Giro 2016, nella crono del Chianti la rivincita di Roglic. Lutto per la morte del giovane Rosario Costa

‘Niente è scontato’ è la regola di un Giro 2016 ancora senza un dominatore; e neanche i 40 chilometri della temuta crono del Chianti fanno eccezione. L’eroe di giornata è Primoz Roglic: è tra i primi a partire, come nel cronoprologo – dove ha lasciato tappa e maglia per 11 millesimi a Tom Dumoulin – e siede sul trono del vincitore, pronto ad alzarsi all’arrivo dei big. Invece questa volta lo sloveno riscuote il suo credito con la fortuna e porta a casa la nona frazione, nel giorno in cui Brambilla si improvvisa cronoman sotto la pioggia e conserva la Maglia con un solo secondo su Jungels, approfittando delle prudenti prestazioni dei vari Nibali, Valverde, Zakarin e Kruijswijk.

«Sono davvero felice per la mia performance. Dovrei saltare dalla gioia e sorridere in continuazione, è pazzesco, non riesco ancora a crederci. Ero stato sfortunato ad Apeldoorn per aver perso la vittoria di qualche centimetro[…] – commenta il vincitore – Il meteo variabile mi ha reso quanto avevo perso [in Olanda, ndr]. Ho avuto problemi alla bicicletta appena prima della partenza ma avevo una bici di riserva e l’ho cambiata. Quando ho smesso con il salto con gli sci per passare al ciclismo sognavo di diventare il migliore ma non credevo che una vittoria arrivasse così presto. La cronometro individuale più lunga che ho corso prima di oggi era di 10 chilometri. Ora farò del mio meglio per aiutare il mio capitano Steven [Kruijswijk] nella classifica generale».

«Era un percorso tecnico e difficile e la pioggia lo ha reso ancora più duro. Ho visto molte cadute ma siamo andati a tutta lo stesso. – dichiara la Maglia Rosa – Uso il plurale perché se non avessi tenuto la Maglia Rosa, l’avrebbe presa il mio compagno Bob Jungels. Capita nel ciclismo che i gregari abbiano la Maglia, ora sono curioso di capire cosa si prova a indossarla in gruppo, credo sarà fantastico. Abbiamo due settimane molto dure davanti a noi e mi piacerebbe vincere un’altra tappa».

«Sono decisamente felice per il risultato di oggi. Non ho rimpianti per non aver indossato la Maglia Rosa perché è sulle spalle di un mio compagno di squadra [Gianluca Brambilla, ndr]. È inusuale in un Gran Tour che due compagni di squadra siano ai primi due posti della Generale dopo alcune tappe. -spiega la Maglia Bianca, Jungels – Sono stato contento per come ho corso in avverse condizioni meteo. Penso di essere andato molto bene, ho dato tutto. Sapevo sin dalla partenza che la crono era adatta a me perché avevo fatto la ricognizione dopo le Strade Bianche a marzo. Abbiamo un grande spirito di squadra, forse le prossime salite saranno troppo dure per le nostre caratteristiche ma come risultati non possiamo certo lamentarci… Proveremo a ottenerne altri».

Vincenzo Nibali finisce a pochi secondi da Brambilla e batte, anche se per poco, quelli che dovrebbero essere i suoi principali avversari da qui a Torino: Alejandro Valverde e Mikel Landa. Ma, dopo l’arrivo ogni considerazione sulla sua prestazione passa in secondo piano; il pensiero va soprattutto al giovanissimo Rosario Costa: «un carissimo ragazzo, – dichiara li siciliano a Raisport appena taglia il traguardo – una perla che correva con l’Asd Nibali». Il piccolo Rosario è morto, a soli 14 anni, in un incidente stradale mentre si allenava con il padre nel messinese.

 
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