Germania, caos politico e scontri tra partiti radicali

Cannoni d’acqua addosso a gruppi di sinistra: la polizia di Hannover disperde la manifestazione organizzata contro il congresso del partito di destra Afd (Alternativa per la Germania). La protesta, inizialmente pacifica, era sfociata in una marcia verso il centro della città, con l’intento di impedire che si svolgesse il congresso.

La polizia ha ritenuto di dover intervenire con cannoni ad acqua gelata, riuscendo a disperdere la folla, composta da diversi movimenti anti-fascisti e appartenenti alla sinistra radicale e non. Negli scontri ci sono stati alcuni feriti lievi tra manifestanti e agenti.
Per la sinistra radicale di Die Linke, l’azione della polizia è stata sproporzionata, e i membri di Afd sarebbero dei «nazisti».

Nel congresso del partito euroscettico di destra (Afd), che si conclude nel weekend, verranno eletti i vertici e decisa la linea politica; si discuterà anche se proseguire nella direzione della radicalizzazione della linea anti-immigrati o se tentare un ‘ritorno alle origini’ di semplice partito euroscettico di destra. Il partito deve il suo successo soprattutto all’aumento del flusso di immigrati nel Paese e alla conseguente retorica anti-immigrati. Dopo il ritiro della candidatura di Alexander Gauland, ci si aspetta che la leadership vada a Jorg Meuther, che è l’attuale presidente, e a Georg Pazderski come vice.

Nonostante il rapido aumento di popolarità dovuto alla questione migranti, il partito ha – proprio per le posizioni sempre più xenofobe – sperimentato numerosi contrasti interni, e vari membri storici, tra cui il fondatore, hanno dato le dimissioni.

In Germania, il primo partito è il Cdu della Merkel con quasi il 33 per cento dei voti, seguito dai Socialdemocratici (Spd) con circa il 21 per cento, e da Afd, col 12,64 per cento. L’alleanza tra i moderati di destra e sinistra che si prospetta non è affatto una novità, anzi è la prassi, ma – proprio come in Italia l’alleanza tra Pd e Berlusconi – non è affatto benvista dagli elettori e porta di solito, come è ovvio, all’annacquamento delle posizioni di entrambi.

Ma la Merkel, che ha tentato senza successo di trovare l’appoggio prima di tutto di Verdi e Liberali (che insieme formano un altro 20 per cento) ora è costretta a tornare dal suo amico-nemico Martin Schulz (quello a cui Berlusconi diede del capò). Altrimenti, forse si dovrà tornare alle elezioni, con tutti gli interrogativi del caso.

 
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