Francesco Giubilei: l’obbligo vaccinale per decreto legge? Antidemocratico

Di Alessandro Starnoni

Dai temi di attualità quali la pandemia, l’obbligo vaccinale e le restrizioni in Italia, alle politiche estere. Epoch Times ha intervistato Francesco Giubilei, collaboratore del Giornale e altre riviste come The American Conservative e The European Conservative, nonché editore e presidente del movimento di idee ‘Nazione Futura’ e della Fondazione Tatarella. Giubilei è stato inserito da Forbes tra i 100 giovani under30 più influenti d’Italia.

Partendo da uno dei suoi ultimi post su Facebook sull’obbligo vaccinale in Italia, e guardando a tutte le politiche restrittive applicate finora in Italia (ma non solo) per via del Covid-19, si potrebbe parlare secondo lei di rischio di ‘deriva illiberale’ in Europa, proprio come aveva avvertito il The Economist qualche tempo fa in un suo articolo intitolato The threat from the illiberal left?

Un rischio c’è. Nel senso che è evidente che negli ultimi due anni abbiamo assistito a un restringimento di quelle che sono le libertà individuali, che è stato giustificato dal tema della pandemia.
Il problema che si pone, e questo riguarda però soprattutto l’Italia, è molto spesso anche le modalità con cui questi ristringimenti alle nostre libertà individuali avvengono.

Quello che è accaduto negli ultimi due anni è stato sostanzialmente, sotto molti punti di vista, un superamento del ruolo del Parlamento, e questo in una democrazia rischia di essere, non voglio dire pericoloso, però rischia di essere alla lunga sbagliato. Perché significa che si sta utilizzando e si sta abusando di uno strumento come il decreto legge. Noi ci ricordavamo già nei primi mesi del governo Conte, c’era un utilizzo spasmodico dei decreti legge. Adesso siamo arrivati addirittura ad approvare un obbligo vaccinale per decreto legge, senza neanche discuterlo e approvarlo in Parlamento. Poi è chiaro che passerà per il Parlamento, però significa che il Parlamento ha una funzione esattamente e solamente di ratificare le decisioni prese dal governo, e questo è un superamento di una delle prerogative alla base di qualsiasi democrazia.

Poi la giustificazione che si utilizza per questo modus operandi è dire: ‘Siamo in una situazione di emergenza ed è il motivo per cui è stato poi prorogato lo stato di emergenza’; è chiaro che se questo poteva valere a inizio 2020, bisogna iniziarsi a chiedere se anche da un punto di vista sanitario è davvero giustificato questo stato di emergenza che viene costantemente prorogato addirittura oltre i due anni.

E poi non è vero che nel resto d’Europa avviene quanto sta accadendo in Italia, non è assolutamente vero che nelle altre democrazie occidentali sta accadendo quanto avviene nel nostro Paese. Perché basta guardare l’Inghilterra, o anche dei Paesi che hanno comunque delle norme restrittive come la Francia o la Germania, in ogni caso nessuno è al nostro livello, e quindi questo ci deve far riflettere.

Riguardo all’operato di Lega e Fratelli d’Italia in Parlamento, sembra che stiano in qualche modo limitando i provvedimenti del governo in tal senso ma non hanno comunque il potere di respingerli.

È chiaro che Lega e Fratelli d’Italia si trovano in due situazioni diverse. La Lega si trova all’interno della maggioranza in una situazione anche in parte di difficoltà perché è un partito in cui ci sono delle anime che vorrebbero delle posizioni contrarie alle chiusure o a determinate misure che il governo sta prendendo come l’obbligo vaccinale, e poi ci sono delle anime che sono invece più ‘governiste’, e questo genera il fatto che la Lega è in una posizione obiettivamente difficile.

Fratelli d’Italia invece si trova all’opposizione, e il tema di Fdi è che per quanto nei sondaggi ha ad oggi un 17-18 per cento (poi vedremo quando si andrà a votare), ma in Parlamento è una forza che esprime un numero di parlamentari non così alto e quindi ha un peso parlamentare minore e può aver voce fino a un certo punto.

Però è chiaro che queste posizioni, questa linea che sta portando avanti il governo Draghi, e questo deve far riflettere, è una linea che assomiglia sempre di più al governo Conte. E la cosa preoccupante è che siamo ormai a un anno da quello che era il governo Conte. E siamo in un momento in cui l’Italia tra le grandi nazioni europee è praticamente quella col maggior numero di vaccinati, e nonostante ciò si continuano a portare avanti delle misure, che da un lato vanno a colpevolizzare ed estremizzare sempre di più i non vaccinati (e su questo potremmo aprire una serie di parentesi), ma dall’altro lato il problema è che anche il vaccinato si trova a vivere in un Paese con delle restrizioni che non ci sono in altre parti d’Europa, è questa la cosa che indica che qualcosa non sta funzionando. Perché io vaccinato mi trovo ad avere delle limitazioni nella mia vita che sinceramente si pensava dopo aver fatto il vaccino di non dover avere, più il tema dei non vaccinati che è un tema amplissimo.

Cosa non sta funzionando?

