G20, Obama e Xi potrebbero passare alla Storia

Nel momento in cui il Presidente Barack Obama e il leader del regime cinese Xi Jinping si sono incontrati al G20, senza alcun dubbio, erano presenti in agenda molte questioni delicate come il cybercrimine, il conflitto per il Mar Cinese Meridionale, e il ricatto economico sui missili americani nella Corea del Sud.

A ogni modo, Obama ha la possibilità di essere ricordato nella Storia come il primo leader a aver affrontato l’ormai imprescindibile questione dei diritti umani in Cina.

Da quando l’ex leader cinese Jiang Zemin ha giurato di «sradicare» il Falun Gong le politiche cinesi sono ruotate intorno a tale questione. Se Obama e i leader del G20, nella privacy delle discussioni del G20, chiederanno a Xi la fine ufficiale della persecuzione e l’incriminazione del suo mandante, il sostegno internazionale potrebbe fornire una maggior decisione nelle iniziative del leader cinese per sgominare Jiang e porre fine al genocidio di Stato.

ELIMINAZONE SISTEMATICA

Il 20 luglio 1999, Jiang Zemin ha ordinato la persecuzione del Falun Gong. Più di 70 milioni di praticanti in Cina, di tutte le età e estrazioni sociali, si sono trovati soggetti ad arresto per il loro credo di verità, compassione e tolleranza.
Negli ultimi 17 anni, i praticanti in Cina sono stati arrestati e gettati nelle prigioni, in campi di lavoro e in centri di lavaggio del cervello. Secondo quanto riportato da Minghui.org, un sito che riporta informazioni di prima mano sulla persecuzione, queste strutture di detenzione hanno mantenuto centinaia di migliaia di praticanti sotto controllo, mentre al loro interno migliaia di persone venivano uccise sotto tortura o morivano a causa degli abusi subiti.

Nel 2006, degli investigatori indipendenti hanno verificato le segnalazioni che denunciavano il prelievo forzato degli organi organizzato dal regime cinese a scopo di lucro nei confronti di praticanti del Falun Gong vivi. In un aggiornamento delle indagini di 680 pagine, gli investigatori hanno stimato che il numero annuale di trapianti eseguiti dal regime cinese è compreso fra i 60 mila e i 100 mila nel periodo che va dal 2000 al 2015. Tali trapianti sono stati effettuati utilizzando principalmente organi di prigionieri di coscienza, la cui maggioranza è composta da praticanti del Falun Gong.

Nello scorso giugno, la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha condannato all’unanimità il prelievo forzato degli organi nei confronti dei prigionieri di coscienza da parte del regime. Il Parlamento europeo nel 2013 aveva rilasciato una Risoluzione con obiettivi simili, mentre lo scorso luglio ha richiesto all’Unione Europea di avviare delle azioni concrete contro tale genocidio attraverso una nuova Dichiarazione Scritta. Obama invece, non si mai esposto ufficialmente né sul prelievo forzato degli organi né sulla persecuzione del Falun Gong.

UN INCIDENTE DELLA STORIA

Jiang Zemin sapeva di aver dato il via a un crimine contro l’umanità ma voleva evitarne le responsabilità. È a causa di questo che l’ex leader ha piazzato i suoi alleati nel corpo decisionale centrale del regime e nelle più importanti posizioni militari prima di consegnare il regno a Hu Jintao. Sostanzialmente, tutti gli uomini di Jiang si erano assicurati la promozione giocando un ruolo attivo nella persecuzione del Falun Gong. Con parecchi assassini al potere, Jiang, il padrino del partito, si sentiva al sicuro, fino a che un incidente della Storia non ha affondato il suo piano di fuga dalle responsabilità nel genocidio del Falun Gong.

In preparazione al 2012, il candidato preferito di Jiang per la successione di Hu come leader del partito era stato scartato a causa di alcuni scandali politici. Erano rimaste due opzioni: Li Keqiang, beniamino di Hu emerso come favorito alla successione, oppure Xi Jinping, in apparenza meno minaccioso e meno ambizioso; Jiang scelse quest’ultimo.
Xi non rappresentava la scelta ideale di Jiang, poiché non aveva un forte interesse nella persecuzione del Falun Gong (non figura come un oppressore negli elenchi delle organizzazioni non profit che monitorano da vicino la persecuzione). Inoltre, deve la sua ascesa politica al suo pedigree di aristocratico rosso (suo padre, Xi Zhongxun, era rivoluzionario fondatore) e non alla sua lealtà per Jiang.

Xi era una questione in sospeso che Jiang voleva chiudere prima che il suo arazzo saldamente tessuto venisse smascherato.
Due degli sgherri di Jiang, Bo Xilai, membro del Politburo, e Zhou Yongkang ex zar della sicurezza, avevano pianificato un golpe per rimpiazzare il leader dopo la sua entrata in carica nel 2012. Durante il discorso in cui Xi ha accusato Bo, Zhou e altri quadri purgati per aver cospirato per la «rottura e la divisione» del partito, il leader ha infatti indirettamente fatto riferimento a questo colpo di Stato mancato.
Questo fatto ha dato il via a quello che gli analisti della Cina chiamano uno scontro all’ultimo sangue fra Xi Jinping e Jiang Zemin.

