Florence Academy of Art di New York, un ponte tra il passato e il futuro

I loro aerei viaggiavano in direzioni opposte e potrebbero essersi quasi incrociati sopra l’Atlantico; eppure, un artista americano vissuto a Firenze per dieci anni, e un’artista spagnola, oggi residente a New York, hanno vissuto vite parallele: accomunati da un sano impulso per la raffinatezza e l’eccellenza, hanno condiviso lo stesso amore per i metodi classici di disegno, pittura e scultura della tradizione realista.

Jordan Sokol e Amaya Gurpide si sono incontrati nello stato di New York nell’estate del 2007, mentre dipingevano paesaggi per la Compagnia del fiume Hudson. Quando le loro strade si sono incrociate si sono subito scambiati gli appunti sulle tecniche artistiche che hanno imparato – lui alla Florence Academy of Art (Faa) di Firenze; lei alla National Academy of design, alla The Art Students League di New York, e al Grand Central Atelier di New York – iniziando fin da subito a scherzare su come avviare una scuola sintetizzando le loro intuizioni, e su come combinare le loro conoscenze per insegnare agli studenti.

Il direttore dell’accademia Jordan Sokol e l’istruttrice principale Amaya Gurpide alla filiale Usa della Florence Academy of Art a Jersey City, New Jersey, 1 agosto 2016. (Samira Bouaou/Epoch Times)

Dopo aver mantenuto una relazione a distanza per sei anni, finalmente, Sokol e Gurpide si sono riuniti a Madrid nel 2013, e si sono sposati. Nel giro di un anno, si sono sistemati e, appena hanno terminato il noioso compito di completare i documenti per l’immigrazione di Sokol, hanno ricevuto una telefonata da Daniel Graves, l’artista fondatore della Faa.

Gurpide si è ricordata della sua premonizione: nel giorno in cui avrebbe deciso di prelevare alcune delle sue cose dal magazzino a New York per portarle in Spagna, sarebbe successo qualcosa che l’avrebbe riportata negli Stati Uniti. «Ed è realmente accaduto esattamente così», ha detto ridendo. Graves li ha invitati a fondare e a gestire una nuova filiale della Faa negli States.

(da Sinistra) Jordan Sokol, Daniel Graves, and Amaya Gurpide all’apertura dell’esposizione “Realtà consacrata” presso la filiale Usa della Florence Academy of Art , 1 maggio 2016. (Milene Fernandez/Epoch Times)

A Gurpide è ritornata in mente l’espressione dissonante del suo viso dopo quella telefonata. «Sorridevo mentre le lacrime mi sgorgavano dagli occhi, pensando di dover cogliere questa opportunità, ma anche che non volevo ancora lasciare Madrid – ha raccontato – Avevamo appena noleggiato due studi, e stavamo insegnando a un fedele gruppo di studenti, che ci sarebbe mancato».

L’Faa avrebbe aperto la sua nuova sede in un ex magazzino di tabacco, che era ancora in fase di ristrutturazione per il neocostituito Mana Contemporary – un vasto conglomerato (più di 100 mila metri quadrati) dedicato a studi e a mostre d’arte, a Jersey City, nell’area metropolitana di New York.

L’atrio della filiale Usa della Florence Academy of Art , alla Mana Contemporary, nel Jersey City, 1 maggio 2016. (Milene Fernandez/Epoch Times)

Sarebbe stata una mossa interessante per una scuola tradizionale – relativamente isolata, a Firenze – l’occasione per entrare in stretto contatto con una vasta varietà di artisti, in un uno dei principali centri d’arte contemporanea. Come ha suggerito Graves – citato in un episodio del podcast ‘Donazione suggerita’ – la nuova scuola avrebbe collegato vecchi e nuovi mondi di un movimento artistico realista in continua evoluzione, che si sta espandendo in molteplici forme.

ABILITÀ, LIBERTÀ E STILE

Gli atelier e le accademie d’arte che promuovono l’arte realista a volte vengono accusati di formare artisti che producono per lo più lavoro accademico, ad esempio come quello dell’arte del 19esimo secolo. Sokol ha chiarito che l’Faa insegna competenze, e non stili: «Non stiamo suggerendo a uno studente ciò che dovrebbe dipingere quando esce da qui. Vogliamo solo insegnare a utilizzare effettivamente i materiali, trasmettere concetti e principi che consentano loro di dipingere qualunque cosa (tema) desiderino dipingere con fiducia, senza sentirsi ostacolati da una mancanza di capacità – e ancora – lo scopo è quello di avere la libertà nel modo di trovare la propria visione delle cose e il proprio modo di esprimersi».

Jordan Sokol mentre crea un disegno di esempio per gli studenti alla filiale Usa della Florence Academy of Art, 14 luglio 2016. (Samira Bouaou/Epoch Times)

Le tecniche possono essere insegnate e trasmesse: quindi a un artista serve solo la pratica per raggiungere un livello più elevato di perfezione. Ma questo è solo l’inizio. Dopo che gli studenti della Faa hanno completato il programma, possono decidere quello che vogliono dire e come sviluppare la propria visione, come ha sottolineato Sokol: «È una ricerca che può durare per tutta la vita».

