Elezioni midterm negli Usa, se le statistiche tradiscono la propaganda Dem

È una caratteristica del tutto americana quella di rieleggere i 435 membri della Camera dei Rappresentanti e un terzo dei 100 membri del Senato a due anni dall’elezione presidenziale.

Le elezioni di metà mandato riguardano anche i governatori di trentasei dei cinquanta Stati del governo federale. Infatti 34 Stati eleggono il nuovo governatore per un mandato che durerà quattro anni durante queste elezioni, a differenza dal Vermont e il New Hampshire che eleggono governatori per un periodo di due anni, sempre in occasione delle stesse elezioni, oltre che durante le elezioni presidenziali.

Le elezioni di ‘midterm’ finiscono per essere una cartina tornasole per l’operato del presidente in carica, e giudicano il suo lavoro a distanza di due anni dal suo insediamento.

E sul fronte della campagna elettorale ne stiamo vedendo delle belle, con i Dem che cercano di offuscare la figura del mai tramontato presidente Trump, ancora oggi considerato la più grande minaccia per il partito guidato dal trittico Biden, Obama, Clinton.

Sui principali social network spiccano i temi portati avanti dai Dem nella loro campagna:
La gestione della pandemia negli ultimi anni è uno dei temi che non viene toccato da una campagna elettorale che si pronuncia quasi esclusivamente verso la necessità che gli Stati Uniti «proteggano la democrazia nel mondo» a suon di armi sempre più letali.

Peccato che Trump non abbia mai iniziato una guerra. Forse questo è il suo ‘problema’.

Sul fronte dei vaccini il presidente Biden si schiera verso ulteriori dosi «raccomandate per chi ha almeno 5 anni», senza minimamente toccare gli argomenti che hanno inondato i media nelle ultime settimane, inclusa la capitolazione di Pfizer che ha dovuto ammettere pubblicamente che il loro farmaco «non è mai stato pensato con lo scopo di proteggere dai contagi».

Ma il tema usato per la maggior dal presidente in carica è quello dei ‘progressi’ compiuti dall’amministrazione Biden riguardo al caro prezzi.

Gli ultimi tweet di Joe Biden riguardano la diminuzione del prezzo della benzina, l’aumento dei posti di lavoro e altri motivi di orgoglio di quella che viene presentata come una «rinascita economica» che il presidente accredita alla propria amministrazione.

Ma se analizziamo il grafico dei prezzi del carburante la storia sembra essere molto differente: vediamo infatti che i picchi del prezzo del carburante superano di gran lunga quelli durante il periodo dell’amministrazione Trump, a volte arrivando a essere ben tre volte tanto durante l’amministrazione Biden.

E arriviamo a simili conclusioni osservando i grafici relativi al lavoro e alla disoccupazione: per nulla rassicuranti e in molti casi nettamente peggiori rispetto al periodo dell’amministrazione Trump.

Ma che un politico possa dire di tutto in campagna elettorale è un fatto risaputo, il problema è che sta mentendo su scala globale e che i cittadini se ne accorgono.

Pertanto ci aspettiamo un bel ribaltone a breve.

Un ribaltone che vedrà piccole gioie quali il quasi sicuro rimpiazzo di Nancy Pelosi come Speaker della Camera.

Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore e non riflettono necessariamente quelle di Epoch Times

L’autore dell’articolo, Gigi Morello, è nato a a Torino e ha vissuto diversi anni negli Usa. Musicista, didatta e regista televisivo musicale, ha scritto per diverse testate specializzate nel settore musicale. Ha fondato e diretto progetti umanitari no profit e riceve dalla Croce Rossa Italiana encomi per tre diverse iniziative. Ha pubblicato nel 2020 due libri dal titolo ‘Alleanza Anti Casta’ e ‘Illuminismo Illuminato per Tempi Oscuri’, editi da Amazon. Il 4 luglio 2020 ha Fondato ‘Sogno Americano’ il primo Movimento Americanista Italiano.

 
Articoli correlati