Elezioni Usa, sotto i riflettori un gruppo finanziato dal Ceo di Facebook Mark Zuckerberg

Di Zachary Stieber

Un gruppo che ha ricevuto centinaia di milioni di dollari dall’amministratore delegato di Facebook, Mark Zuckerberg, è stato accusato in diverse cause post-elettorali per reati costituzionali negli Stati chiave delle elezioni statunitensi.

Si tratta del Center for Tech and Civic Life, un’organizzazione no profit con sede in Illinois che ha fornito finanziamenti a oltre 2 mila 500 uffici elettorali in tutto il Paese per sostenere la gestione delle elezioni durante la pandemia di Covid-19. I fondi sono stati utilizzati per pagare i lavoratori elettorali, installare buche delle lettere per le schede elettorali e acquistare attrezzature e forniture per la gestione del voto per corrispondenza.

I procedimenti legali, intentati dall’Amistad Project della Thomas More Foundation, sostengono che più di 6 milioni di dollari (circa 5 milioni di euro) sono stati distribuiti ai funzionari della contea di Fulton, in Georgia, e in cinque città del Wisconsin. Secondo l’accusa, questi fondi sarebbero stati inviati ai comuni dietro accordi che prevedevano l’organizzazione delle elezioni in violazione della legge statale. Inoltre, la causa sostiene che sia proibito, sia dalla legge statale che da quella federale, accettare finanziamenti da un gruppo privati come il Center for Tech and Civic Life.

Il testo dell’accusa depositata in un tribunale del Wisconsin afferma: «Non c’è nulla nella legge dello Stato del Wisconsin che consenta a città e contee di ricevere milioni di dollari provenienti da un attore incredibilmente ricco, interessato e partigiano (cioè Zuckerberg) al fine di ‘aiutare’ quelle città e contee nella gestione delle votazioni». Dal canto loro, i funzionari elettorali del Wisconsin hanno dichiarato venerdì che la denuncia era piena di «argomenti legali privi di fondamento».

L’Amistad Project afferma che in Georgia i fondi privati ​​non regolamentati del Center for Tech and Civic Life sono stati utilizzati per retribuire i cosiddetti ‘raccoglitori di voti’, per nominare e pagare attivisti politici addetti alla gestione delle schede elettorali e per consolidare i centri di conteggio nel nucleo urbano al fine di «agevolare lo spostamento di centinaia di migliaia di schede elettorali discutibili in segreto, senza le supervisioni bipartisan previste dalla legge».

Zuckerberg e sua moglie, Priscilla Chan, hanno consegnato 400 milioni di dollari (circa 360 milioni di euro) all’organizzazione no profit Center for Tech and Civic Life, al fine di aiutare le giurisdizioni nella gestione delle elezioni. Lo scorso mese, in un comunicato stampa, il Center aveva infatti dichiarato: «L’impegno di Chan e Zuckerberg garantirà che ogni giurisdizione qualificata che ne faccia richiesta, riceverà i fondi di cui necessita per garantire che ogni cittadino che ne ha il diritto possa votare in sicurezza e far valere il proprio voto». Il Center for Tech and Civic Life è stato fondato da alcuni ex dirigenti e dipendenti del New Organizing Institute, un’organizzazione no profit progressista che si occupava della formazione di organizzatori digitali del Partito Democratico. Né il Center, né Zuckerberg, hanno risposto alle richieste di commento da parte dell’edizione americana di Epoch Times.

Come riportato in precedenza da Epoch Times, Zuckerberg e la sua azienda si erano già distinti per la loro notevole influenza sulle elezioni del 2020.

Il direttore dell’Amistad Project, Phill Kline, ha dichiarato a Epoch Times che il denaro di Zuckerberg ha condotto le roccaforti democratiche in Pennsylvania a prendere provvedimenti per consentire agli elettori di sistemare o correggere le schede che non provenivano dalle aree a maggioranza repubblicana, creando di fatto un sistema elettorale a due livelli. Kline, che in passato è stato procuratore generale del Kansas, ha spiegato: «Con i soldi di Zuckerberg, le roccaforti democratiche hanno in realtà corretto le schede per corrispondenza che erano viziate, in violazione della legge della Pennsylvania, mentre le roccaforti repubblicane si sono rifiutate di mentire e inoltre non avevano le risorse per correggere le schede perché non disponevano dei fondi di Zuckerberg».

