Festival di Sanremo, 500.000 Euro al Conduttore e 50 euro al giorno ai Maestri d’Orchestra

Di Gigi Morello

L’autore dell’articolo, Gigi Morello, è nato a a Torino e ha vissuto diversi anni negli Usa. Musicista, didatta e regista televisivo musicale, ha scritto per diverse testate specializzate nel settore musicale. Ha fondato e diretto progetti umanitari no profit e riceve dalla Croce Rossa Italiana encomi per tre diverse iniziative. Ha pubblicato nel 2020 due libri dal titolo ‘Alleanza Anti Casta’ e ‘Illuminismo Illuminato per Tempi Oscuri’, editi da Amazon. Il 4 luglio 2020 ha Fondato ‘Sogno Americano’ il primo Movimento Americanista Italiano.

 

Quello di Sanremo è un Festival che si è tenuto anche quest’anno per ragioni motivate formalmente dall’esigenza di rispettare una tradizione Italiana. Una tradizionale culturale popolare che si affaccia sul resto del mondo portando con se la bellezza delle sue canzoni immortali: brani che rappresentano l’italianità nel mondo.

‘Nel blu dipinto di blu’, presentato da Domenico Modugno all’edizione di Sanremo del 1958, è entrato a far parte della cultura Italiana nel mondo, utilizzato in riferimenti di svariate opere artistiche, con riferimenti in film, trasmissioni e opere culturali in moltissimi Paesi. E non è l’unica canzone lanciata al festival di Sanremo ad avere fatto la storia dell’Italia nel mondo.

Senz’altro Il Festival di Sanremo rappresenta un’importante baluardo della cultura popolare italiana.

Ma se parliamo di cultura, trattiamola come tale.

Perché dall’inizio del lockdown, centinaia di migliaia sono gli operatori dello spettacolo che si sono visti negare il diritto di lavorare in virtù di quello che un governo materialista afferma, senza dirlo espressamente, essere un contributo ‘superfluo’ in relazione alle esigenze fondamentali di un popolo attaccato da una pandemia che sembra inarrestabile.

Perché lo spettacolo ha la brutta connotazione imposta di essere un qualcosa di ‘opzionale’, qualcosa che in un mondo gestito in base a principi razionali e materiali potrebbe non esistere.

Ma qui vediamo l’ennesima operazione di ‘doppio standard’ delle sinistre, che da decenni monopolizzano l’ambiente artistico-culturale italiano.

Manteniamo un Festival che veramente rappresenta l’anima della cultura popolare musicale italiana, ma paghiamo alcuni artisti e conduttori centinaia di migliaia di euro mentre ai Maestri d’Orchestra (cioè i singoli musicisti che sono parte dell’orchestra), quelli che hanno speso una grossa parte della propria vita a studiare la musica seriamente, viene corrisposto un gettone che raramente supera le 50 euro giornaliere.

Moltissimi sono i Maestri che conosco e che hanno lavorato al festival di Sanremo negli anni. Questo non è per niente un sentito dire. È un fatto.

L’ingiustizia è palese. Ma si fa così nonostante i titoloni dei giornali.

Vogliamo lavorare per portare avanti un Festival per salvaguardare la cultura italiana? Bene allora non mostriamo un ‘doppio standard’ così evidente da essere colto come una vera e propria plutocrazia dove alcuni contano qualcosa, altri niente o pochissimo.

Pensate che sarebbe stato difficile trovare un abile conduttore che avrebbe presentato il Festival gratis o per 50 euro al giorno? Anche qualcuno molto famoso e popolare?

Assolutamente no. Perché condurre il Festival di Sanremo è un privilegio, fornisce una visibilità eccellente in tutto il mondo. Ci sarebbe stata la fila per condurre gratis il Festival.

Sarebbe bastato chiederlo. Ma nessun l’ha fatto.

Qui non si parla di mettere tutti gli artisti sullo stesso piano, si tratta di rispetto in un contingente storico dove i ‘normali lavoratori dello spettacolo’ non possono lavorare, mentre alcuni guadagnano in tre giorni cifre che rappresentano quello che un artista ‘comune’ non riesce ad accumulare in una vita intera.

Qui stiamo facendo delle ovvie ingiustizie. Operiamo ‘equamente’ con le parole mentre nei fatti seguiamo le regole del più bieco turbocapitalismo.

Siamo ‘di sinistra’ ma poi ci pieghiamo senza battere ciglio nell’avere ad un Festival nomi altisonanti che quando si tratta di portafoglio, l’hanno tutti nella tasca destra, nonostante quello che dicono ai giornali.

