Epidemia coronavirus, 56 morti e oltre 2000 contagi

Di Frank Fang

Le autorità cinesi stanno lottando per contenere l’epidemia di coronavirus che è scoppiata nella città di Wuhan, mentre il numero dei morti e dei contagi confermati continua a crescere quotidianamente.

In data 26 gennaio il numero dei morti ha raggiunto quota 56. E sebbene la Commissione sanitaria nazionale cinese non abbia fornito nuovi dati circa il numero complessivo dei contagi, la Central News Agency di Taiwan ha parlato di 2.033 casi totali, basandosi sui dati ufficiali rilasciati dai governi locali cinesi.

Sabato anche gli Stati Uniti hanno registrato un nuovo caso di contagio, quando i funzionari sanitari di Orange County, California, hanno confermato il terzo caso di polmonite virale negli Usa. Secondo l’emittente locale Ktla, il soggetto era rientrato pochi giorni prima proprio da Wuhan.

Domenica 26 gennaio Macao ha confermato tre nuovi casi di contagio, portando il totale a cinque, mentre la Corea del Sud ha registrato il terzo caso.

Anche Hong Kong ha segnalato un nuovo contagio, portando il totale a sei; nel frattempo i due principali parchi divertimento locali, Hong Kong Disneyland e Ocean Park, hanno annunciato la chiusura temporanea a partire dal 26 gennaio. Inoltre, il cantante pop di Hong Kong Andy Lau ha cancellato i 12 concerti in programma dal 15 al 28 febbraio.

Nella Cina continentale, Pechino ha annunciato che il Paese sospenderà tutti i commerci di animali selvatici a partire dal 26 gennaio, nel tentativo di tagliare le possibili vie di propagazione del virus.

Le autorità sanitarie di Wuhan, capitale della provincia di Hubei, sospettano che il coronavirus (2019-nCoV) responsabile dell’epidemia virale abbia avuto origine da un mercato di prodotti alimentari freschi dove venivano venduti animali selvatici, come istrici e serpenti.

Nel pomeriggio del 26 gennaio, l’Ufficio stampa del Consiglio di Stato ha tenuto una conferenza stampa durante la quale Ma Xiaowei, ministro della Commissione nazionale cinese per la salute, ha dichiarato che il governo centrale ha stanziato 1 miliardo di yuan (circa 130 milioni di euro) per aiutare la provincia dello Hubei a contrastare l’epidemia.

Inoltre, il ministro Ma ha dichiarato che 7 equipe mediche composte da 900 persone sono state inviate a Wuhan, e che un’equipe dell’Esercito popolare di liberazione composta da 450 persone è già arrivata in città.

Il ministro ha sottolineato come la prima settimana delle vacanze per il nuovo anno lunare cinese – iniziata sabato 25 gennaio – sarà il momento cruciale in cui bisognerà arginare la diffusione della malattia al di fuori di Wuhan.

Anche i vari governi locali si stanno affannando nel tentativo di contenere l’epidemia. A Tianjin, nella provincia dello Shandong, e a Xi’an, la capitale della provincia dello Shaanxi nella Cina centrale, le autorità hanno annunciato la sospensione dei pullman e dei taxi interprovinciali e intercomunali.

Nella provincia del Guangdong, nella Cina meridionale, i funzionari della sanità hanno richiesto che le persone indossino maschere facciali nelle infrastrutture aperte al pubblico, come ristoranti, alberghi, mercati e biblioteche. Coloro che non si adeguano alle direttive potranno essere puniti in conformità con la legge cinese, secondo l’annuncio del governo del Guangdong.

Con l’aggravarsi della situazione nella città di Wuhan, diversi Paesi hanno ormai annunciato misure per evacuare i loro cittadini dalla città, tra cui Stati Uniti, Russia e Francia, e anche l’Italia si sta adoperando in questa direzione.

Domenica, il ministero degli Esteri giapponese ha iniziato a prendere accordi con le autorità cinesi per l’evacuazione dei circa 7 cento cittadini giapponesi che vivono a Wuhan, secondo l’emittente pubblico giapponese Nhk.

Nel frattempo, da lunedì il governo di Macao vieterà alle persone che sono state a Wuhan negli ultimi 14 giorni di entrare nei casinò locali.

 

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