L’errore secondo me più grande che è stato fatto nel nuovo governo è stato riconfermare Speranza ministro della Salute e riconfermare quella linea lì. Cioè quello che sta emergendo è che ancora oggi noi abbiamo la linea chiusurista di Speranza. Una linea in cui c’è una parte del Paese che purtroppo continua a ragionare in un certo modo. Per esempio l’appello dei presidi (oggi c’è un mio pezzo su Il Giornale su questo) che dicono ‘chiudiamo le scuole’, è una cosa allucinante, perché è ormai passato il messaggio che anche delle strutture fondamentali per una società come la scuola, se ne può fare a meno. La mentalità che persiste è il voler vivere a oltranza in uno stato di emergenza. Non può andar bene da un punto di vista sociale, economico e anche dal punto di vista di rispetto di determinati diritti costituzionali che qui mi sembra stiano in parte venendo meno.

Dal punto di vista economico, le piccole e medie imprese, o le partite iva, il mondo imprenditoriale, quei ceti produttivi sono state le categorie più colpite dalla pandemia. Se tu il 23 dicembre fai un decreto legge comunicando che le strutture come determinati alberghi o tutto il settore della montagna, dovranno stare chiusi per Natale e Capodanno, significa che non hai rispetto per gli imprenditori, perché puoi anche prendere delle misure ma c’è modo e modo di farlo, non puoi dire due giorni prima a un imprenditore che non può aprire, dopo che magari ha già comprato tutti i generi alimentari, dopo che ha già pagato dipendenti e tutto, significa che non hai minimamente contezza di come funziona il mondo imprenditoriale e continui a colpire sempre determinate categorie.

Ci può essere secondo lei un approccio alternativo (alle forti restrizioni)? Pensiamo per esempio al caso della Florida.

Ma ci deve essere assolutamente un approccio alternativo, anche perché abbiamo capito che il vaccino aiuta a evitare di andare in terapia intensiva o di essere ospedalizzato, e aiuta a evitare che il Covid nella stragrande maggioranza dei casi se non in tutti, abbia degli impatti gravi sulla salute delle persone. Però il vaccino, questo è conclamato, lo dicono tutti gli scienziati e i virologi, non previene il contagio. Quindi ciò significa che potenzialmente chiunque di noi può contagiarsi.

Il tema qual è: si sta continuando a portare avanti, anche da un punto di vista comunicativo, e questo è drammatico, e avviene prevalentemente in Italia, il messaggio che sostanzialmente l’essere contagiato praticamente inibisce da qualsiasi cosa, e l’aumento dei contagiati rischia di generare una situazione di emergenza. Quindi si fanno quotidianamente questi bollettini con 100-200 mila contagiati, quando se andiamo a vedere realmente come stanno le cose, tanti contagiati sono anche asintomatici, cioè gente che se non si faceva il tampone non lo sapeva neanche che aveva il Covid, perché erano vaccinati o per una serie di motivazioni.

Quindi anche da un punto di vista comunicativo, un modo di comunicare serio sarebbe quello di iniziare a dire: ‘Diamo i dati delle terapie intensive, diamo i dati degli ospedalizzati ma smettiamo di fare questi allarmi con 100 mila, 200 mila contagiati’, che poi ad oggi (un anno fa era diverso) ma ad oggi vogliono dire niente sostanzialmente.

Quindi si dovrebbe anzitutto cambiare radicalmente la modalità di comunicazione, questo è un problema enorme, e smetterla di incutere terrore nei cittadini, adottando una comunicazione istituzionale diversa. Poi nel momento in cui si vanno ad applicare delle regole, cercare di cambiare approccio, non uno che vada sempre a cercare di colpevolizzare il cittadino, o un approccio sempre chiusurista, ma nel momento in cui c’è un alto tasso di vaccinazioni, nel momento in cui si sa in parte come si può curare la malattia, bisogna iniziare a cambiare approccio cioè andare a tutelare quelle categorie più fragili e fare in modo che tutti gli altri possano tornare piano piano a una vita di normalità.

Peraltro si stanno prendendo decisioni estremamente confusionarie, non c’è chiarezza, sono stati fatti cinque Consigli dei ministri e abbiamo cambiato cinque volte l’approccio a come contrastare la pandemia. Che posso capirlo un anno e mezzo fa quando non si sapeva cos’era il Covid, ma adesso devo dire che è un problema politico, cioè qua non siamo più solo a una questione sanitaria, ma sono delle decisioni politiche, questo è il tema grave. Per cui bisognerebbe cambiare proprio l’approccio politico. Si continua a parlare di tornare allo smartworking, di chiudere le scuole, addirittura c’è chi dice torniamo al lockdown, delle proposte superate in tutto il resto dei Paesi, parlando di quelli democratici, poi ci sono dei modelli che noi nemmeno dovremmo guardare.

Riguardo a questi modelli da non imitare, come giudica l’approccio di Biden verso la Cina, anche sui diritti umani, rispetto a quello di Trump?