Ma chi legge questo media conosce già le incongruenze e i paradossi del loro pensiero unico, che dicono il tutto e subito dopo o contemporaneamente fanno esattamente il contrario, applicando i propri principi quando fa loro comodo, e solitamente solo per muovere accuse verso i propri avversari.

Se ci soffermiamo ad osservare molti dei leader di opinione nel campo artistico, osservando molti artisti quotati, sembra che la stragrande maggioranza di loro sia di sinistra.

Perché quelli che si esprimono politicamente nelle proprie dichiarazioni ai media, o sono di sinistra, o tacciono e fingono di essere ‘apolitici’.

Eh si, conosco personalmente molti artisti anche quotati che tengono per se le proprie opinioni politiche per questioni di sopravvivenza professionale. A meno che non siano di sinistra. In tal caso tutto è lecito.

Vi mettereste a ridere se vi dicessi che alcune grandi canzoni ‘usate da artisti di sinistra’ sono state in effetti create da grandi compositori assolutamente non di sinistra.

Naturalmente questi ultimi sono persone ‘fuori dal coro’ che per riuscire a fare emergere il loro genio hanno dovuto guardarsi molto bene dallo schierarsi politicamente.

Ma nel concreto sono numerosi gli artisti che si sono espressi nei media sposando l’attuale pensiero unico, non ultima Gianna Nannini che nel suo ultimo video ‘l’aria sta finendo’ cerca di riproporsi presentando maiali in divisa che massacrano a manganellate persone di colore, portando avanti una propaganda politica in perfetto stile Black Lives Matter.

La semplice partecipazione ad un passato Festival di un grande artista che è notoriamente non di sinistra, l’immortale cantante e showgirl Rita Pavone, ha suscitato numerose critiche, proprio per il suo orientamento politico diverso da quello che ‘dovrebbe essere’ l’orientamento politico degli artisti e della cultura italiana.

Ma qui per una volta parlo per vera cognizione di causa diretta. Non come osservatore. Parlo come un artista che ha lavorato nel settore dell’arte e dello spettacolo per più di trent’anni della mia vita.

Se sei di sinistra e porti avanti qualche ideale relativo vai avanti, altrimenti è bene che tu non ti esprima politicamente contro gli stessi ideali, o verrai tagliato fuori. Questa è la dura legge che ho osservato con i miei stessi occhi negli anni.

Nel campo dell’arte non esistono criteri logici o meritocratici sulla partecipazione o meno di qualcuno ad una trasmissione o festival.

Il fattore ‘Arte’ permette che chiunque sia al comando possa imputare ad una valutazione artistica personale l’inclusione o l’esclusione di un artista in uno show, soprattutto se è uno spettacolo importante e lucroso per i soliti noti.

Se mi credete posso dirvi che l’orientamento politico di un artista, soprattutto se manifestato e non nascosto accuratamente, è un requisito fondamentale per la sua partecipazione ad un evento controllato dalla cultura in mano alle sinistre, questo è un fatto che ho osservato personalmente in numerosissime occasioni.

Talmente tante occasioni da rappresentare una percentuale netta che in base alle leggi della matematica avrebbe dell’assurdo se spiegata in qualsiasi altro modo.

Ma il messaggio veicolato dalla cultura in mano alle sinistre è ancora più subdolo.

Lasciando l’espressione politica esclusiva agli artisti che fanno carriera grazie al proprio orientamento politico di sinistra, portano avanti un messaggio subliminale che bisogna iniziare a riconoscere come tale.

Il messaggio include che un ‘vero artista’ è tale se nelle proprie creazioni esprime un pensiero di sinistra.

Il messaggio è che «Tutti i grandi artisti si esprimono nelle loro canzoni con pensieri di sinistra ».

A meno che non parlino di ‘amore’ che è nella canzone come la carta che usi a Monopoli per uscire di prigione.

In Italia esiste una dittatura culturale imposta dalle sinistre, che negli anni si sono infiltrate ai vertici dei luoghi decisionali culturali e artistici in modo da portare avanti solo coloro che sposano il loro pensiero unico.

O che si piegano a questi standard fingendo di non avere un pensiero proprio.

Ed il loro pensiero unico è nei testi assolutamente la solita solfa, mentre nei fatti è mirato solo alla direzione del proprio conto in banca e delle monete che risuonano con melodie che solo loro possono ascoltare.

 

Le opinioni espresse in quest’articolo sono dell’autore e non riflettono necessariamente quelle di Epoch Times.

 
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