Gli accordi tra il Center for Tech e Civic Life e le città richiedevano che le città sviluppassero un piano per le loro elezioni e lo presentassero al Center. Secondo il testo di un accordo del 21 agosto tra il Center for Tech e Civic Life e la città di Filadelfia ottenuto da Epoch Times, il Center ha accettato di pagare 10 milioni di dollari (circa 9 milioni di euro) per aiutare la città a gestire le elezioni generali durante la pandemia di Covid-19. L’accordo includeva una clausola che consentiva al Center di interrompere o trattenere parte dei finanziamenti, o di richiedere la restituzione di una parte o di tutti i fondi non spesi, se determinate condizioni non fossero state soddisfatte. Neanche i commissari della città di Filadelfia hanno risposto alle richieste di commento dell’edizione americana di Epoch Times.

Dal canto suo, il commissario comunale Al Schmidt ha dichiarato questa settimana: «Nonostante la valanga di cause prive di fondamento e di disinformazione contro il nostro sistema elettorale, sono orgoglioso di dire che il luogo di nascita della nostra Repubblica ha tenuto le elezioni più trasparenti e sicure nella storia di Filadelfia».

Tuttavia, secondo Kline, le cassette postali per la raccolta delle schede elettorali finanziate dal Center erano densamente collocate nella contea di Delaware, mentre ne sono state installate poche nelle 59 contee vinte da Trump. L’Amistad Project ha anche mostrato come il consolidamento dei seggi elettorali sia avvenuto in modo da escludere le cosiddette roccaforti repubblicane. «Si tratta di un sistema elettorale finanziato da Zuckerberg in cui i democratici hanno tutte le opportunità di votare, comprese le opportunità di votare illegalmente. Mentre nelle aree repubblicane è più difficile, perché hanno chiuso le votazioni di persona e così via. Ed è una violazione della Bush v. Gore, è una violazione della clausola di pari protezione».

Secondo Kline, questioni simili, comprese le preoccupazioni sulla catena di custodia delle schede elettorali inserite nelle caselle, sono sorte anche in altri Stati. Ad esempio, nella contea di Wayne, nel Michigan, si sono verificati problemi che hanno indotto due membri del consiglio elettorale a esitare a certificare i risultati delle elezioni.

Mesi prima delle elezioni l’Amistad Project aveva intentato diverse cause nel tentativo di bloccare il trasferimento di denaro da parte del Center for Tech e Civic Life, da Zuckerberg ai governi locali e statali. Secondo il Project, una parte del denaro è andata anche ai giudici che supervisionano le elezioni. Tuttavia le cause non sono state prese in considerazione in tempo per le elezioni e sono ancora pendenti. Dopo che le denunce sono state presentate, il Center ha dichiarato di non essere partigiano: «Siamo fiduciosi che queste accuse frivole siano prive di fondamento e non vediamo l’ora di continuare questo importante programma di sovvenzioni in questo periodo senza precedenti».

Diverse settimane dopo la presentazione delle cause, il procuratore generale della Louisiana Jeff Landry, un repubblicano, ha avvertito i funzionari di tutta la Louisiana di non accettare fondi dal Center for Tech and Civic Life. Ha inoltre intentato una causa «per impedire l’iniezione di denaro privato non regolamentato nel sistema elettorale della Louisiana e per proteggere l’integrità delle elezioni nello Stato, contro l’influenza corrosiva di denaro esterno sui funzionari elettorali della Louisiana». Secondo l’accusa di Landry, il Center non aveva nominato un apposito responsabile in Louisiana, ma si è comunque impegnato in affari nello Stato in connessione con le elezioni del 3 novembre. Inoltre, l’ufficio di Landry ha dichiarato:«Sebbene gli imputati possano avere buone intenzioni, il denaro privato in qualsiasi importo, ma in particolare la quantità di denaro offerta dagli imputati per selezionare gli impiegati e/o gli archivisti, ha un effetto intrinsecamente insidioso e corruttivo».

Un’altra causa intentata nel Michigan il mese scorso ha accusato il Segretario di Stato Jocelyn Benson, del Partito Democratico, di aver permesso a «operatori di parte» di interferire nelle elezioni distribuendo fondi per la stampa e la distribuzione di schede elettorali per corrispondenza e altri abusi. La causa ha citato anche il Center for Tech and Civic Life, che ha però definito il contenzioso frivolo, insinuando che i querelanti «stanno sprecando il tempo dei funzionari elettorali a spese degli elettori, diffondendo allo stesso tempo disinformazione».

 

Articolo in inglese: Zuckerberg-Funded Group Comes Into Spotlight in Election-Related Court Cases

 
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