Facebook manipola i trend e ‘censura’ i repubblicani Usa

Diversi ex dipendenti di Facebook, che hanno lavorato nel maggiore social network del mondo tra metà 2014 e dicembre 2015, hanno dichiarato che tutte le notizie di interesse per gli utenti conservatori venivano per prassi eliminati dalle trending news.

Un giornalista che in passato ha lavorato per Facebook ha dichiarato a Gizmodo che – nonostante fossero diventate popolari – venivano ‘deviate’ notizie sul raduno di destra del Cpac [Conservative Political Action Conference, una conferenza nazionale di destra che si tiene ogni anno negli Stati Uniti, ndt], su Mitt Romney e Randy Paul e altri temi conservatori.

Non solo: gli ex dipendenti di Mark Zuckerberg responsabili della sezione notizie di tendenza, hanno poi aggiunto che ricevevano ordine di inserire manualmente nella sezione in alto a destra di Facebook determinati aggiornamenti, anche se non erano popolari abbastanza oppure non lo erano affatto. 
«A seconda di chi era di turno, i post venivano censurati o spinti» ha spiegato un ex responsabile di contenuti che ha chiesto di restare anonimo.

«Arrivavo a lavoro e scoprivo che il Cpac o Mitt Romney, Glenn Beck o altri temi conservatori popolari non dovevano apparire nei ‘trend‘ perché non piacevano al responsabile, oppure per faziosità contro Ted Cruz» ha spiegato l’ex dipendente.

Alcuni fra i temi ‘nascosti’ sono stati: l’ex funzionario dell’Irs [Internal Revenue Service, l’equivalente dell’Agenzia delle Entrare, ndt] Lois Lerner, accusata dai repubblicani di aver effettuato una verifica immotivata su diversi gruppi conservatori; il governatore del Wisconsin Scott Walker; il sito conservatore Drudge Report; il fuciliere di marina Chris Kyle ucciso nel 2013; l’ex collaboratore di Fox News Steven Crowder. 

«Credo che l’effetto sulle notizie relative ai conservatori sia stato grave» ha commentato l’ex responsabile del contenuto. 

«Si è trattato assolutamente di faziosità. Lavoravamo in modo arbitrario: dipendeva tutto da chi era il responsabile del contenuto e dall’ora del giorno» ha aggiunto parlando con Gizmodo un ex-responsabile del contenuto. 

Un altro ex-responsabile ha riferito che le notizie coperte dalle agenzie vicine ai conservatori (come Breibart, Washington Examiner e Newsmax) che diventavano popolari a sufficienza per essere selezionati dagli algoritmi automatici di Facebook, venivano trattenute finché i maggiori media come il New York Times, la Bbc e la Cnn non coprivano a loro volta la notizia.

I responsabili del team preposto alle notizie ordinavano allo staff di influenzare artificialmente il trend spingendo in cima alla sezione ‘trending’ le notizie che loro ritenevano importanti. Non solo: diversi ex dipendenti hanno spiegato che Facebook si serve di uno specifico ‘strumento di inserimento’ per spingere le notizie, a volte fino alla prima posizione in cima all’elenco delle notizie: «Avevamo una disposizione per cui solo se vedevamo una notizia in prima pagina sui maggiori media – come Cnn, Nyt e Bbc – potevamo inserirla anche noi. Praticamente era come se fosse tutta questione di quello che facevano i ‘grandi’: se loro la mettevano in prima pagina, anche se la notizia non era popolare tra i lettori noi potevamo spingerla in alto».

Insomma, secondo le testimonianze degli ex dipendenti, anche a Facebook tenevano molto ‘a esserci’ sulle notizie dell’ultim’ora: la sparizione del volo MH370 della Malaysia Airlines e gli attacchi a Charlie Hedbo di Parigi sono stati spinti a forza nella sezione dedicata alle notizie più popolari.

Facebook è da tempo in forte competizione con Twitter per quanto riguarda le notizie di tendenza, e gli ex dipendenti hanno descritto un clima di frustrazione all’interno del social network di Zuckerberg: «Se una notizia spopolava su Twitter e non su Facebook ci urlavano addosso». Un’altra testimonianza ha parlato della spinta di visibilità data al movimento Black Lives Matter [attivisti per la difesa dei diritti delle persone di colore, ndt]: «Facebook subiva una forte pressione dal non avere contenuti di tendenza sul Black Lives Matter».
«Avevano capito che era un problema e quindi ‘spingevano’ il tema dandogli priorità sugli altri. A quel punto tutti iniziavano a dire: “Oh! Finalmente lo vedo il prima posizione!”» 

E anche le notizie sul Facebook stesso ricevevano un trattamento speciale: «Se si trattava di qualcosa riferito alla società, ci dicevano di non toccare niente», spiega un ex responsabile di contenuto, che aggiunge come le notizie su Facebook non dovessero essere spinte in alto dal programma apposito. 

La sezione trending è stata introdotta negli Stati Uniti nel 2014. Ma «non erano affatto ‘tendenze’» conlude l’ex responsabile incaricato di sopprimere le notizie sui conservatori: «Erano opinioni».

 

 
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