Gli esperti della Fda sconsigliano la terza dose di Pfizer per l’intera popolazione

Di Jack Phillips

È arrivato venerdì il primo stop ufficiale alla somministrazione della terza dose di Pfizer sull’intera popolazione americana.

Gli esperti della Food and Drug Administration hanno votato, 16 contro 3, per raccomandare di non somministrare la terza dose del vaccino Pfizer a tutti gli americani sopra i 16 anni. Il comitato ha invece votato a favore del richiamo Pfizer contro il Covid-19 per le persone dai 65 anni in su e per coloro che sono ad alto rischio per motivi di lavoro.

Durante l’incontro del 17 settembre, gli scienziati indipendenti che consigliano la Food and Drug Administration (Fda) hanno espresso scetticisimo sulla necessità di una terza dose del vaccino Pfizer per l’intera popolazione. La decisione del comitato consultivo rappresenta quindi il primo importante ostacolo all’agenda vaccinale del governo Biden, poiché i massimi funzionari sanitari americani hanno annunciato il mese scorso che avrebbero cercato di avviare la somministrazione della terza dose per tutti entro il 20 settembre.

Al contrario, per le persone sopra i 65 anni e per quelle ad alto rischio di contagio, il richiamo è stato consigliato all’unanimità, con 18 voti a favore.

Non è ancora chiaro quando arriverà la decisione finale della Fda, mentre i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc) hanno in programma per la prossima settimana un incontro per avviare la somministrazione delle terze dosi negli Stati Uniti. Epoch Times ha contattato la Fda per un commento.

«La Fda non è vincolata dal vostro voto, lo dico solo perché lo sappiate. Possiamo aggiustarlo in base alle necessità», ha dichiarato dopo la votazione il dottor Peter Marks, il principale funzionario per i vaccini dell’agenzia americana.

Dopo il voto, un portavoce della Casa Bianca ha dichiarato: «Oggi è stato un importante passo avanti nel fornire una migliore protezione agli americani dal Covid-19. Siamo pronti a fornire iniezioni di richiamo agli americani idonei una volta che il processo si concluderà alla fine della prossima settimana».

Sebbene i funzionari sanitari statunitensi, vari Paesi e i produttori dei vaccini sostengano che la terza dose sia necessaria per tutti, molti scienziati, inclusi alcuni all’interno della Fda e del Cdc, non sono d’accordo. Le dosi di richiamo sono state precedentemente raccomandate dal Cdc per gli individui immunocompromessi.

Una diapositiva della Fda mostrava infatti che il rischio di morire di Covid-19 per un trentenne sano è dello 0,0004 percento, ovvero 1 su 250.000, il che rafforza l’idea che la terza dose non sia necessaria per l’intera popolazione. Alcuni hanno raccomandato un richiamo per le persone anziane, ma diversi esperti hanno affermato di volere più dati sui potenziali rischi di miocardite, un tipo di infiammazione del cuore, legati alla somministrazione della terza dose.

Il dottor James Hildreth, un membro votante del gruppo di esperti della Fda, ha affermato di essere molto preoccupato «per la miocardite nei giovani». La Fda aveva precedentemente emesso avvisi che, sebbene rari, i vaccini Pfizer e Moderna, entrambi basati sulla tecnologia dell’Rna messaggero, potrebbero causare miocardite o pericardite tra gli individui più giovani.

Mentre Brittany Kmush, epidemiologa alla Syracuse University, ha dichiarato citando lo studio israeliano: «Onestamente non penso che ci siano abbastanza dati di buona qualità a questo punto per prendere una decisione informata», sottolineando il periodo di follow-up di 12 giorni e la variabilità delle stime degli autori.

Un’altra consulente della Fda, la dott.ssa Melinda Wharton ha fatto eco alle preoccupazioni sollevate da Hildreth, affermando che «non si sentirebbe a suo agio» nel raccomandare una terza dose ai giovani per via del rischio di miocardite. I giovani non sono a rischio di sviluppare malattie gravi da Covid-19 o di diventare casi gravi, ha osservato la dottoressa durante l’incontro.

All’inizio di questa settimana, la Fda ha pubblicato online documenti redatti dalla Pfizer che citano studi in Israele e negli Stati Uniti che suggeriscono che l’efficacia del vaccino Covid-19 diminuisce nel tempo, e concludono quindi che la terza dose è necessaria per affrontare le nuove varianti del virus del Pcc (Partito Comunista Cinese), meglio noto come Sars-Cov-2 .

«I dati sul campo provenienti da Israele e dagli Stati Uniti suggeriscono che i nuovi tassi di infezione stanno aumentando più rapidamente negli individui che sono stati vaccinati prima nelle campagne vaccinali rispetto a quelli che sono stati vaccinati più di recente», afferma una presentazione della Pfizer caricata sul Sito web della Fda.

Gli studi israeliani indicano che «la diminuzione osservata dell’efficacia del vaccino contro le infezioni da Covid-19 è principalmente dovuta al calo delle risposte immunitarie indotte dal vaccino nel tempo, che un risultato della variante Delta che sfugge alla protezione del vaccino», afferma la presentazione di Pfizer.

Ma in risposta ai dati Pfizer, i ricercatori della Fda hanno affermato che le dosi iniziali del vaccino sono sufficienti, suggerendo che le terze dosi potrebbero non essere necessarie per il momento.

Un’analisi degli scienziati israeliani pubblicata mercoledì ha rilevato che tra 1,1 milioni di persone di età pari o superiore a 60 anni completamente vaccinate da almeno cinque mesi, la somministrazione della terza dose ha abbassato la  probabilità di essere infettati o di ammalarsi gravemente rispetto agli altri.

Il gigante farmaceutico ha concluso che l’efficacia del suo vaccino diminuisce nel tempo e che una terza dose del suo vaccino a mRna riesce ad aumentarla. L’azienda sostiene che ci saranno almeno 1,8 milioni di casi gravi di Covid-19 negli Stati Uniti nel 2021 se non si procederà a somministrare la terza dose all’intera popolazione.

Ma in uno studio pubblicato da Lancet il 13 settembre, due esperti di vaccini della Fda che dovrebbero lasciare presto l’agenzia e più di una decina di ricercatori di alto livello, hanno sostenuto che la terza dose non è necessaria per l’intera popolazione. Gli studiosi sostengono che i potenziali effetti collaterali delle dosi extra potrebbero superare i benefici, affermando che un tale fenomeno aumenterebbe di certo lo scetticismo sui vaccini. I due funzionari della Fda coinvolti nella ricerca, Marion Gruber e Phil Krause, hanno presentato le loro dimissioni il mese scorso, come confermato anche da fonti ufficiali.

Nel loro studio si legge: «I dati attuali non […] sembrano mostrare la necessità di un richiamo per tutta la popolazione, tra cui l’efficacia contro la malattia grave rimane alta. Anche se alla fine si dimostrasse che la terza dose riduce il rischio a medio termine di forme gravi della malattia, le attuali forniture di vaccini potrebbero salvare più vite se utilizzate su popolazioni non ancora vaccinate».

Questi ricercatori hanno anche espresso preoccupazione per il fatto che le terze dosi potrebbero causare più effetti collaterali tra le persone, il che aumenterebbe l’esitazione dei non vaccinati verso il vaccino, non solo verso il richiamo.

 

A partire dall’incontro di mezzogiorno di venerdì, le azioni di Moderna Inc. e BioNtech sono crollate rispettivamente del 4,93 e del 4,91 percento.

 

Articolo in inglese: DA Panel Votes Against Pfizer’s COVID Booster for Everyone, Recommends It for People 65 and Older

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