Credo che la Cina rappresenti… non la Cina in quanto Cina ma il governo cinese di Xi Jinping, perché la Cina è una civiltà millenaria, è un popolo che ha una tradizione che dobbiamo assolutamente rispettare, però il governo di Xi Jinping è un regime comunista, questa è una cosa che in Italia sembra non si possa dire ma è semplicemente la verità, non si riterrebbe nemmeno offeso Xi Jinping a essere definito capo di un regime comunista perché questo è, e quindi questo comporta il fatto che noi purtroppo come occidentali abbiamo il vizio di applicare quelle che sono le categorie che valgono nei nostri Paesi in tutto il mondo, quando in realtà la Cina è un Paese in cui ci sono regole e modi di vivere che sono totalmente distanti dalle nostre.

Noi abbiamo fatto come occidentali il grande errore negli ultimi 20 o 30 anni di avere un approccio quasi di superiorità quando poi ci siamo accorti che è stato un approccio totalmente sbagliato e ad oggi ci troviamo una Cina con un modello di società diametralmente opposto al nostro, che è sempre più potente ed è sempre più entrata all’interno dei nostri Paesi, e quello che sta accadendo è paradossalmente che noi pensavamo di esportare la democrazia e i valori occidentali e in realtà sta succedendo il contrario. Più o meno volontariamente ci stiamo cinesizzando noi, cioè stiamo importando quelle che sono determinate strutture della società cinese, dal tema del controllo sociale, al tema delle limitazioni delle libertà costituzionali, col rischio che si vada poi verso un sistema di controllo sociale che è quello che è in vigore in Cina.

Un altro tema incredibile e che Trump aveva affrontato con coraggio, è che l’Italia e l’Europa (che poi è un problema europeo) non hanno avuto il coraggio di fare in modo che la Cina rispondesse a quelle che erano le sue responsabilità. Nessuno dice che è colpa del cittadino cinese se c’è il coronavirus, però che ci siano state delle strutture da un punto di vista di gestione politica nei primi mesi, quindi di copertura di quello che stava avvenendo, cioè si è evitato che il resto del mondo sapesse della pandemia, c’è stata una gestione ancora da chiarire su quello che erano determinati laboratori di Wuhan, non se ne parla di questo sostanzialmente, e l’Europa e i Paesi occidentali non hanno mai avuto la forza e il coraggio di fare in modo che vi fosse una reale inchiesta su quello che è accaduto in Cina.

Secondo l’avvocato internazionale canadese David Matas (autore dell’inchiesta Bloody Harvest sul tema del prelievo forzato di organi in Cina), in qualche modo questa pandemia potrebbe essere stata una conseguenza del non aver dato la dovuta attenzione al grande tema dei diritti umani in Cina. Cioè ha dichiarato che se il mondo libero avesse preteso l’assoluta trasparenza dal regime cinese su quello che sta avvenendo negli ospedali cinesi, ovvero sul prelievo forzato di organi da minoranze etniche e religiose, quindi se avessimo pretesto la trasparenza proprio dal punto di vista medico e sanitario (che comportava in questo caso il far luce su un grave abuso dei diritti umani che sta avvenendo lì), oggi forse non avremmo questo coronavirus.

Che ci sia tanta ipocrisia su questo argomento come su tanti altri, e che si chiudano gli occhi volutamente su cose che si sanno, nel senso che i governi occidentali lo sanno benissimo, mi sembra abbastanza evidente e questo è dovuto a motivazioni di carattere poi fondamentalmente economico, perché poi di questo si tratta. Quindi è chiaro che bisognerebbe avere tante volte più coraggio e la forza anche di denunciare determinate strutture della società cinese.

Un’ultima domanda staccata da tutto questo, visto che siamo esattamente a un anno di distanza dall’episodio: un breve commento su Trump e quello che è accaduto il 6 gennaio a Capitol Hill.

Secondo me quello che è successo, lo dico da conservatore che negli Stati Uniti avrebbe senza dubbio votato il Partito Repubblicano, è stato un errore perché si è prestato il fianco a una critica e a un attacco da tutto quel mondo democratico, non solo dal punto di vista politico ma anche mediatico, si è messa su un piatto d’argento la scusa per poi compiere quella restrizione nei confronti di Trump sui social network, anche questa lesiva poi di determinati principi del primo emendamento, quindi anche lesiva della libertà di espressione, per cui noi abbiamo su Twitter il profilo del portavoce dei talebani, e un ex presidente degli Stati Uniti non ha più il profilo Twitter che è stato bannato.

Però sostanzialmente quello che è accaduto a Capitol Hill, con tutti i punti interrogativi del caso – perché ci sono tanti punti interrogativi su quegli episodi – è stato probabilmente un errore da parte del mondo più trumpiano perché ha prestato proprio il fianco a tutta una serie di attacchi e critiche.

Io credo che quello che serve in Italia come negli Stati Uniti è cercare di portare avanti una proposta di destra, una proposta conservatrice che sia il più credibile possibile e quindi evitare talvolta determinate derive che possono esserci anche all’interno del nostro mondo. Ciò però non toglie, considerando tutto quanto fatto durante la presidenza Trump, dai temi dell’economia, al tema della politica estera, che senza dubbio senza il Covid Trump avrebbe vinto le elezioni.

 

Intervista adattata per ragioni di brevità e chiarezza

 
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