Per quanto Sokol e Gurpide trasmettano senza sforzarsi un senso di libertà e apertura mentale, per quanto emerga la loro competenza, ispirano anche gli studenti con i loro valori: «Stiamo anche cercando di instillare l’idea che le esperienze hanno un significato che non necessariamente viviamo in un mondo completamente nichilista».
«In qualche modo sperimentiamo qualcosa in risonanza con noi – aggiunge Sokol – proviamo a distillare l’esperienza in qualche forma d’arte e a dare a questo tipo d’esperienza un significato che potrebbe risuonare in altre persone».

Jordan Sokol mentre crea un disegno di esempio per gli studenti alla filiale Usa della Florence Academy of Art, 14 luglio 2016. (Samira Bouaou/Epoch Times)

Jordan Sokol (a sinistra) insegna ad un studente durante il workshop estivo, il 14 luglio 2016. (Samira Bouaou/Epoch Times)

Sokol ha spiegato perché la Faa insegna agli studenti a lavorare solo dal vivo, senza utilizzare fotografie o altre apparecchiature elettroniche: «La forma sviluppata con il lavoro artistico, attraverso il suo linguaggio tecnico, è importante; per questo motivo passiamo così tanto tempo a cercare di sviluppare un certo livello di raffinatezza per poter esprimere quel significato – ha detto Sokol – C’è una sorta di santità intorno al pensiero di trascorrere del tempo osservando qualcosa dalla natura che non si riduca a copiare».

L’arte, creata con l’intento di trasmettere esperienze dentro oggetti significativi, non necessita di una spiegazione scritta per essere compresa dallo spettatore. «La forma che l’opera d’arte richiede – ha spiegato – contiene un significato intrinseco».

PORTARE UNA PARTE DI FIRENZE A JERSEY CITY

Gurpide era al nono mese di gravidanza; sedeva accanto a Sokol nel suo studio statunitense della Florence Academy of Art aspettando la nascita del loro figlio, prevista per fine luglio. Avevano finito di insegnare all’ultimo workshop estivo al terzo trimestre dell’anno accademico, quando finalmente sono riusciti a per fare un bilancio e a riflettere sugli ultimi due anni di funzionamento della nuova scuola.

Quando si sono trasferiti gli Stati Uniti, nel 2014, Sokol ha dovuto decidere come progettare mille metri quadrati di spazio. Le pareti, l’impianto idraulico, il sistema di ventilazione e il riscaldamento, tutto doveva essere realizzato nel rispetto delle leggi e secondo il regolamento della Mana Contemporary; arredamento, scaffali, cavalletti, cavalletti per i modelli e tende, dovevano tutti essere piazzati entro un anno per far accreditare la scuola.

Si sono ricordati che allungavano una cordella metrica nel corridoio al bed and breakfast dove alloggiavano, prima che fosse disponibile lo spazio al Mana Contemporary, per decidere le dimensioni dello studio per la nuova filiale statunitense della Faa; perchè sebbene ogni sezione preveda lo stesso programma di studi, ognuna ha le sue caratteristiche uniche.

Sokol, come ex studente della Faa ed ex direttore dell’Intermediate Drawing and Painting Program a Firenze, è stata una scelta prevedibile per il ruolo di direttore accademico. Mentre Gurpide è diventata istruttore principale in via eccezionale, essendo una degli unici due istruttori di tutte le filiali della Faa (Firenze, Svezia, Stati Uniti), che non è stata un’allieva della Florence Academy of Art.

Insieme, la coppia aveva già insegnato a diversi workshop. «Abbiamo dovuto cavarcela fondendo i nostri approcci didattici. È stato interessante trovare un processo in cui non saremmo stati in contraddizione – ha detto Gurpide – ma in cui avremmo dovuto usare il meglio dei nostri metodi di lavoro per creare un approccio chiaro e efficace per gli studenti».

Gurpide era stata addestrata a usare una misura comparativa per disegnare e ha dovuto imparare il metodo sight-size – standard nel curriculum Faa per tutti i rami dell’accademia – in cui l’artista si posiziona a una certa distanza dal disegno e dal soggetto in modo che entrambi sembrino avere la stessa dimensione visiva, per poter confrontare le proporzioni tra soggetto e disegno e giudicarne la precisione.

 

«In definitiva, come istruttori, stiamo cercando di far si che gli studenti vadano tutti nella stessa direzione per imparare i fondamentali del disegno e della pittura, e abbiamo diversi modi per arrivarci. Provenendo da diverse scuole, Amaya ha un vocabolario fresco. Siamo molto fortunati (alla Faa) ad avere questa prospettiva unica», ha detto Sokol sorridendo a Gurpide.

Richard Greathouse, assunto come terzo istruttore, si è laureato alla Faa di Firenze dove è stato anche istruttore principale di pittura e écorché. Originario del Tennessee, è tornato in patria per diventare istruttore principale di disegno e pittura e direttore di anatomia nella filiale statunitense.

