Facebook e l’insicurezza delle mamme

Da giorni, una mamma non si fa la doccia e nemmeno si lava i denti. Ma oggi è un giorno speciale: il suo bimbo compie un mese di vita; per questo, la mamma sceglie un abito perfetto e si assicura che l’illuminazione sia giusta per scattare una foto altrettanto perfetta. Dopo averla postata su Facebook, controlla per vedere se qualcuno ha messo qualche mi piace.

Dopo aver visto il numero dei mi piace e dei commenti, la mamma nota che sua suocera, sempre online, non ha ancora risposto all’immagine del suo caro nipote. Si domanda che cosa possa essere successo: forse non l’ha ancora vista o forse non le piace l’abito del bambino. Forse pensa addirittura che lei non sia una buona madre. Alla mamma viene in mente anche la compagna di classe delle superiori, perché alle foto dei suoi figli, lei aveva sempre messo mi piace: si domanda per quale motivo non abbia dato il giusto riconoscimento alla foto di suo figlio. Forse non è poi una buona madre…

Per alcuni, tutto questo potrebbe sembrare ridicolo, ma è una conseguenza reale e frequente dell’utilizzo di Facebook da parte di numerose neo-mamme.

Per cui, quando un dottorando ha suggerito a Sarah, autrice di questo articolo, di includere un sondaggio sull’utilizzo dei social network da parte dei genitori moderni in un recente studio genitoriale dell’autrice, il progetto New Parents, l’occasione è stata subito colta. A Sarah interessava conoscere quanto frequentemente i nuovi genitori utilizzassero i social network, per quale motivo alcuni li utilizzano più degli altri e l’impatto che potrebbero avere sul loro benessere mentale.

PERCHÉ SI PUBBLICA UN POST?

Viene da chiedersi per quale motivo una nuova madre, stanca e molto impegnata, utilizzi il proprio tempo prezioso per scattare la foto perfetta del proprio bimbo. E anche per quale motivo si debba preoccupare tanto di come i suoi amici virtuali – alcuni dei quali familiari e amici stretti, ma la maggior parte semplici conoscenze – rispondono alle foto del suo bambino.

Essere una nuova madre può essere un’esperienza solitaria e travolgente. Quando Sarah si è iscritta su Facebook nel 2008, sua figlia non era molto piccola, ma aveva notato subito quanto questo social fosse pieno di foto e post su neonati e bambini.
Sarah si è quindi unita a questa ‘corrente’. Era sempre più attenta a scattare foto perfette di sua figlia intenta a divertirsi e a compiere delle avventure. Inoltre, attendeva con ansia le reazioni della figlia, perché le avrebbero dato la motivazione necessaria per affrontare il suo essere genitore a tempo pieno. E questo la stimolava.

QUANDO L’ORGOGLIO DISTRUGGE

Lo studio genitoriale New Parents ha esaminato i nuovi genitori intenti a usare Facebook. Più precisamente, ha seguito 182 coppie a doppio reddito che aspettavano il loro primo figlio e si estendeva al primo anno di crescita del bambino. Quando i figli avevano nove mesi, i genitori sono stati intervistati in merito all’utilizzo di Facebook e di altri social nei primi mesi di genitorialità.

Si è scoperto che le madri spendono più tempo sui social e si assumono la responsabilità della pubblicazione delle foto dei loro bambini. Quindi, la ricerca si è focalizzata sulle mamme.

Alcune erano più attive su Facebook, in particolare quelle più preoccupate a convalidare la loro identità di madre e che credevano che gli altri le considerassero genitori perfetti. Hanno riportato reazioni emotive più forti quando le foto del loro bambino ricevevano più o meno ‘mi piace’ e commenti rispetto a quanto previsto.

Lo studio ha poi verificato se l’utilizzo di Facebook fosse associato a elevati sintomi depressivi nei primi mesi di genitorialità. Le mamme più inclini a cercare una convalida esterna per la loro identità di madre e che erano perfezioniste riguardo alla loro genitorialità, avevano sperimentato un aumento dei sintomi depressivi ed erano più attive su Facebook. Inoltre, chi usava maggiormente questo social provava uno stress genitoriale maggiore.

CONFRONTI INEVITABILI CAUSANO STRESS

Secondo un altro studio, il forte utilizzo di Facebook può portare le madri a sentirsi depresse e stressate. Sulla base dei dati raccolti da 721 madri, Sarah Coyne dell’Università Brigham Young e i suoi colleghi hanno riferito che le mamme che più spesso si confrontano con gli altri sui social sono più depresse, provano un maggiore peso del loro ruolo e come genitori si sentono meno adatti.

Gli autori hanno anche osservato che le persone sui social tendono a dare un’immagine molto positiva di se stesse e questo può essere particolarmente vero per le mamme, che possono sentirsi pressate dal dover fare i ‘genitori perfetti’.

Se si confrontano le immagini apparentemente perfette dei figli e della vita familiare di altre persone, c’è il rischio inevitabile di provare stress. Questo può essere particolarmente vero per le neo-mamme, le cui esperienze sono diverse da quelle previste, come nel caso di un parto cesareo rispetto a un parto naturale, oppure di un figlio nato prematuro o con una disabilità.

Pertanto non si tratta solo del tempo dedicato ai social network, quanto piuttosto di come le mamme trascorrono il loro tempo su questi siti e se si confrontano con altre mamme, cosa che in ultima analisi può influenzare sia la loro felicità e che il modo in cui vivono il ruolo di genitore.

VEDERSI PER UN CAFFÈ POTREBBE ESSERE MEGLIO

Comunque, non si tratta di rinunciare per forza a Facebook: sebbene, questa ricerca abbia evidenziato i pericoli dei social, altri studi hanno dimostrato che certe mamme possono beneficiarne, attraverso il mantenimento e il rafforzamento dei rapporti con famiglia e amici. Nel suo lavoro, Sarah Schoppe-Sullivan ha scoperto che quando una mamma ha una grossa percentuale di amici su Facebook che sono familiari o parenti, sperimenta una maggiore soddisfazione genitoriale.

Tuttavia, Sarah ritiene che le mamme dovrebbero considerare attentamente le loro motivazioni quando utilizzano Facebook e prestare attenzione alle loro reazioni. Se scoprono di essere ossessionate dai mi piace delle foto, è meglio disattivare le notifiche e accedere solo in determinati momenti della giornata. Oppure, se il tempo trascorso su Facebook fa sentire depressi, si possono fare delle pause per settimane o mesi, e piuttosto telefonare ad amici o incontrarsi per un caffè.

Tutti i genitori che utilizzano Facebook e altri social possono anche aiutarsi condividendo le lotte come dei trionfi di genitorialità. Possono anche sostenere, invece di criticare, le mamme che ritraggono se stesse in una luce meno perfetta ma più autentica.


Sarah Schoppe-Sullivan, professoressa di scienze umane e psicologia, è professore associato al Crane Center for Early Childhood Research and Policy dell’Ohio State University.
Articolo adattato allo stile giornalistico.

Articolo in inglese: ‘Why Facebook May Fuel New Mothers’ Insecurity

 
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