PARADOSSO DEL POTERE

Nel 2013, Xi ha iniziato una depurazione dall’influenza di Jiang sul partito attraverso una radicale campagna anti-corruzione. I dirigenti dell’élite e i sostenitori più accaniti di Jiang, come il vice presidente dell’esercito Guo Boxiong e lo zar della sicurezza Zhou Yongkang, sono stati indagati, arrestati e messi all’ergastolo. La maggior parte degli osservatori della politica cinese prima di questo episodio credevano che Guo e Zhou fossero intoccabili.

Per contrastare il controllo di Jiang sul regime e consolidare la sua posizione, l’attuale leader ha emanato una riforma militare generale, e ha governato tramite la cosiddetta «guida dei piccoli gruppi».
La guida dei piccoli gruppi riguarda un intreccio di decisioni politiche importanti e riservate che bypassano il Comitato permanente del Politburo, il corpo decisionale principale sul quale Xi ha limitata influenza dato che questa viene determinata dai membri correnti.
La consolidazione del potere è incredibilmente sembrata essere un’opera di inizio di una dittatura personalizzata, uno sviluppo che gli alleati chiave di Jiang rimanenti hanno prontamente sfruttato.

Liu Yunshan, membro del Comitato permanente del Politburo e capo della propaganda, ha sistematicamente interferito con le azioni del leader cinese per conto di Jiang.
A tal proposito, i media di Stato hanno silenziosamente censurato la promozione del costituzionalismo, una parte chiave del manifesto politico di Xi per il «sogno cinese». Quest’anno inoltre, la macchina della propaganda di Liu ha legato la figura dell’attuale leader all’immaginario e alle canzoni dell’era rivoluzionaria di Mao durante un gala televisivo tenutosi all’interno di un’importante sala cerimoniale legislativa. Questa azione di propaganda ha guidato i media internazionali alla condanna di Xi per la costruzione di un culto della propria personalità.

Nel momento in cui Xi si è mosso contro l’apparato di propaganda – rovesciando pubblicamente i quartier generali dei media di Stato e ordinando ai portavoce di partito di conformarsi alla sua leadership – l’immagine emersa è stata quella di un oppressivo dittatore.
Il regno di Xi è finora stato additato come sinistro e illiberale; i critici sostengono che una forte repressione degli avvocati dei diritti umani e delle loro famiglie, la scomparsa di scrittori nella semiautonoma Hong Kong e la moltitudine di autoconfessioni pubbliche, fanno eco all’epoca maoista.

Tuttavia, non è chiaro se Xi sarà interamente incolpato per le violazioni dei diritti avvenute durante la sua leadership. Le confessioni televisive sono all’interno della giurisdizione di Liu, il capo della propaganda, mentre gli analisti, con l’affermazione «il sistema di sicurezza di Zhou Yongkang senza la presenza di Zhou Yongkang», fanno riferimento all’apparato di sicurezza precedente, responsabile anche delle recenti soppressioni.

SEGNALAZIONI VELATE

Nel frattempo, Xi ha effettuato alcune mosse che sembrano essere in disaccordo con un’ambizione dittatoriale.
Dopo un anno al potere, ha abolito il brutale sistema dei campi di lavoro del regime, ponendo enfasi sul ruolo della legge e sul costituzionalismo. A causa dell’interferenza di Jiang e della sua fazione però, le azioni riformiste sono state silenziate e rese sostanzialmente inconcludenti.
Quest’anno la leadership di Xi, in prossimità delle date chiave per la persecuzione del Falun Gong, ha effettuato dei gesti che suggeriscono un possibile cambiamento di posizione da parte del regime. Inoltre, è stata introdotta una nuova normativa che sembra fatta apposta per sgominare Jiang, la quale fa assumere la responsabilità agli ufficiali per i crimini commessi dai loro subordinati.

Jiang ha governato stabilendo una vasta rete di connessioni per tutta la Cina, comprando la lealtà con la corruzione. Fino a quando sarà libero e vivo, lui e la sua fazione continueranno ad opporsi all’attuale leader. La caduta di Jiang fungerebbe da messaggio per tutti i membri del sistema.
Solo dopo questo avvenimento Xi si ritroverebbe la possibilità di tracciare un nuovo corso per la Cina.

NELL’INTERESSE DI TUTTI

Se il leader cinese fa sul serio riguardo il ruolo della legge e il costituzionalismo, il suo primo passo dovrebbe essere la fine della persecuzione del Falun Gong, la quale ha posto per 17 anni fuori legge più di 70 milioni di cittadini cinesi.
Terminare la persecuzione vorrebbe dire mettere fine alla più vergognosa violazione della legge nazionale: il prelievo forzato degli organi sancito dallo Stato nei confronti dei praticanti del Falun Gong e di altri prigionieri di coscienza.
Se Xi facesse tali cambiamenti, avrebbe successivamente l’opportunità di iniziare una reale riforma economica.

Obama e gli altri leader del G20 devono comprendere che supportare tale cambiamento è in linea con i loro interessi. Una riforma costituzionale ridimensionerebbe il bisogno di avventure militari del governo cinese mentre aumenterebbe la probabilità di accettazione delle norme internazionali, in ogni caso il ruolo della legge in Cina verrebbe finalmente rispettato.

Per approfondire:

 

Articolo in inglese: At G-20 Summit in China, President Obama, Xi Jinping Can Leave Lasting Legacy

Traduzione di Davide Fornasiero

 

 
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