Nonostante tutti avessero molta esperienza nei loro metodi di insegnamento e un curriculum, mettere in piedi la scuola da zero è stata una sfida impegnativa. Sokol ha ricordato di quando, in due giorni, ha costruito un modello della scuola con Greathouse in modo da avere qualcosa da mostrare all’organismo di accreditamento. Tra le altre cose, Sokol, Gurpide, e Greathouse hanno messo in piedi un laboratorio del legno nel seminterrato del Mana per costruire i supporti per i modelli e i mobili per la scuola, mentre Gurpide ha realizzato le tende usando la sua macchina da cucire.

Avevano un budget più limitato del previsto perché quasi in concomitanza, l’Faa di Firenze aveva trovato un nuovo spazio per portare tutte le sue sezioni – fino ad allora in edifici separati – sotto lo stesso tetto, che inaugurerà il prossimo ottobre.

A gennaio 2015, durante la notte, prima che la filiale statunitense aprisse le sue porte ai primi sette studenti iscritti, Sokol, Gurpide, e Greathouse stavano ancora lavorando per sistemare le cose.

LA PROSPETTIVA DEGLI STUDENTI

Dopo aver terminato il suo terzo trimestre, durante un workshop estivo, Giairo Kiyabu, dalle Hawaii, ha condiviso i suoi pensieri sull’esperienza vissuta finora alla Faa: «Qualsiasi critica di ognuno dei tre docenti è sempre penetrante. Gli insegnanti sono a un livello talmente elevato che qualsiasi cosa dicono è abbastanza profonda. Ho imparato di più qui in un anno che prima nei quattro di studio per la mia Bfa», ha detto Kiyabu.

 

Vickie Brauweiler, ex graphic designer dal Connecticut e madre di due figli, ha preso parte allo stesso seminario estivo sul disegno di figure umane, e ha condiviso quello che ha imparato dalle osservazioni di Gurpide: «Stava parlando del valore di luci e ombre. È più un processo di apprendimento su come guardare per poi tradurre ciò che si vede. Finché non lo vedete non sapete cosa state cercando di disegnare, e questa è la parte umiliante (del processo) dove vi trovate lì e dite a voi stessi, ‘io non la vedo. Non conosco ancora quella parola’. È come imparare una nuova lingua».

 

«Si tratta di un luogo così speciale e stimolante, con persone speciali. Sono molto gentili, di grande supporto – ha detto la Brauweiler – Sono così efficienti nel modo di comunicare le loro conoscenze. Questo posto è fantastico».

Sokol ha detto che uno dei loro studenti del programma di base ha già esibito i suoi lavori nell’esposizione Bp Portrait Award, una mostra con giuria internazionale di alto livello competitivo, al National Portrait Gallery di Londra.

 

PASSATO E FUTURO

Sokol tiene incontri regolari con i direttori delle altre filiali della Faa per rivedere e migliorare il piano di studi e per assicurarsi che il programma di base sia pienamente coerente – sulla stessa lunghezza d’onda e con stesse tempistiche – in modo che gli studenti possano facilmente spostarsi da una filiale all’altra.

Oltre a insegnare, supervisionare, e a mandare avanti e migliorare la scuola, con l’aiuto della sua squadra, Sokol organizza una serie di conferenze il venerdì, a volte aperte anche al pubblico, e per il prossimo anno ha appena ricevuto una donazione dalla Fondazione Robert Lehman.
Inoltre, è anche il curatore di almeno quattro mostre annuali per la galleria dell’accademia, e sta progettando di creare di una mostra su personalità accademiche del 19esimo secolo e altre esposizioni didattiche sia per gli studenti che per il pubblico.
Guardando al futuro, Sokol intende stabilire un programma di scultura a tempo pieno, facilmente realizzabile, dato che Mana Contemporary dispone di una fonderia a pochi metri di distanza dalla scuola.

Quest’anno la Faa ha celebrato il suo 25esimo anniversario con l’uscita di un libro sulla storia completa e dettagliata dell’Accademia, dalle umili origini di un artista, Daniel Graves, alla ricerca di mentori meritevoli a Firenze negli anni ’70 (al culmine di un sentimento nichilistico nel mondo dell’arte), fino alla sua opera di aver fondato, finora, tre filiali.
«Un indizio sul reale successo di questo metodo formativo può essere quello che fino all’80 per cento dei nostri studenti diventano artisti di professione», afferma Daniel Graves nel sito della Faa.
Almeno 15/20 di quegli artisti hanno creato propri atelier in tutto il mondo. La Faa si è sviluppata costantemente grazie all’enorme collaborazione dei propri istruttori, che hanno contribuito a creare un’eredità, tramandando l’antichissima tradizione dei vecchi maestri.

 

Articolo in inglese: Florence Academy of Art Bridges Old and New in the US

Traduzione di Massimo Marcon

 
Articoli correlati