Gao Zhisheng annuncia la fine del regime comunista

Gao Zhisheng, avvocato cinese perseguitato dal regime comunista, ha scritto una seconda biografia: un libro, di 450 pagine, che è già nelle librerie di Taiwan. La pubblicazione del manoscritto, portato segretamente fuori dalla Cina, è stata possibile grazie al sostegno della figlia e della moglie, che hanno fatto da portavoce. L’uscita del libro rappresenta un grave rischio per l’avvocato, che è tuttora agli arresti domiciliari nel suo Paese.  

Gao Zhisheng, conosciuto in Cina col soprannome ‘coscienza della Cina’ si è conquistato la simpatia della gente per la sua attività in favore delle persone perseguitate o emarginate dal Partito comunista. Il suo senso di giustizia ha spesso ostacolato i rappresentanti del Partito, impegnati in traffici corrotti, e gli ha procurato l’accusa di ‘sovvertire il potere dello Stato’.  Per scoraggiare le sue battaglie e farlo rinunciare a battersi contro la corruzione dilagante, il Governo cinese continua ancora oggi ad accanirsi contro di lui da oltre dieci anni, più volte lo ha infatti privato della libertà e lo ha sottoposto a torture.

Dopo tanti anni trascorsi rinchiuso in carcere – in una cella di un metro quadrato, al buio completo e costretto a dormire sul pavimento – oggi l’avvocato è costretto agli arresti domiciliari, a casa del fratello in un villaggio sperduto nella sua provincia natale, lo Shaanxi. Questa nuova autobiografia descrive le torture abominevoli subite per mano del comunismo di Stato, testimonia infatti la violenza e la follia paranoica di questo Governo totalitario che è in atto dal 1949. Gao dichiara inoltre la sua convinzione secondo la quale, il Partito comunista cinese non durerà oltre il 2017, l’avvocato è infatti certo che la Cina libera e democratica si stia risvegliando.

Il libro, intitolato ‘Nel 2017, Cina, alzati’ è per adesso in vendita solo a Taiwan, ma si appresta a uscire a Hong Kong, sia in formato elettronico che in formato cartaceo, e sta per essere tradotto anche in lingua inglese.

L’ULTIMO SORRISO

Dal 2000 Gao ha difeso, senza estremismo, le vittime del Partito comunista e dal 2005, in particolare, i praticanti del Falun Gong; questo ha fatto sì che, un uomo tanto popolare nel suo Paese, considerato uno dei 10 migliori avvocati in Cina, precipitasse in un vero inferno. Nella prima parte del suo secondo libro, l’avvocato racconta le atrocità subite; quando non lo torturava crudelmente, la polizia lo spiava e perseguitava lui e la sua famiglia, finché nel 2009 lo ha arrestato e tenuto in prigione fino al 2014.

Incarcerato nella regione autonoma di Xinjiang, nell’estremo ovest della Cina, Gao Zhisheng ha affrontato sofferenze fisiche e psicologiche, degne di uno scenario alla Orwell. Picchiato, affamato, esposto a condizioni climatiche estreme, sottoposto a elettroshock con bastoni elettrici. I suoi aguzzinigli gli hanno inflitto brutalità indicibili , mentre i carcerieri lo coprivano costantemente di ingiurie e minacce di ogni tipo. Nonostante tutto questo, Gao non si è mai arreso, continua a dire che non è lui quello in pericolo, ma lo è il Partito comunista e i suoi rappresentanti.

In particolare, indica due responsabili per il suo arresto e per le torture subite: Xie Hui, membro delle forze di polizia provinciale, e Zhou Yongkang, capo della sicurezza interna e di tutte le forze paramilitari cinesi. Gao racconta di quando, nel 2009 e nel 2012, davanti all’incredulità degli altri prigionieri, affermò che i responsabili di queste atrocità sarebbero andati sotto processo: «Questi due funzionari corrotti sono già stati condannati», così si legge nella prefazione del suo libro. «Allora, quando predissi che presto sarebbero stati portati davanti a un giudice, mi derisero. Ora vedono quanto fosse vero quello avevo loro preannunciato».

Zhou Yongkang, che un anonimo ‘compagno dirigente’ di Gao definiva il dio-re taoista, riferendosi al suo potere politico del momento, è stato espulso dal Partito e, lo scorso anno, condannato per corruzione e divulgazione di segreti di Stato. Nel luglio del 2015, un mese dopo la condanna all’ergastolo di Zhou, anche Xie Hui è stato sottoposto a sorveglianza per reati analoghi.

Gao Zhisheng, che è di fede Cristiana, è convinto che il Partito crollerà nel 2017, lo afferma sulla base di quello che ha vissuto e che descrive come rivelazioni del Dio cristiano. Sostiene inoltre che la fine dell’era comunista è un evento storico inevitabile, anche per un osservatore profano o privo di qualsiasi opinione: «Questo partito, è il più inquietante che esista. Rappresenta la più grande associazione criminale della storia e non può sottrarsi ancora al conto alla rovescia della fine della sua esistenza malvagia».

PRONTO A OGNI CONSEGUENZA

Costretto in passato a guardare la morte da vicino, Gao ha impiegato più di un anno per scrivere in segreto il suo libro, prima di poterlo pubblicare fuori dal suo Paese. Dice di essere pronto ad affrontare le reazioni del regime, qualunque sia la pena. «Ha detto a noi, che dobbiamo prepararci», ha dichiarato sua figlia Grace Geng di 23 anni durante una conferenza stampa a Hong Kong, «Lui è fisicamente e psicologicamente preparato».

Gao si è rifiutato di lasciare la Cina, anche quando la moglie e i suoi due figli si sono rifugiati negli Stati Uniti. Dice di voler essere presente quando il regime comunista crollerà. L’avvocato, a cui sono state negate le cure, malgrado la gravità delle sue condizioni fisiche, è riuscito ugualmente a comunicare, di tanto in tanto, in modo clandestino con i suoi familiari che vivono all’estero. «É determinato a non lasciare la Cina, per fare quello che ritiene giusto», ha continuato la figlia. «Ha messo la sua famiglia da parte. Ritiene che queste siano cose più grandi di noi».

Il rifiuto di Gao di rinnegare le proprie convinzioni ha avuto molte ripercussioni sui suoi familiari che hanno subito gravi conseguenze: sono infatti stati sottoposti a controlli della polizia e a divieti sotto forma di ricatto. A Grace Geng, per esempio, quando era solo una ragazzina, venne rifiutato l’accesso agli studi e visse un periodo difficilissimo in cui pensò spesso al suicidio. In un primo momento, infatti, la ragazza era in collera col padre, ma poi crescendo è riuscita a capire il senso del sacrificio per ciò in cui lui crede fermamente.

Oggi, la giovane donna, sostiene pienamente il padre nella sua ardua missione: «Lui ha fede in Dio, io ho fede il lui e in quello che dice».

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