G7, Merkel convince Canada e Giappone su riduzione CO2

Si è concluso l’incontro dei sette leader del G7 ad Elmau, e l’annuncio di Angela Merkel porta buone nuove nel campo climatico. I capi di Stato si sono infatti accordati nel mantenere l’aumento della temperatura globale entro il limite di 2 gradi rispetto ai livelli pre-industriali. La cancelliera tedesca ha trionfato sui Paesi resistenti – quali Canada e Giappone – ponendo una data di scadenza alle intense emissioni di gas serra.

Sostenuta dal presidente francese Francisc Hollande, dal presidente Usa Barack Obama e dai leader europei, la cancelliera ha spinto per giungere ad un accordo che include la promessa di ridurre le emissioni di gas serra dal 40 al 70 per cento entro il 2050. Un intesa che dovrebbe aiutare come premessa di successo alla futura, e non troppo lontana, conferenza delle Nazioni Unite sul clima, in programma per fine anno.

Un risultato che ha quindi trovato l’appoggio di molti attivisti ed esperti del clima: «La Merkel non doveva, ma è davvero andata all in per mettere i cambiamenti climatici in cima all’ordine del giorno», ha detto Daniel Boese, attivista di Avaaz in Germania, citato da Politico.

Argomento delicato da trattare, ma che in Germania è stato alla base della politica ambientale: è infatti dall’evento di Fukushima nel 2011 che Angela Merkel ha fatto dietro front, fissando entro il 2022 la chiusura degli ultimi 9 reattori nucleari ancora in attività (altri 8 erano già stati spenti a marzo 2011). In ogni caso l’anno scorso le fonti rinnovabili hanno rappresentato quasi un terzo della produzione di energia elettrica tedesca.

La resistenza canadese si è attenuata dato che «non volevano separarsi troppo dagli Stati Uniti», ha detto a Politico Lutz Weischer, leader della politica climatica internazionale di Germanwatch, mentre il Giappone «alla fine della giornata, si è reso conto di essere il solo ad opporsi a qualsiasi impegno per il cambiamento climatico».

Nel concreto il G7, composto da Germania, Francia, Inghilterra, Stati Uniti, Canada, Giappone e Italia, si è impegnato quindi a stanziare altri 100 miliardi di dollari che andranno in finanziamenti contro l’inquinamento climatico globale. «Ora – ha detto il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ad Ansa – bisognerà lavorare per trovare soluzioni equilibrate, anche finanziarie, che consentano ai colossi asiatici quali Cina e India e ai Paesi poveri di aderire ad un accordo che per essere efficace dovrà essere alto, ambizioso ed equo».

Immagine di Angela Merkel e Schloss Elmau concessa da Shutterstock.

 
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