquinano l’aria delle città nel mondo industrializzato. Piuttosto, sono i veicoli stradali la causa dell’inquinamento; e le case automobilistiche lo sanno molto bene. Per di più il loro effetto è aggravato dalle scelte che l’uomo compie riguardo a cosa si guida e al modo in cui lo si fa.

Inoltre molte caratteristiche del paesaggio urbano influenzano il modo in cui l’aria si muove nella città. Oggetti impermeabili come gli edifici e quelli permeabili come gli alberi modificano il percorso dell’aria rispetto a quello che le viene imposto dai modelli atmosferici, come i sistemi di alta e bassa pressione. Il paesaggio urbano trasforma i venti freschi in spirali d’aria, che possono trattenere le sostanze inquinanti vicino alla fonte (incidendo sulla salute di cuori e polmoni vulnerabili) oppure sollevarle da terra.

Quindi, la possibilità che il paesaggio intrappoli o rilasci l’aria dipenderà in forte misura dall’esatta disposizione delle strade, degli edifici, dei parchi, dell’alberatura urbana, degli incroci e anche dei cartelloni pubblicitari e degli altri arredi stradali.

PUNTI CRITICI

Gli alberi influenzano il paesaggio urbano in diversi modi impercettibili. Il loro impatto è dilagante e difficile da individuare: basti pensare all’alterazione dei flussi d’aria, alla raccolta dei depositi di sostanze inquinanti e all’influenza della composizione chimica dell’atmosfera.

Nel tessuto urbano le microscopiche sostanze inquinanti si depositano sulle tutte le tipologie di superfici, nonostante l’aria soffi con un moto vorticoso e roteante. E gli alberi sono particolarmente efficaci nel trattenere queste particelle, grazie alla loro superficie ampia e porosa. Infatti, un modo per capire se gli alberi stiano aiutando a ridurre l’inquinamento dell’aria è calcolare la stima della massa delle sostanze inquinanti depositate. Di solito gli esperimenti per misurare gli inquinanti depositati sono condotti nel bel mezzo di campi pianeggianti, dove è più semplice interpretare le misurazioni. Ma, ovviamente, una città è un ambiente del tutto diverso, e non è chiaro se questi risultati siano da ritenersi validi anche negli ambienti urbani, per loro natura altamente variabili.

Gli studi sperimentali sono riusciti a dimostrare con certezza che le sostanze inquinanti si depositino sulle foglie. Ma non è un compito facile convertire tali misurazioni in una stima di come cambino le concentrazioni, ossia le quantità di sostanze inquinanti per metro cubo di aria. Ed è questa la concentrazione che conta veramente: perché si respira l’aria, non si leccano le foglie.

Per fare qualche esempio, alcune sostanze inquinanti, come il biossido di azoto, sono emesse sia durante l’utilizzo di carburanti da parte degli umani che nelle reazioni chimiche che avvengono nell’atmosfera. Altre sostanze inquinanti, in particolare l’ozono, vengono prodotte solo attraverso le reazioni nell’atmosfera tra l’ossido d’azoto e i fumi dei solventi derivanti dal petrolio, oppure con la benzina o con altre sostanze chimiche simili. La produzione di ozono tossico avviene semplicemente come conseguenza del consumo di combustibili fossili; questo succede in particolare quando le condizioni afose e stabili del periodo estivo forniscono la luce necessaria per dare inizio alle reazioni chimiche, impedendo la diluizione delle sostanze inquinanti nell’atmosfera terrestre.

Detto questo, anche gli alberi rilasciano sostanze chimiche che reagiscono con gli ossidi di azoto e producono ozono, a volte in quantità sufficienti da fare la differenza anche nelle aree urbane. Inoltre gli alberi occupano spazio. I parchi e i giardini di solito non sono aree con un’emissione inquinante intensa, perciò forniscono un volume importante nel quale poter diluire l’inquinamento. Questo è stato evidenziato da studi statistici, che hanno mostrato come la diminuzione della concentrazione delle sostanze inquinanti lontano da strade trafficate varia in base all’altezza degli edifici del quartiere.

NON PERDERE DI VISTA IL QUADRO GENERALE

Quando si valuta la ricerca che prende in considerazione gli effetti degli alberi sull’inquinamento dell’aria urbana, bisogna ricordare che nessuno studio ha ancora unito tutte le tessere del mosaico. Con così tanti processi da prendere in considerazione, non bisogna stupirsi che gli esperimenti attuati in sedi diverse e con metodi differenti abbiano prodotto risultati discordanti.

Produrre infatti uno studio definitivo, richiederebbe molti mesi di misurazioni prima e dopo la semina della vegetazione; oppure una serie più breve di misurazioni simultanee in due zone urbane identiche sotto tutti gli aspetti (eccetto che per la presenza di alberi oppure di qualche altra forma di ‘infrastruttura verde’). Entrambi i metodi sono costosi e difficili da attuare nelle città affollate, che sono costantemente soggette a tutti i tipi di cambiamenti.

Per questo non rimane che mettere assieme le prove che fornisce la ricerca. Nel fare questo, prima bisogna guardare all’eventualità che lo studio si occupi, di fatto, del modo in cui l’aria si disperde nelle aree urbane. Poi occorre ricordare che tale dispersione dipende proprio da ogni parte del paesaggio urbano, non solo dagli alberi. Inoltre si deve cercare di vedere se – e come – viene considerata la rimozione delle sostanze inquinanti attraverso il deposito, e poi controllare se lo studio considera gli effetti della diluizione o della chimica atmosferica. Infine, prima di trarre conclusioni, è necessario valutare i risultati di ogni singolo studio alla luce dei migliori approcci sistematici disponibili riguardanti gli alberi nel paesaggio urbano.

Chiedersi se le città debbano avere necessariamente degli alberi, è un po’ come chiedersi se una persona debba indossare un qualsivoglia abito. Vi sono tutte le possibilità affinché gli alberi nelle città possano fornire una ‘soluzione naturale’ a diversi problemi pressanti tipici del paesaggio urbano, ma forse non nel modo pensato attualmente dagli scienziati e dai politici.
Piuttosto che fornire una soluzione tecnica che nasconda l’ossessione umana per i rendimenti in calo del motore a combustione interna, l’aumento nel numero degli alberi nelle città potrebbe cambiare le nostre intere prospettive urbane, facilitando la creazione di città vivibili che considerino la natura come parte integrante della società, dell’economia e del capitale ambientale.

Rob MacKenzie è professore di Scienze atmosferiche presso l’Università di Birmingham nel Regno Unito.

Questo articolo precedentemente è stato pubblicato su TheConversation.com.
Articolo in inglese: ‘
Do Trees Really Help Clear the Air in Our Cities?

 
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