Gli abitanti di Hong Kong trovano una nuova ‘patria’ a Taiwan

Hong Kong è sempre meno libera, affermano i critici

Negli ultimi anni, molti abitanti di Hong Kong sono emigrati nella vicina isola di Taiwan (Repubblica di Cina) per poter godere ancora di quelle libertà democratiche che nella loro città sono lentamente e progressivamente diminuite nel tempo.

Ho Wing-tung, studente di Hong Kong a Taiwan, in un’intervista telefonica con l’ufficio Asia-Pacifico dell’emittente newyorkese Ntdtv ha affermato: «La libertà ad Hong Kong è scemata passo dopo passo. Molti studenti che hanno protestato ad Hong Kong contro la proposta di legge sull’estradizione hanno detto di essere intenzionati ad emigrare a Taiwan o in Gran Bretagna e Giappone».

Attualmente ad Hong Kong è in vigore un modello di governo denominato «un Paese due sistemi», messo in atto nel 1997 quando il Regno Unito ha consegnato la sovranità della città alla Cina, chiedendo però che Hong Kong potesse preservare la sua autonomia e libertà.

Tuttavia negli ultimi anni la città, sebbene autonoma, essendo comunque parte della Cina, ha dovuto fronteggiare la crescente invasione del Partito Comunista Cinese (Pcc) nella politica locale, nell’istruzione e nella libertà di stampa.

In un articolo del 18 giugno di Reuters, il cittadino di Hong Kong Yung Xiu Kwan ha raccontato di sentirsi infelice per l’erosione delle libertà civili nella sua città dovuta alla crescente invasione di Pechino e per questo motivo si è detto in procinto di trasferirsi a Taiwan. E mentre sventolava una bandiera di Taiwan alla grande protesta di Hong Kong del 16 giugno ha dichiarato: «Senza libertà e democrazia è come essere in prigione o vivere in un campo di concentramento […] senza libertà, preferirei morire».
«Taiwan può offrire tutto questo [libertà e democrazia, ndr], perché Taiwan ha elezioni democratiche e una Costituzione che salvaguarda la democrazia».

Il disegno di legge sull’estradizione

Il governo di Hong Kong ha proposto per la prima volta a febbraio i controversi emendamenti sulla legge di estradizione, che consentirebbero al capo dell’Esecutivo, il più alto funzionario della città, di firmare le richieste di estradizione, incluse quelle provenienti dalla Cina continentale, senza l’approvazione del Consiglio Legislativo.

Se il disegno di legge dovesse essere approvato, molti temono che Pechino potrebbe fare pressioni sul governo di Hong Kong con false pretese, affinché consegni alla Cina cittadini di qualsiasi nazionalità, compresi cittadini degli Stati Uniti e di Taiwan, per essere processati.

Per questo motivo, nelle ultime settimane sono scoppiate ad Hong Kong delle oceaniche proteste contro il disegno di legge: il 9 giugno, 1 milione di persone hanno preso parte ad una marcia di protesta e una settimana dopo, il 16 giugno, è seguita un’altra marcia con circa 2 milioni di partecipanti.

Lo studente Ho Wing-tung ha istituito un gruppo a Taiwan per monitorare lo sviluppo del disegno di legge. Secondo la stampa locale, Ho è uno dei circa cento studenti di Hong Kong che studiano a Taiwan e che il 9 luglio ha consegnato una lettera di petizione presso l’Ufficio Economico, Commerciale e Culturale di Hong Kong a Taipei, per richiedere di bloccare il disegno di legge.

Secondo i dati dell’Agenzia nazionale per l’immigrazione del Ministero degli Interni di Taiwan, il numero di immigrati provenienti da Macao e Hong Kong è cresciuto costantemente negli ultimi anni: nel 2014 c’erano 697 immigrati di questo tipo, nel 2018 il dato è aumentato a 1.267 persone.

 

Reuters ha contribuito a questo articolo. 

Articolo in inglese  Hongkongers Find New Homes in Taiwan To Avoid Beijing Encroachment

 
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