Francia, continuano gli scioperi nazionali contro la riforma delle pensioni

Di Julia Mira

La Francia è alle prese con una nuova serie di scioperi generali dopo che il presidente Emmanuel Macron ha proposto una riforma del complesso e costoso sistema pensionistico francese.

Gli scioperi sono iniziati il 5 dicembre e stanno coinvolgendo l’intero Paese, con centinaia di migliaia di lavoratori di ogni settore che stanno manifestando la propria opposizione alla riforma, che posticiperebbe di due anni l’età di pensionamento.

Un sistema pensionistico unificato

Stando a un articolo pubblicato dalla rivista Ipe nel maggio del 2018, la riforma del sistema pensionistico era in realtà uno degli impegni presi dal presidente Macron durante la sua campagna elettorale per le elezioni del 2017. In effetti l’attuale presidente aveva parlato di creare un regime pensionistico unificato «per chiarire e rendere stabili le regole delle pensioni, una volta per tutte, istituendo un sistema universale, equo, trasparente e affidabile, in cui tutti beneficino degli stessi diritti».

Oggi il sistema pensionistico francese è una complessa matassa costituita da 35 diversi regimi pensionistici, che svolgono funzioni differenti e variano in base al settore e alla classificazione dei lavoratori. Di conseguenza, alcuni lavoratori percepiscono solo la pensione di base prevista dalla prima fascia. La seconda fascia prevede ulteriori benefici, mentre la terza fascia dà diritto a tutti i benefici pensionistici.

Tuttavia, secondo Associated Press, un sistema pensionistico statale unificato violerebbe i diritti di una parte consistente dei lavoratori, ad esempio quelli che dovrebbero andare in pensione già a 50 anni. Anche i lavoratori francesi sostengono che un sistema universale sarebbe ingiusto, e che dovranno lavorare di più per avere pensioni più basse se venisse approvata la nuova riforma, che prevede di portare l’età pensionabile da 62 a 64 anni.

I principali sindacati francesi hanno aderito alla sciopero

Gli scioperi iniziati il 5 dicembre hanno portato migliaia di manifestanti nelle strade delle città della Francia. Ferrovieri, conducenti degli autobus, camionisti, insegnanti, medici, infermieri, studenti e persino avvocati, giudici e agenti di polizia sono scesi in strada per spingere il governo francese ad abbandonare la riforma del sistema pensionistico.

Non solo l’estrema sinistra del Cgt, ma anche sindacati più moderati come Unsa e Cfdt, il più grande sindacato francese, hanno aderito allo sciopero.

Gli scioperi hanno di fatto gettato nel caos l’efficiente sistema dei trasporti francese. Molti turisti hanno annullato i loro viaggi. L’interruzione dei treni e della metropolitana ha fatto irritare molti parigini. Mentre le scuole, e persino la Torre Eiffel sono state chiuse, causando il disappunto dei turisti in visita a Parigi.

I manifestanti stanno usando ogni mezzo per mettere sotto pressione Macron fino a quando non deciderà di abbandonare il progetto di riforma del sistema pensionistico. Al punto che i sindacati hanno minacciato il governo di staccare la corrente elettrica a migliaia di famiglie e aziende, secondo quanto riferito da Reuters. Di fatto, giovedì 19 dicembre 12 mila famiglie di Beauvais, una cittadina vicino a Parigi, sono state private della corrente elettrica; e il gestore della rete elettrica francese, Rte, ha dichiarato che agirà per vie legali contro questo illegale atto di sabotaggio.

Inoltre, secondo Ap, martedì i lavoratori appartenenti al sindacato di estrema sinistra Cgt hanno staccato la corrente elettrica anche alle famiglie nei dintorni di Lione e Bordeaux.

In cerca di un compromesso

Nonostante le grandi manifestazioni di mercoledì 18 dicembre, il presidente francese sembra essere risoluto a portare avanti la riforma del sistema pensionistico e pronto ad avviare trattative con i leader dei principali sindacati.

Il segretario generale del Cfdt Laurent Berger, leader della più grande confederazione sindacale francese, ha incontrato mercoledì il primo ministro Edouard Philippe, ma dopo il colloquio ha affermato che non è stato possibile trovare un compromesso con il governo francese poiché l’obiettivo del governo è innalzare l’età pensionabile di due anni entro gennaio 2020. I negoziati sono proseguiti giovedì, ma senza raggiungere alcun risultato.

I tentativi di Macron di trovare un accordo con i leader dei sindacati sono volti a rallentare gli scioperi e a minimizzarne l’impatto, soprattutto in vista delle imminenti festività natalizie.

Tuttavia, sembra che sempre più francesi sostengano gli scioperi, e i sindacati hanno dichiarato che continueranno a protestare durante il periodo natalizio e a gennaio.

 

Articolo in inglese: Nationwide Strikes Continue Against Macron’s Controversial Pension Reform

Per saperne di più:

 
Articoli correlati