Giardini verticali, rinfrescano e sono economicamente convenienti

Le calde estati possono essere onerose, con i condizionatori e i ventilatori che fanno aumentare i costi elettrici delle abitazioni; ma, gli studiosi della University of South Australia (UniSA) hanno identificato un’alternativa scientificamente valida e conveniente, del resto nota agli esseri umani da almeno un secolo.

In una ricerca della UniSA, i ‘muri viventi’ o giardini verticali – muri completamente ricoperti di vegetazione – hanno dimostrato di ridurre la temperatura complessiva delle case, nei giorni caldi dell’estate, fino a 12 gradi Celsius. La vegetazione presente in questi muri è fatta crescere nei vasi, tasche in feltro o fioriere ed è irrigata tramite strutture implementate nel muro.

Commercializzate per la prima volta dal professore dell’Illinois Stanley Hart White nel 1937 con il suo ‘Botanical Bricks’, le pareti vive sono diffuse in alcuni Paesi d’Europa e dell’Asia.

I prezzi medi delle fioriere usate per ospitare la vegetazione verticale si aggirano attorno ai 400 euro al metro quadro. Tuttavia, i ricercatori hanno spiegato che nel tempo i risparmi energetici sono considerevoli e superano di molto le spese di partenza.

In più, il coautore della recente pubblicazione, il professore emerito Simon Beecham, ha spiegato ad Epoch Times che in inverno, le pareti vive hanno un’influenza positiva come strato isolante termico e sono quindi simili ad una coperta.

Negli studi della UniSA, le pareti viventi hanno dimostrato di abbassare la temperatura complessiva delle case, nei giorni caldi estivi, fino a 12 gradi Celsius (circa 54 gradi Fahrenheit). Eppure, il Prof. Beecham dell’UniSA ha affermato che i muri vivi non hanno effetti negativi in inverno. (Immagine fornita dal Professore Emerito Simon Beecham della University of South Australia)
Negli studi della UniSA, le pareti viventi hanno dimostrato di abbassare la temperatura complessiva delle case, nei giorni caldi estivi, fino a 12 gradi Celsius. Nonostante questo, il prof. Beecham dell’UniSA ha affermato che i muri vivi non hanno effetti negativi in inverno (Immagine fornita dal professore emerito Simon Beecham della University of South Australia)

Esperimenti con le pareti viventi

Nel 2018, Rosmina Bustami, che al tempo era una dottoranda di ingegneria civile presso la UniSA, ha condotto un esperimento per determinare i potenziali risparmi energetici dei giardini verticali nelle pareti esterne delle case esposte ad ovest.

L’esperimento ha osservato 144 fioriere di muri viventi in Adelaide, per oltre 18 mesi.

In Adelaide, nel corso dell’esperimento, le temperature giornaliere medie, minime e massime erano rispettivamente 18.7, 2.6 e 45.6 gradi Celsius e l’umidità media dell’aria era del 64 percento.

Nello studio, la Bustami ha comparato le temperature delle pareti viventi, con quelle di altri muri senza piante e ha registrato una differenza di fino a 12 gradi tra i muri. L’effetto rinfrescante delle pareti vive si può spiegare dall’ombra offerta tramite l’assorbimento della luce solare, per fotosintesi, isolamento e evapotraspirazione.

L’evapotraspirazione si riferisce al processo che rilascia acqua, dal terreno e dalle piante, nell’aria come vapore.

Inoltre, questo studio ha permesso ai ricercatori di provare l’efficacia dei muri viventi rispetto ad altri progetti urbani come le pavimentazioni traspiranti.

Progetti urbani sensibili all’acqua

Le progettazioni urbane sensibili all’acqua sono impiegate per mitigare i rischi di alluvione, moderare la temperatura, migliorare la biodiversità cittadina e la qualità dell’acqua. Sono inoltre un modo in più per attenuare il calore negli ambienti cittadini.

I pavimenti permeabili come il cemento poroso possono agire come un sistema privo di vegetazione e sensibile all’acqua nello schema urbanistico, perché sono in grado di assorbire l’acqua piovana, a differenza del calcestruzzo impermeabile convenzionale o le pavimentazioni in asfalto.

«L’evaporazione dell’acqua dal cemento poroso avviene dopo una pioggia e questo porta a una diminuzione della temperatura dell’aria nell’ambiente», ha dichiarato Beecham in un comunicato stampa UniSA.

«Sia i muri viventi che le strade di cemento poroso, ora vengono studiati per la loro capacità di raffreddare l’ambiente cittadino».

Inoltre Beecham ha indicato come sia le pareti vive che i pavimenti traspiranti abbiano vari meccanismi intrinseci che portano alla rimozione degli agenti inquinanti.

«Il meccanismo predominante nelle pavimentazioni porose è la filtrazione meccanica, che rimuove i sedimenti e sostanze inquinanti associate, come i metalli pesanti», ha spiegato.

«Il terreno nelle pareti viventi serve anche allo stesso proposito di filtrazione, ma la vegetazione fornisce un ulteriore meccanismo di rimozione dell’inquinamento, come l’eliminazione dei contaminanti tramite nutrimento».

Uno scoiattolo disteso su un lembo di cemento durante una giornata calda, 4 agosto 2011, Houston, Texas. La regione ha sopportato oltre 30 giorni di temperature a tre cifre (Fahrenheit) e rimane sotto allerta di calore. (Foto da Eric Kayne/Getty Images)
Uno scoiattolo disteso su un lembo di cemento durante una giornata calda, 4 agosto 2011, Houston, Texas. La regione ha sopportato oltre 30 giorni di temperature a tre cifre (Fahrenheit) e rimane sotto allerta di calore. (Foto da Eric Kayne/Getty Images)

Cemento poroso vs muri viventi

Bustami, che adesso si trova presso la Universiti Malaysia Sarawak, è l’autrice principale dei confronti tra le pubblicazioni tra il cemento poroso e le pareti vive, di cui Beecham e il ricercatore associato James Hopeward della UniSA, sono i coautori.

In questo saggio, i ricercatori hanno paragonato la percentuale di evapotraspirazione delle piante nei muri viventi, con le percentuali di evaporazione dei pavimenti permeabili. Gli esperimenti hanno dimostrato che il calcestruzzo poroso ha, al meglio, solo un’efficacia del 15 percento nel raffreddamento rispetto ai giardini verticali e nei casi peggiori, solo il quattro percento.

«Il pavimento di cemento poroso è stato in grado di far evaporare la pioggia infiltrata tramite gli spazi d’aria nel materiale», ha spiegato Beecham.

«Questa evaporazione ha rinfrescato le temperature d’aria sopra il pavimento, ma solo del 15 percento rispetto a un’equivalente area di una parete viva».

«Ciò è accaduto perché la vegetazione nel muro vivente era anche in grado di traspirare l’acqua (che è stata assorbita dalle radici della pianta) durante le ore di luce diurna e per periodi più lunghi (rispetto al pavimento)», ha precisato.

Beecham ha spiegato come nel caso del cemento poroso, una volta che i 13mm circa di acqua piovana sedimentata sono evaporati, molto poco dell’acqua che si è conservata a livello inferiore ha potuto evacuare o evaporare.

«L’acqua piovana superiore/disponibile tipicamente impiega solo qualche ora per evaporare, a seconda della temperatura ambientale e dell’umidità», ha affermato.

«Questo processo è meglio ottimizzato dai muri viventi perché la flora traspira l’acqua per tempi più estesi. Inoltre, le pareti viventi sono irrigate con maggiore frequenza rispetto a quanto piova».

 

Articolo inglese: Vertical Gardens: Researchers Determine Efficacy of Cheaper Cooling Method

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